Il nuovo ruolo della politica estera

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La politica estera, e soprattutto la collocazione internazionale dei paesi, assumeranno, in un’era di cambiamento geopolitico, un peso molto più grande di quanto è stato negli scorsi anni. Ormai il mondo unipolare sorto a seguito della guerra fredda è finito, ed anzi forse non ha neanche mai preso piede.

Abbiamo tanti imbecilli che continuano a credere che se la Russia annette era l’Ucraina, lo sforzo per tenerla la porterà al collasso. Purtroppo i deficienti li abbiamo riempiti di titoli accademici.

La Russia sarà messa in ginocchio dall’eventuale annessione dell’Ucraina, ma la Cina da quanti anni ha incorporato il Tibet? Qualcuno di questi ignoranti si è forse reso conto che le proporzioni sono più o meno le stesse? Non mi sembra che la Cina non sappia gestire l’occupazione e ricavarne anche un utile importante.

Se non fosse così si sarebbe già ritirata. Immaginiamoci dall’Ucraina con tutte le risorse che ci sono. l’Ucraina il granaio d’Europa, se non si possa ricavare di che sopravvivere.

Dovremmo guardare in faccia la realtà, non siamo davanti all’Impero sovietico che rischia di tracollare. Anche perché c’è un allineamento di fatto con molte potenze alternative.

Sanzioni che ci danneggiano

Pensiamo sinceramente che queste sanzioni non faranno molto male anche alla nostra economia? Oltre alla tragica situazione della dipendenza energetica, noi dobbiamo anche valutare un altro grave problema che sarà quello del rincaro dei cereali, del grano, delle materie prime.

Tutti elementi in grado non di colpire la nostra economia, ma addirittura di affossarla.

Qui non c’è un mondo occidentale unito sulla stessa barca dal punto di vista economico. Qui ci sono Italia e Germania che sono molto più esposte degli altri paesi. La Germania ha però delle importanti risorse alle spalle per sperare di poter reggere l’urto fino a un miglioramento della situazione. Per l’Italia questa speranza rappresenta soltanto una chimera.

Il nostro paese è alla canna del gas, in tutti i sensi. Ora noi non possiamo, non dobbiamo, e non vogliamo discutere la nostra collocazione Atlantica. Quella è sacra.

Dobbiamo però far sì di difendere l’interesse nazionale.

L’assenza italiana

L’Italia deve urgentemente riacquistare autorevolezza sullo scacchiacchiere internazionale. Farsi sentire dai propri alleati. Avere in peso che la sua collocazione geografica le darebbe nella coalizione e nel mondo libero.  recuperare il prestigio che è andato scemando in questi anni. La grande assente di questa crisi è proprio l’Italia.

Scholz, Erdogan, Bennett, Macron; rispettivamente Germania, Turchia, Israele, Francia hanno avuto un ruolo.
Questo ruolo è mancata all’Italia.

Draghi è un uomo che ha un ampia autorevolezza a livello internazionale, ma il nostro paese non c’è stato. Questo è inaccettabile perché l’Italia, uno dei paesi più esposti in assoluto ai rischi di questa guerra, diretti ed indiretti non può assolutamente permettersi di essere assente.

L’Italia deve avere un ruolo di primo piano.

Il recupero di prestigio ed autorevolezza in politica estera è assolutamente fondamentale a questo punto. Per la tutela degli interessi vitali dell’Italia come entità statuale indipendente ed in grave pericolo in questo momento.

È fondamentale essere orientati dall’evitare un Europa trincea e prima linea di una nuova guerra mondiale non dichiarata; dobbiamo evitare la distruzione del nostro tessuto economico sociale che porterebbe alla disperazione e dobbiamo ancor di più operare per tutelare l’interesse del paese, le vite degli italiani e la salvaguardia dei valori della nostra società.

 

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