Il paziente zero europeo in Francia già a fine novembre

Paziente zero

Il paziente zero del professor Yves Cohen, curato all’inizio di dicembre vicino Parigi, pochi giorni prima che la Cina avvisasse l’Organizzazione Mondiale della Sanità del rischio di un nuovo virus e un mese prima del primo caso ufficiale di infezione in Europa.

Lo avrebbe contratto a fine novembre, difatti un altro studio suggerisce la prova che il nuovo coronavirus fosse in circolazione Nell’Alto Reno, nella Francia orientale, a metà novembre.
La regione dell’Alto Reno è stata una delle più colpite dal virus in Francia.

Il professor Yves Cohen sostiene che un malato di Covid-19 sia stato curato a dicembre nel suo ospedale vicino Parigi.

Precisamente un uomo di 53 anni potrebbe essere il primo caso biologicamente confermato in Europa della malattia.

Le analisi

Cohen è giunto a questa conclusione esaminando tutti i test del DNA dei casi trattati come polmonite che erano risultati negativi a tutti i virus conosciuti in questo centro ospedaliero.

Su 14 pazienti, uno è risultato positivo al Covid-19“, dice Cohen a Euronews.

Pensavamo che i primi casi fossero comparsi e che l’epidemia fosse comparsa alla fine di febbraio o all’inizio di marzo – spiega il professor Cohen, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Avicenne – Ora possiamo dire di no, il virus si è probabilmente diffuso sin da dicembre e quindi il periodo di diffusione è un mese più lungo di quanto ipotizzato. Concludo che, in caso di una nuova epidemia, potremmo prepararci molto prima, non appena i primi casi siano segnalati dal governo“.

Quindi il virus era già presente qui nella regione parigina nel dicembre dello scorso anno, e il paziente zero già a novembre era in grado di trasmettere la malattia in Europa.

Questo studio sottolinea l’importanza di esaminare i vecchi campioni per capire meglio la pandemia e migliorare la lotta contro qualsiasi rischio futuro. A quanto pare il virus avrebbe iniziato a diffondersi in Europa prima di quanto si pensi.

Queste conclusioni gettano un’ombra sulle dichiarazioni della Cina tese a minimizzare e nascondere l’inizio della pandemia e le responsabilità in merito dell’organizzazione mondiale della Sanità.

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