Il tradimento della sinistra

Il tradimento della sinistra. La profonda crisi di identità in cui versa la sinistra, non solo italiana ma mondiale, è oggetto di ampio dibattito. Dibattito vivo, fertile ma tenuto spesso in sottotono, dall’apparato culturale dove la stessa sinistra è egemone.

La crisi di un sistema di potere

Prima di tutto bisogna rendersi conto che la crisi della sinistra, è la crisi di un sistema di potere. La crisi di un idea, che si trova davanti alla contraddizione di voler rappresentare i deboli. Ma di sostenere tutto ciò che rende gli ultimi ultimi.

L’apparato ha lo scopo di conservare i propri privilegi. Utilizza parole d’ordine totalmente fuori tempo. I suoi cavalli di battaglia si richiamano ad una visione ideologica, che non tiene conto della realtà.

L’ideologia è utilizzata, solo per chiamare a raccolta chi deve difende delle posizioni di influenza.

Il PD è il partito delle élites

Se c’è un partito lontano dai problemi, quello sociali è il Partito Democratico. I problemi del lavoro, vengono dimenticati. Si privilegiano solo ed esclusivamente  i diritti civili.

Milioni di italiani si trovano a dover fronteggiare dei rincari ai quali non riesco a far fronte. Oltre centomila aziende rischiano di chiudere i battenti. Mai il precariato è stato così diffuso. Per molti pensionati la scelta è tra fare la spesa o comprarsi le medicine.

Eppure il principale partito della sinistra parla solo di cannabis, ddl Zan e ius scholae. Con un totale disinteresse per le le istanze sociali.

Prospettive inesistenti

Il Movimento Cinque è in una situazione di caos totale. Un partito, nato come movimento, e poi corrotto dai peggiori istinti dei propri esponenti e dai peggiori vizi della partitocrazia. L’esempio storico a cui i grillini possono ispirarsi oggi è solo Masaniello. Sono arrivati sull’onda dell’antipolitica per scardinare il palazzo, ed invece si sono fatti conquistare dal potere.

In una simile prospettiva, a sinistra del Partito Democratico c’è il nulla, considerata la totale inconsistenza dei movimenti di sinistra più radicale. Anch’essi totalmente estranei ai problemi correnti della vita sociale.

L’assenza dai temi economici del partito leader della sinistra, in piena rottura con quella che era la tradizione della sinistra storica in Italia, chiude ogni prospettiva di rilancio.

Non interessa il consenso del popolo

Un altro problema fondamentale del PD in questo momento, è la riforma della legge elettorale.

Semplicemente perché perderebbe le elezioni, quindi vuole larghe intese che impongano di tenerlo per forza di cose al governo.

Uno scopo chiarissimo: restare a governare, a prescindere dalla volontà del popolo. Chi dovrebbe essere un cultore della sovranità popolare, ne è il peggior nemico.

Dalla parte del potere

Un interessante analisi crisi della sinistra attuale è fatta da Federico Rampini nel libro la notte della sinistra.

Ma può essere ancor meglio riassunta da un’idea di Gianni Agnelli. Guardare alla sinistra per fare le riforme di destra. Ovviamente se per destra si intende quella che guarda meno agli interessi del lavoro e più a quelli del capitale.

Paradossalmente oggi la destra tutela il lavoro più del capitale. E ciò per un motivo molto semplice. Molto spesso il capitale della grande finanza internazionale è un capitale apolide, che raramente può essere ricondotto ad un italiano.

La destra tende a difendere l’interesse del paese. D’altro canto questa sinistra tende a guardare con simpatia a qualunque cosa sia antinazionale. Per un’impostazione ideologica rigida.

Il limite della sinistra

Difendere l’interesse nazionale è difendere il popolo. Questo non comprende il Partito Democratico. Oppure questo non vuol fare il Partito Democratico. E non interessa neanche alla sinistra generale in generale.

I grandi gruppi internazionali, l’alta finanza guardano più facilmente ad un partito che non ha nessun riguardo per una preferenza nazionale. Proprio perché questo gli consente di interloquire con il soggetto vassallo ideale.

Imporre i diritti sociali, tutelare la presenza degli stabilimenti produttivi in loco, guardare prioritariamente al benessere della propria comunità è un freno. L’alta finanza non vuole vincoli.

Dall’altra parte la gente vuole delle certezze. Vuole essere tutelata. Anche la grossa presenza di immigrati, non viene mai valutata come necessaria ad abbassare il costo del lavoro dalla sinistra. Viene vista come positiva perché cancella, in una visione internazionalista, l’identità nazionale. Ma non si pensa mai alle implicazioni sul mercato del lavoro. Paradossalmente passa in secondo piano anche l’ipotetico sfruttamento di queste persone.

Mai come nel caso dei diritti sociali, nel mondo globalizzato, tradire l’Italia è tradire il popolo italiano.

Il tradimento non perdonato

Sono i salotti, l’alta borghesia, il capitale apolide. Tutti quelli che non hanno problemi di tipo economico, gli interlocutori naturali del Partito Democratico.

Nel loro mondo avanzato, si privilegiano i diritti civili, non esistono praticamente più i lavoratori se non come uno slogan. Questa è la rottura con la tradizione.

Non rinchiuderti, Partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada. Diceva il poeta Majakovskij.

Questo il popolo non perdona al PD. Essere il partito del palazzo. Dell’apparato e delle stanze dei bottoni. L’aver abbandonato i ragazzi di strada.

 

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