In morte di Gigino il Balilla

In morte di Gigino il Balilla. Luigi Di Priamo è un nome che alla stragrande maggioranza delle persone non dirà niente. Non era famoso in italia. Era conosciuto nella sua città natale, e nel suo ambiente politico. Non come dirigente, non come un eletto che aveva ricoperto incarichi prestigiosi. Ma come militante come uomo di fede. Quando è così non ci sono lunghi necrologi prestigiosi né funerali di Stato.

Perché ricordarlo

Il motivo principale per cui ricordare Luigi Di Priamo,  sta proprio nel fatto che  quelli come lui non vengono ricordati. Quelle persone che seguono la politica per passione, le dedicano la vita, si consacrano ad un ideale senza guadagnarci mai niente. Anzi spesso rimettendoci molto. Eppure sono quelli che fanno la differenza.

Non è stato mai neanche consigliere comunale. Ma non perché non potesse diventarlo. Io sono fermamente convinto che non gli interessasse assolutamente, entrare nelle istituzioni. Ma il partito era la sua vita. La militanza. L’attivismo . Il lottare in prima linea.

Chi era Gigi

Colpivano due cose di lui. La sua bassa statura, comminata al fatto che la sua personalità riusciva sempre a farlo vedere più in alto di qualunque suo interlocutore. Era un uomo semplice, non aveva frequentato scuole importanti, né  studii accademici. Ma si era fatto una sua cultura personale. Mio concittadino era nato a Tivoli, ma aveva voluto da giovane prendere la strada del mare andando volontario in Marina.

Tornato a casa aveva continuato a seguire la passione di quella fiamma che da sempre ardeva in lui. La politica nel Movimento Sociale Italiano. Il partito degli sconfitti. Il partito più ghettizzato di tutti, in quel momento storico. Ma per Gigi questo non era assolutamente un problema. Anzi più il partito era ghettizzato, più avere la sua tessera rappresentava uno svantaggio, più lui la ostentava fieramente. Senza paura. Si sarebbe vergognato di vergognarsi delle sue idee.

Veniva detto il Balilla

Scherzando anche un po’ con l’anagrafe lo si chiamava sempre Balilla, anche perché lui Balilla era stato davvero. Però c’era qualcosa in più. Quel nome sottolineava il suo spirito giovanile. Il suo voler restare sempre  ragazzo. Anche quando ormai aveva la barba,i capelli bianchi, e tutti gli acciacchi dell’età, non mancava mai di stare con i giovani. Di cercare di tramandargli qualcosa.

Le passeggiate

Con Gigi abbiamo sempre camminato tanto. Camminato e parlato. Soprattutto lui mi raccontavano una storia che non voleva andasse perduta. La storia di quel popolo escluso, chi erano i missini in Italia.

Ricordo quando si commuoveva parlando di Almirante, di quanto per qualche suo giovanile  intemperanza lo aveva sospeso dal partito. E di quanta sofferenza quando gli portava i fiori al Verano, parlando di quello che era il suo segretario. Mi ricordo quando mi portò a conoscere l’On.Caradonna, ormai anche lui anziano. Presentandomi come “il nostro amico Alessandro”.

Ho ancora in mente quando parlava di Acca Larentia, una tragedianella quale erano stati uccisi tre ragazzi del Fronte della Gioventù.Che lo aveva toccato in prima persona,vista la sua parentela con uno di loro, Franco Bigonzetti.

Ricordo la sua contentezza quando, ancora ragazzo e segretario di Azione Giovani, lo portammo a Roma al presente di Francesco Cecchin. Altro giovane missino assassinato a fine anni 70.

Spesso ebbi delle lavate di capo da lui, quando non era d’accordo con il mio operato. Ma poi ci ritrovavamo sempre, ed era come ritrovare un padre spirituale.

Ed ora

Ora se n’è andata una persona che ha portato per tutta la vita una fede dentro al cuore. Ha potuto farlo vedendo Giorgia Meloni,primo presidente del consiglio che veniva dal mondo della destra. Non ho potuto parlare con lui di questo, ultimamente non sentiva molto bene, ed era impossibile telefonargli. Ma sono certo che il suo cuore ha avuto la gioia più grande. Quella di veder coronata una vita di militanza.

Non ci saranno mai strade a suo nome. A memoria della sua vita c’è un libro che scrisse e mi regalò. Ma certo sono le testimonianze come la sua a scolpire nei cuori di coloro i quali li hanno conosciuto uomini del genere, la fede ed il valore delle idee.

Forse a qualcuno, l’ultimo viaggio di un uomo, che per tutta la vita ha saputo portare una bandiera, potrà interessare.

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