​Il Grande Gioco è un Fallimento Occidentale: Le Vere Ragioni della Guerra in Ucraina

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Il Grande Gioco è un Fallimento Occidentale: Le Vere Ragioni della Guerra in Ucraina

Ignoriamo le vere ragioni per la quale l’Europa, contro il proprio interesse economico, si è intromessa in una guerra civile tra Russia e Ucraina, due entità che in realtà sarebbero i due poli intorno a cui è nata la prima Rus che vide la luce in un primo momento proprio nel principato di Kiev tra il IX e XII secolo, e solo in seguito, il potere passò a Mosca.

Addirittura, possiamo affermare, che l’attuale guerra civile è stata provocata scientemente dalla NATO che ha acceso la miccia con varie mosse diluite nel tempo ma di cui Mosca si era avveduta

È la seconda volta che l’Occidente si intromette con uomini ed armamenti  in una guerra civile russa e per questo fu criticata duramente anche da Gabriele D’Annunzio da Fiume che denunciò il fatto al tempo della reggenza del Carnaro. La prima intromissione fu giustificata con la volontà di fermare il comunismo, argomento a cui non possiamo ricorrere attualmente. Quella di oggi era una Russia che dopo la caduta del comunismo, e l’apertura al libero mercato, desiderava unirsi e collaborare con le grandi istituzioni occidentali come l’UE, il G7 che era diventato G8 e addirittura con la NATO, dove nel 2002 a Pratica di Mare fu firmato un accordo NATO + Russia.

Questo perché a Mosca era prevalsa politicamente la componente filo occidentale guidata da Putin in opposizione agli eurasiatisti che avevano altre strategie

Nel 2004 misteriosamente si mette in moto un meccanismo che il Deep State statunitense e la stessa presidenza pianificavano forse da tempo. Probabilmente non è estraneo anche il desiderio di realizzare l’antica teoria del  geografo britannico John Mackinder che nel 1904 scrisse che chi controllava l’Heartland, una vasta area ubicata nell’Asia centrale, si sarebbe assicurato il dominio del mondo.

Il geografo britannico vedeva nel controllo dell’Eurasia un vantaggio decisivo nel controllo del pianeta

Mackinder denominava questa grande area il cuore della terra che sarebbe al centro del continente euroasiatico denominato isola mondo, e il fine sarebbe il dominio di questa vastissima area. La celebre frase recita: “Chi controlla l’isola mondo controlla il mondo”. Si voleva mettere in guardia l’imperialismo britannico che il dominio sui mari dava indubbiamente dei vantaggi ma che la talassocrazia non avrebbe mai assicurato il dominio assoluto.

In effetti gli strateghi britannici già lo sapevano e l’avversione  di Londra nei confronti della Russia era causata proprio da questa consapevolezza

Ben prima degli statunitensi, gli inglesi combatterono due guerre in Afghanistan, ricordiamoci anche la tensione e la volontà di sopraffazione che l’impero britannico aveva con la Cina. Gli Stati Uniti in seguito hanno ereditato lo spirito imperiale globale britannico. Gabriele D’Annunzio, durante la reggenza del Carnaro, immediatamente dopo la Grande Guerra, sappiamo che era circondato da intellettuali e rivoluzionari di varie nazionalità. Si comprende che in quei convulsi giorni si parlò anche delle mire anglosassoni sul Centro dell’Asia come 15 anni prima aveva teorizzato Mackinder.

Infatti il poeta in uno dei suoi celebri discorsi, denunciò le mire di Washington su Germania e Giappone, perché, la strategia sarebbe stata quella di utilizzare questi due forti centri economici come due leve di un’unica tenaglia al solo scopo di stringere l’Asia in un attacco finale in quanto la mira era il controllo del grande continente

Probabilmente ambienti neocon nel 2004 hanno ritenuto fosse giunto il momento, esattamente un secolo dopo la pubblicazione della teoria di Mackinder relativa alla conquista del cuore della terra, di mettere in moto la macchina diplomatica, militare, propagandistica per dare la spallata finale ad una Russia che ritenevano indebolita.

Ecco allora che in quell’ anno la NATO avanza verso est, inglobando ben 7 Stati in un sol colpo dopo che la stessa presidenza Bush si era impegnata a non avanzare di un pollice verso la Russia.

Inoltre abbiamo in quello stesso anno un peggioramento dei rapporti fra Russia e Georgia a causa di una reazione russa alla rivoluzione colorata che l’hanno prima aveva trascinato con l’aiuto di servizi segreti occidentali, la Georgia in un’ area vicino ai Paesi atlantisti. Inoltre nella repubblica indipendente dell’Ossezia del nord, sotto protezione russa, a Beslan, compaiono separatisti ceceni integralisti, terroristi islamici che fanno una strage di bambini che i soldati russi non riescono ad impedire

Chiaramente l’apparente idillio di Pratica di mare fra Putin e Bush, complice Berlusconi, comincia ad avere vistose crepe. Gli USA, si comprende che hanno deciso di combattere la Russia seguendo la direttiva indicata da Zbigniew Brzezinski, il politico e stratega polacco naturalizzato statunitense, consigliere per la sicurezza con la presidenza Carter. Brzezinski in un suo famoso saggio “La Grande Scacchiera” scrive chiaramente che occorre separare in tutti i modi l’Ucraina dalla Russia perché “senza l’Ucraina la Russia non potrà più essere un attore geopolitico a livello globale, ma diverrebbe solo un importante stato asiatico con una influenza regionale “.

È per realizzare questo progetto che si è reso necessario lo sproporzionato allargamento della NATO a est che arriverà a contare 16 nuovi stati membri

L’intelligenza strategica di Brzezinski è stata però offuscata dal suo essere un polacco e accecato come molti polacchi dall’odio viscerale antirusso. Henry Kissinger, di famiglia ebrea tedesca, si è dimostrato uno stratega maggiormente lucido e avveduto. Infatti questa avventura si è rivelata una vera catastrofe per l’Occidente.  Kissinger, invece, aveva avvertito che l’allargamento a est della NATO e in particolare pretendere di mettere la mani addirittura sull’Ucraina, avrebbe costretto la Russia ad una guerra. Un conflitto che avrebbe potuto lasciare tracce profonde per decenni.

Inoltre, Kissinger era stato l’artefice della politica di avvicinamento alla Cina quando la Russia era il pericolo principale ma ora si era accorto che la situazione si era invertita

Da queste affermazioni di Kissinger, si evince che Washington sapeva che stava portando l’Occidente verso una guerra disastrosa. Kissinger pensava che la Russia non era più quel grande impero comunista di una volta, mentre la Cina si era potenziata in modo inaspettato.  Sarebbe stato più utile guadagnare l’alleanza di Mosca come sperava anche l’Italia durante il governo Berlusconi.

In effetti, attualmente, fra l’allargamento del BRICS e l’organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, l’Occidente sembra essersi messo da solo in minoranza, quasi in un angolo e il sogno della conquista dell’Asia è diventato ridicolo e grottesco, mentre il grande gioco si è rivelato essere stato un costosissimo fallimento, una catastrofe prevalentemente per gli occidentali.

Sembra che questa mossa sbagliata abbia minato l’intero Occidente, che si sarebbe indebolito economicamente e che appare destinato a perdere anche l’egemonia militare e soprattutto avrebbe perso il primato morale di fronte al mondo e una chiara leadership

Il pericolo di un conflitto più vasto esiste perché ci sono forze, al di sopra dei governi, che da qualche decennio hanno lavorato come in una scacchiera per arrivare alla tensione al calor bianco mentre gli occidentali credendo di essere spettatori, mangiavano il popcorn davanti alla televisione. Speriamo che in America qualcuno si fermi e capisca che la partita è persa perché gli europei con comportamento irresponsabile continuano a diffondere psicosi collettive in modo inconsulto.

Tutto questo, mentre una martellante propaganda becera accusa la Russia di espansionismo e di aggressività e di voler provocare la guerra come fece il Terzo Reich

La drammatica domanda che qualcuno si pone è “perché e per quali interessi, a questo punto, non si desista gettando acqua sul fuoco che divampa pericolosamente?” Forse, come ha detto il noto giornalista Tony Capuozzo, questa unione si deve inventare nemici per sopravvivere. Punterebbe su una minaccia immaginaria per risollevare i consensi.

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