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Home Politica

Il patto grillosinistro è il peggio, anzi forse è meglio così

di Marcello Veneziani
21 Agosto 2020
In Politica
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patto
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Patto grillosinistro – Dopo un anno di fidanzamento al governo è arrivata la promessa di matrimonio. Puro matrimonio d’interesse per durare il più possibile al potere. Poi sarà la provvida sventura del contagio e delle sue restrizioni a fare il resto. L’alleanza organica tra sinistra e grillini è la novità dell’estate mascherata del 2020. Come giudicarla?

PD

Il partito democratico, e più in generale la sinistra, aveva tanti difetti e storture ma una cosa gli andava riconosciuto: essendo partito-apparato di potere, ormai da lunghi anni, disponeva di ranghi, candidature, strutture da proporre al governo locale e nazionale e un profilo serio di esperienza. Ora che si è alleato alla banda più miserabile che la storia politica italiana abbia conosciuto al potere, vale a dire gli ignoranti-inadeguati-incapaci grillini, ora che il loro futuro elettorale si è fuso in un amplesso fatale, dovranno accettare le più scombinate raggi che nasceranno dal compromesso, non esclusa – alla fine – la Raggi medesima che si ricandida sindaco di Roma, forte del suo fallimento senza precedenti (e pure ce n’erano di negativi).

5 STELLE

Viceversa, i grillini avevano tutte le tare di un movimento nato dal cabaret bilioso e composto da scappati di casa, ma una cosa gli andava riconosciuta: era un movimento contro l’establishment, una forza genuina contro il potere e i suoi rappresentanti e di conseguenza contro il Pd e la sinistra che da anni ne è il braccio politico di riferimento, interno ed europeo. Perfino la sciagurata alleanza precedente coi leghisti aveva almeno il punto in comune della rivolta populista anti-sistema, contro l’establishment interno ed europeo.

Ma ora che stringono il patto col Pd, e nello stesso tempo cancellano la norma base del movimento che rifiutava i politici di professione e avvicendava nelle cariche, consentendo invece di reiterare il mandato, i grillini non hanno più neanche quella mezza ragione d’esistere. Sono solo un branco di nullità in cerca di posto fisso, un clan di soldatini di ventura che si è introdotto nei palazzi del potere e si è barricato dentro, pronto a tutto per restarci. Non so chi potrebbe votarli adesso, in base a quale masochismo demente dare loro fiducia. E non so come fanno a restarci i pochi grillini che hanno una faccia e un minimo di coerenza.

Non c’è una mezza idea alla base, una mezza visione politica, non c’è nemmeno il vaffa e la protesta che giustificava il primo voto a loro, non c’è naturalmente il buon governo. Ci sono solo mandrie arraffone che hanno eretto a sistema quel che negli altri partiti storici, con tutti i loro difetti, era tendenza degenerativa, casistica pur diffusa ma non norma assoluta, generale, statutaria. I grillini sono il punto più basso della parabola degenerativa dei partiti. E in quel punto infimo incontrano la più meschina sinistra di governo che la storia nostrana ricordi.

Le solite menate sulla destra

Quando sento le solite menate sulla destra – ah ci vorrebbe una destra europea, presentabile e credibile – chiedo: ma scusate, avete visto che mostriciattolo ripugnante sta nascendo a sinistra nell’alleanza tra i residui spompati del Pd e il branco d’incapaci venuti fuori dall’autogrillo? Pensate che si possa solo immaginare una destra credibile, affidabile, adeguata se l’avversario è la somma di due fallimenti e di due tradimenti, in un compromesso d’infimo profilo, in cui l’unica chiave è acchiappare insieme più potere possibile? Il punto di sintesi di questa intesa è Giuseppe Conte su cui vi risparmio il giudizio politico, umano ed etico, già espresso troppe volte; mi limito a dire che è la degna sintesi di due trasformismi e due tradimenti finalizzata a mantenere la posizione di potere.

È possibile trovare un lato positivo di questa intesa? Si, torna a configurarsi, seppure in modo indecente, un sistema bipolare. La competizione politica viene riportata a coerenza di sistema dall’incoerenza dei soggetti. Torna ad assumere un senso, seppur aberrante, l’espressione sinistra e di conseguenza la sua dirimpettaia, la destra. La sinistra trova una parvenza popolare che aveva perduto, grazie all’abbraccio con gli ex populisti dei 5Stelle.

I grillini, a loro volta, trovano un ombrello di credibilità euro-governativa sotto la cupola della sinistra. E diminuiscono, senza sparire, i margini di manovra inciucista dei berlusconiani che potevano mollare l’alleanza coi sovranisti per un asse col Pd e i renziani; ma ora, dopo l’annuncio nuziale del blocco sinistro-grillino, è più difficile. Il patto anti-inciuci voluto dalla Meloni lo conferma. Anche se in nome dell’emergenza e della salvezza d’Italia (fatevi due risate) ogni perversione è possibile.

Patto sinistra-grillini

L’alleanza della sinistra coi grillini può diventare un modello da esportare? Si, anzi per certi versi è un modello importato. Quando la sinistra si è accorta che al suo potere non corrisponde consenso, un po’ ovunque ha cercato alleanze populiste come rimedio omeopatico contro i populismi nazionali e destrorsi. Quasi ovunque ci hanno provato coi movimenti ambientalisti, qualcuno con l’antipolitica (tipo indignados), oltre che, naturalmente, con le nuove risorse elettorali dei migranti e i movimenti lgbt. Ma i verdi hanno una loro storia e una loro motivazione; difficile ravvisarne una tra i grillini odierni, una volta resa impraticabile l’antipolitica e l’anticasta, oggi che sono loro la casta al potere.

Magari rovistando tra i rifiuti, battaglie raccogliticce si possono sempre razzolare, ma non c’è un disegno. Viceversa il fronte “sovranista” ha mille debolezze e contraddizioni, e leader social più che di governo, ma ha un profilo più compatto, agita temi forti con maggiore aderenza alla realtà e al sentire comune popolare. Intanto subiamo il peggior blocco di potere che si potesse immaginare, tra la cupola sinistra e i quaquaraqua grillini.

MV, La Verità

 

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Tags: M5SMARCELLO VENEZIANIPDPRIMO PIANO
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