Essere oggi il Commissario Tecnico della Nazionale di calcio italiana, non è un onore. È una iattura. Novembre 2017: addio a Ventura. Giugno 2023: bye bye Mancini. Oggi salutiamo Spalletti. Abbiamo padellato le ultime due edizioni dei mondiali, con forte rischio di guardare in tv anche la terza. Consecutiva.
Ma il problema non credo che sia nel CT, ma di un sistema che non funziona. Per esempio andiamo ad analizzare le prime squadre del campionato.
Napoli, 4 italiani nella formazione tipo. Inter: 3. Atalanta: 3. Juventus: 4. Solo la Fiorentina arriva a 6. Addirittura arriviamo al parossismo che nel 2023 il Lecce primavera si laurea Campione d’Italia con ZERO italiani in campo. Ragazzi, zero italiani. Follia, ma anche vomito.
Ieri, la punta titolare della nazionale (che ha preso 3 pere a zero dalla Norvegia, nazione di poco più di 5 milioni di abitanti, praticamente la città metropolitana di Roma), è un tale Retegui che però è argentino.
Ci rendiamo conto che così non possiamo andare avanti da nessuna parte?
Le difficoltà dei settori giovanili
Una volta, quando io ero giovane, le piazze brulicavano di bambini che formavano due porte usando quattro zaini, e passavano le ore a calciare il pallone. Adesso stanno seduti come decerebrati a guardare il cellulare. E anche se provassero a giocare, i solerti e zelanti sbirri municipali gli bucano il pallone.
Ma anche nelle scuole calcio, chi si azzarda a fare quello che un bambino sogna (scartare tre difensori e tirare in porta) viene subito rimbrottato dall’allenatore perché lo schema viene prima di tutto.
La fantasia deve essere uccisa, distrutta, mortificata. Solo schemi e condizione fisica da pentatleta. Uno schifo.
Voglio vedere più italiani in campo
So che per le ridicole leggi del mostro burocratico della Comunità Europea, non si possono mettere limiti all’ingaggio di giocatori comunitari. Che poi arrivano da tutto il mondo. Pensate che nel campionato appena concluso, erano oltre 70 le nazioni rappresentate nelle squadre italiane (italiane mi pare un termine forzato).
- Francia: con 45 giocatori.
- Argentina: con 28 giocatori. Non comunitaria.
- Spagna: con 26 giocatori.
- Brasile: con 14 giocatori. Non comunitaria.
- Olanda: con 74 giocatori nella storia della Serie A.
- Belgio: con un numero di giocatori importante, tra cui De Ketelaere.
- Germania: con 11 giocatori.
- Inghilterra: con 11 giocatori.
- Serbia: con 10 giocatori.
- Costa d’Avorio: con 9 giocatori. Non comunitaria.
Mi fermo qui per non essere pedante. Come risolvere la situazione?
Ingaggiane quante ne vuoi, ma la FIGC, invece che pensare a battere unicamente cassa, dovrebbe imporre che in partita devono obbligatoriamente essere schierati almeno 6 italiani su 11 giocatori. Lo stato dell’arte? Almeno uno, meglio due, Under 21.
C’è una tale fame di talenti italiani giovani che Pietro Comuzzo, difensore della Fiorentina, è passato dalla primavera alla valutazione di 35/40 milioni. Anni 20.
La soluzione alle disfatte del nostro calcio, ci sarebbe. Basterebbe volerla applicare.
Leggi anche: REFERENDUM E ASTENSIONE
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT