I Paesi Brics: la nuova moneta fra possibilità e incognite
Fervono i lavori in casa dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
L’intenzione finora soltanto teorica di creare una nuova valuta di riserva globale per le transazioni internazionali risulta a un buon punto
La valuta avrà come intento quello di smantellare le “vecchie” monete di scambio in primis il dollaro, ma sono coinvolte anche Euro e Yen.
Rimane però il dollaro statunitense il maggiore “nemico” da abbattere. La nuova divisa del BRICS si pone dichiaratamente come un’alternativa affidabile per le transazioni internazionali.
E’ da tempo che tutti i leader del BRICS hanno l’intenzione di creare in tempi brevi una valuta di riserva internazionale
Una moneta “democratica” in quanto basata su un paniere delle valute dei paesi del BRICS.
In seguito gli stessi paesi ex emergenti procederanno con l’attivazione di una nuova rete di pagamento comune per sostituire progressivamente, e in seguito eliminare, i sistemi finanziari occidentali finora utilizzati come lo SWIFT.
Che il dollaro sia stato solo in parte sostituito, si può verificare anche dall’incremento dei Paesi BRICS dell’uso delle valute locali negli scambi reciproci.
E con esso anche nuovi accordi di libero scambio da abbinare alla nuova valuta di riserva mondiale
A fare da traino del nuovo sistema di pagamenti commerciali internazionali è la Cina. Il potenziale di sviluppo di scambi e commerci, attualmente ancora piuttosto esigui, è enorme. La nuova valuta di riserva sarebbe anche un importante volano all’aumento degli scambi commerciali oltre che valutari dei BRICS. Saranno le stesse valute dei fondatori del gruppo Brics, ovvero real, rubli, rupie, yuan e rand, a sostenere il valore della nuova moneta di scambio.
L’introduzione non sarà solo quindi soltanto valutaria, ma coinvolgerà la capacità di scambio di beni e ricchezze, nonché nuove opportunità di sviluppo fra i paesi BRICS. L’India sta già infatti già entrando nel mercato russo per la vendita, tramite catene di negozi, di automobili, così come la Cina sta entrando in Russia con suoi punti vendita in settori come le attrezzature hardware e software.
Il gruppo pare compatto, sempre più unito per superare le difficoltà economiche globali. E decisi ad incrementare la propria sfera di influenza a livello mondiale, a scapito soprattutto degli Stati Uniti
Il progetto BRICS è ambizioso ma presenta anche delle incognite. Non è affatto semplice creare una moneta con il sottostante di cinque diverse valute, di cinque Paesi membri distanti anche geograficamente tra loro.
Il rischio è che non solo non riescano a dare un “peso” alle singolo monete, ma è anche quello che altre Nazioni non fondatrici membri BRICS possano trasferire preziose riserve di valuta estera in ambiti più locali, e quindi difficilmente controllabili.
Le possibilità di fallimento sono quindi molto alte. Potrebbero in alternativa pensare a istituire riserve auree a sostegno della possibile nuova valuta, ma come e chi le dovrebbero gestire?
Con la possibile introduzione di una nuova moneta di scambio in sostituzione del dollaro, vi è inoltre un altro rischio ancora più grave. La scintilla per una nuova guerra mondiale.
Trump, come ha dichiarato durante tutta la sua campagna elettorale, e ancor più adesso alla Casa Bianca, non sarebbe assolutamente disposto a perdere l’egemonia commerciale mondiale proprio durante il suo mandato elettorale
Un problema non di poco conto, che mette a rischio l’incolumità di tutti.
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