Il Presidente Donald Trump sta attuando una politica economica che ha l’obiettivo dichiarato di tutelare gli interessi dell’industria nazionale e di riequilibrare il deficit commerciale con il resto del mondo.
E ci sta riuscendo
Ma, se le sue scelte risulteranno errate ne pagherà le conseguenze nelle elezioni di midterm che si terranno nel novembre del 2026.
Attualmente, nonostante la grande vittoria alle presidenziali Trump gode di una maggioranza risicata sia alla Camera che al Senato.
La perdita della maggioranza alla Camera e al senato renderebbe Donald Trump “un anatra zoppa”, “Lame Duck” come dicono in America, che potrebbe compromettere la seconda parte del suo mandato presidenziale.
Invece, chi paga politicamente in Europa per gli errori politici ed economici commessi?
La manifesta debolezza dell’Unione Europea nelle trattative commerciali con gli Stati Uniti è dovuta ad un architettura delle cosiddette istituzioni europee che sono tutt’altro che democratiche.
Chi realmente nell’Unione Europea, che ha competenza esclusiva sugli Stati membri, ha il potere di negoziare con gli Stati Uniti sul tema dei dazi doganali?
Formalmente è il Commissario Europeo per il Commercio internazionale, a proposito, voi convinti europeisti sapete come si chiama? Io no.
In realtà, le posizioni dei singoli Paesi sono significativamente diversi sulla base di interessi diversi
La francesina Emmanuel Macron e la tedescona Ursula von der Leyen sono apparentemente per la linea dura contro l’amministrazione americana.
Il governo italiano e quello tedesco, responsabilmente e saggiamente, sono per continuare nel tentativo di trovare un giusto compromesso, e parrebbe sia prevalsa la linea morbida sulla negoziazione.
Le differenze di atteggiamento sulla “guerra dei dazi” tra la nostra Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, rispetto a Macron è evidente
La Germania e l’Italia sono i due Paesi dell’Unione Europea che vantano il maggior surplus commerciale della bilancia commerciale con gli Stati Uniti.
La Germania supera i 70 miliardi di euro, l’Italia intorno ai 43 miliardi di euro.
Ancora una volta le vere motivazioni delle differenze di approccio al negoziato sui dazi dei Paesi europei è dovuto agli interessi economici dei singoli Stati
Oggi, definire come Unione Europea una sommatoria di 27 Stati che devono trovare compromessi su tutto, anche sul colore delle mutande che ogni singolo europarlamentare deve indossare, è una denominazione priva di significato.
Quella che io definisco la vecchia, ammuffita, inutile e incancrenita Unione Europea.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE