Il “campo largo” che si restringe

Il “campo largo” che si restringe

Il “campo largo” tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle doveva essere la grande scommessa della sinistra italiana.

Un’alleanza capace di unire il riformismo e il populismo, l’anima radical chic e quella più di piazza. Doveva, appunto. Perché oggi, più che un progetto politico, assomiglia a una continua telenovela fatta di veti, diffidenze e colpi bassi.
Gli esempi più evidenti arrivano proprio da quelle Regioni considerate roccaforti della sinistra: Toscana ed Emilia-Romagna

In Toscana, il PD di Giani fatica a trovare una sintonia con gli ex-grillini, che non perdono occasione per distinguersi, rimarcare distanze e imporre scelte e programmi al Presidente uscente. In Emilia, storicamente laboratorio politico del centrosinistra, le tensioni sono ormai croniche.

I 5 Stelle rivendicano autonomia, mentre i democratici si ritrovano prigionieri di compromessi che non convincono nessuno

Se proprio in quelle che dovrebbero essere le terre “sicure” il campo largo si presenta diviso, cosa ci si può aspettare a livello nazionale? Il rischio è che queste fratture diventino il preludio di un vero e proprio fallimento dell’alleanza. E a pagarne il prezzo saranno proprio i cittadini, costretti a inseguire una coalizione che non riesce mai a parlare con una voce sola.

Il paradosso è evidente. Mentre PD e M5S si duellano su liste, candidature e proclami più o meno realizzabili, il centrodestra governa con una maggioranza solida. Meloni guida. Lega e Forza Italia, pur tra differenze interne, tengono la barra dritta e garantiscono stabilità. Pure in Toscana, dove il fronte unico del centrodestra ha fatto quadrato verso il proprio candidato alla Presidenza di Regione Alessandro Tomasi

Con forza, realismo e coesione. Sul fronte opposto, invece, il “campo largo” ,sia a livello regionale che nazionale, si restringe giorno dopo giorno, fino a ridursi a un terreno di scontro tra correnti e personalismi.
Così, quella che doveva essere la nuova “frontiera progressista” rischia di finire in archivio ancora prima di nascere. Un progetto fragile, che mostra tutti i limiti di una sinistra incapace di superare i propri storici difetti, fatta purtroppo di divisioni, rivalità interne e incapacità di visione.
In fondo, lo sanno tutti. Se il campo largo non funziona in Toscana ed Emilia, non funzionerà mai, nemmeno a Roma.
Silvia Castellani

Leggi anche:

https://www.adhocnews.it/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE

Exit mobile version