Il Drake. Un nome del passato per il nostro futuro

Previsioni azzardate sugli sviluppi della politica più imprevedibile del pianeta

Il Drake era Enzo Ferrari, un vincente, un outsider d’altri tempi. Veniva dall’Alfa Romeo,  ma era troppo bravo per non poter mettere il Cavallino Rampante di Baracca avuto da sua madre, su auto non sue.

Modesto pilota, immenso stratega, preparatore e ingegnere. Scorbutico, cocciuto con le sue idee, politicamente indigesto e scorretto.

Mario Draghi me ne ricorda le gesta.

Insopportabile, taciturno ed inappuntabile come l’indimenticabile Enzo.

Il suo essere ‘Drake’ sarà un elemento ricorrente nella politica del prossimo futuro italiano, ne siamo convinti.

Incaricato per evitare di vanificare i Recovery Fund

Inutile pensare che Matteo il Bomba Rignanese abbia fatto tutto di sua iniziativa.

È chiaro che la manovra di Palazzo è stata di fare fuori il BisConte dimezzato e il suo governo di scappati di casa.

In ballo i più ingenti prestiti europei mai visti, i Recovery Fund e a seguire il Mes, con condizionalità capestro che Giuseppi non avrebbe mai rispettato o saputo gestire.

Sarebbe stato un tripudio di mancette e spreco di consulenze e favori a ditte allineate.

Condite da “Botenze di fuogo“, redditi di cittadinanza e bonus monopattini e banchi a rotelle tris e quater.

Sarebbe stato troppo persino per un commissariamento della Troika: il telecomando ha ordinato a Renzi di staccare la spina e così lui ha fatto.

E adesso? Con il coraggio degli incoscienti tracciamo un cronoprogramma di ciò che aspetta la politica italiana, secondo il nostro modesto prevedere. Una cronologia dettagliata dei Palazzo Chigi e Quirinale che verranno.

Noi, che un Draghi di unità nazionale avevamo previsto ed invocato mesi fa.

Draghi 1

Il governo attuale durerà fino all’inizio del semestre bianco; presumibilmente fino alla scadenza del mandato di Mattarella quale Presidente della Repubblica, a gennaio 2022.

E poi?

Rielezione Mattarella

Ad oggi le quotazioni di una nuova elezione di Mattarella sono alte.

Dopo l’esperienza di Napolitano, la via ai due mandati non è più un tabù neppure per i costituzionalisti più ortodossi.

Prevedibile che sia questa la scelta di uscire da un impasse che altrimenti minerebbe le basi di un governo di unità nazionale quale il presente.

Draghi 2

A quel punto il neo vecchio Presidente della Repubblica procederebbe ad un nuovo incarico a Draghi, il Drake, dopo una crisi di maniera scatenata da una forza della attuale larghissima maggioranza. Quale non conta, una vale l’altra, magari ancora Terminator Renzi. Ci tiene il ragazzo.

Un nuovo incarico per una nuova maggioranza meno vasta, meno litigiosa, più tecnica e coesa, pronta ad approvare riforme volute da Bruxelles e invise ai cittadini, come la riforma di fisco e pensioni.

Elezioni

Siamo nel 2023, per chi ci sarà, le elezioni saranno inevitabili e naturali, come presumibile una vittoria del centrodestra.  Con quali compagini a quel punto è imprevedibile ad oggi e incaricato sarà il suo leader.

Con una forte componente moderata, che sia Forza Italia se Silvio sarà anche tra noi oppure una Lega meno descamisada. Senza il centro moderato in Italia non si vince.

Oppure dalle urne non uscirà un vincitore, magari per effetto di un altro pasticciaccio brutto in tema di legge elettorale, partorita dalle brillanti menti stile Toninelli o Azzolina.

Dimissioni Mattarella

A quel punto Mattarella si dimetterà, seguendo le orme di Napolitano e per permettere un cambio generazionale.

Ma non troppo.Draghi, sempre lui, il Drake, avrà le migliori chance di poter fare convergere su di sé il consenso largo necessario alla elezione del Capo dello Stato.

Sarà lui che dovrà dirimere la matassa di quel pasticcio ed incaricare un altro governo, magari di unità nazionale.

E a quel punto come si dice: altro giro, altra corsa..

 

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