Il fronte antifascista va da Dante alla Raggi

A Matera e poi a Ravenna va in scena la Divina Corretta, l’opera di Dante Alighieri riveduta e politicamente corretta. Protagonisti sono i migranti e gli angeli del paradiso sono tante Grete che piovono dal cielo a salvare non le anime ma il pianeta, e non dall’inferno ma dal surriscaldamento. A Siracusa, l’Elena di Euripide è un grande spot sui profughi e i porti aperti e accoglienti e un grande allusivo atto d’accusa ai Salvini e ai sovranisti. Il catalogo potrebbe continuare, Enea migrante, Ulisse profugo, e poi estendersi alla Biennale di Venezia dove la nave dei profughi e lo stand dei rom diventano le mete attrattive e i messaggi dominanti dell’arte.

No, questa non è una polemica sui migranti, i rom, Greta e barconi. Questa è una riflessione sulla miseria del nostro tempo che riduce il passato, l’antichità al presente; iscrive Dante ed Euripide al Pd, riduce perfino il paradiso a uno spot ideologico versato nell’attualità. E i giornali annotano soddisfatti che quest’opera non piacerà a Salvini… Si, era la massima aspirazione dell’Altissimo Poeta e del Grande Drammaturgo, far infuriare Salvini. Ma si può ridurre il passato, l’antico, l’eterno al presente, al piccino, meschino oggi? Si possono liquidare secoli e millenni di civiltà nelle tasche bucate del presente? Pensate davvero che la storia del mondo, il cammino dell’universo sia arrivato al suo capolinea e dobbiamo ridurre ogni opera dell’ingegno umano a un presagio dell’epoca gloriosa di Zingaretti e Di Maio,Mimmo Lucano e Saviano, Salvini e i suoi censori?

Se siete capaci, scrivete voi opere e capolavori su quei temi eticamente sensibili, politicamente corretti; ma non sporcate, vi prego, non stuprate, gli autori e i capolavori del passato, evitate di vomitare gli umori del presente sulle cattedrali dell’ingegno del passato.

Quando sento denunciare l’ignoranza militante della nostra epoca, il grillismo come condizione dello spirito, e anche il grillo-leghismo, sono d’accordo con voi; ma non so se sia meglio questa banalizzazione, attualizzazione forzata all’oggi di tutto ciò che è nella storia dell’uomo. Non so davvero se sia peggio l’ignoranza e il disinteresse per la cultura, la storia, le idee o la loro profanazione, la vostra riduzione ai catechismi politici e ideologici del presente.

Ma ora vi sentite meglio che avete epurato il Salone del libro della nefasta presenza di un piccolo editore “fascista” che aveva pagato otto metri quadri su sessantamila per esporre non i fasci e i manganelli ma libri, e libri che non si occupano di fascismo e nazismo, se non in una percentuale minima rispetto a tanti altri editori. Avete combattuto una lotta eroica, cento contro uno, voi armati di potere, media e soldi delle istituzioni contro un solitario e privato editore, e tornate soddisfatti per la prode guerra di liberazione che avete compiuto, cacciando il nemico.

Non vi ripeterò, come hanno fatto altri, i tanti libri, editori e autori “sconvenienti” che sono sempre stati presenti nel salone e lo sono ancora. Non vi dirò nemmeno che se epurate gli autori del novecento che sono stati in odore di fascismo, reazione, o perfino di nazismo, dovreste svuotare il salone dei più grandi poeti, filosofi, letterati e artisti del tempo. No, non vi dirò niente di tutto questo.

Vi dico che state offendendo, mortificando l’antifascismo, ne state facendo la caricatura, l’orribile parodia. E aggiungo anche una cosa: fate bene a reagire indignati se un ragazzo che reputa di essere fascista, violenta una ragazza o se grida a una donna rom, una madre, “ti stupro”, dovrebbero vergognarsi.

Ma quando i fascisti presunti o sedicenti tali, pubblicano e leggono libri, quando passano dalle mani alle idee, voi dovreste essere contenti, incoraggiarli, perché dove arriva la cultura, il pensiero, le opinioni, anche nelle forme più modeste, arretra l’odio, la violenza, la contrapposizione. E invece, a voi i maneschi, i bulli che si vestono di nero, vi fanno comodo, giustificano le vostre mobilitazioni, vi permettono di gridare al fascismo eterno o tornante, e dunque li andate a cercare col lanternino. E invece diventate isterici, intolleranti, persecutori quando passano sul piano delle idee, quando non vogliono assaltare le librerie ma vogliono starci dentro, insieme agli altri, vogliono contendere sul piano del pensiero e delle divergenze. La vostra tolleranza zero dovrebbe riguardare gli atti facinorosi e non le opinioni. Ma al di là dei minuscoli circuiti militanti che si professano fascisti, l’accusa più grave che vi rivolgo è quella di aver alzato una barriera, un muro nei confronti di chi a destra scrive, pensa, dialoga con voi e non si è mai sognato di aggredirvi, impedirvi di parlare, negarvi il diritto alle vostre idee. Ve lo ha detto anche un giornalista, un intellettuale di sinistra, che ha diretto l’Unità, Peppino Caldarola. È questa la vostra vergogna, e dal vostro punto di vista voi calpestate, offendete l’antifascismo come libertà e giustizia, difesa della cultura e del dialogo, molto più di quei rozzi fascisti di borgata.

Siete riusciti perfino a riabilitare il peggior sindaco di Roma di tutti i tempi, e ce ne voleva a superare in peggio i predecessori, la Raggi; che con un atto furbo, si è buttata sull’antifascismo, l’antisalvinismo e i rom e d’un tratto è diventata la Santa Virginia Protettrice di rom, migranti e antifascisti vari. Ho rispetto per chi ha combattuto il fascismo pagando di persona, ho rispetto per chi ha coltivato idee e opere di antifascisti; ma non per chi si butta sull’antifascismo per coprire i suoi fallimenti e le sue incapacità, e riceve subito l’assoluzione e il salvacondotto. Roma fa schifo, ma gloria alla Sindaca parvenu dell’antifascismo.

MV, La Verità 12 maggio 2019

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