Giustizia per mia figlia

Parla la mamma di Pamela Mastropietro. La ragazza barbaramente uccisa a Macerata

Giustizia per mia figlia.La ho davanti a me, Alessandra Verni mamma di Pamela Mastropietro. La diciannovenne uccisa il 30 gennaio del 2018 a Macerata. Ritrovata fatta a pezzi in due valigie.

Il delitto

Per questo orribile delitto, è stato condannato all’ergastolo, in primo ed in secondo grado, il clandestino nigeriano Innocent Oseghale. Noto alle forze dell’ordine anche come spacciatore abituale. Ma altri due suoi connazionali, fortemente sospettati di averlo aiutato, sono a piede libero. Ora la corte di Cassazione ha rimandato gli atti alla corte di Appello di Perugia, per l’aggravante della violenza sessuale contestata ad Oseghale.

Abbiamo contattato sua madre Alessandra Verni che si batte da cinque anni per avere giustizia. Da sempre convinta che, ci siano ancora troppe cose da chiarire e che non tutti i responsabili siano stati puniti.

Lei gentilmente ha concesso l’intervista che riportiamo di seguito.

Una donna eccezionale

Alessandra è una donna forte, coraggiosa e determinata ad avere giustizia. Ad imporre allo Stato di non dimenticare sua figlia. A voler tutelare altre ipotetiche future vittime, da mostri ancora in circolazione. Si percepisce, entrando in contatto con lei, tutto il dolore e la disperazione di una tragedia di portata immensa. Lo strazio di chi resta, è parte della colpa di chi uccide.
Una somiglianza fortissima con sua figlia Pamela, che rende tutto ancora più emotivamente impressionante.
Eppure in tutta la tragicità del contesto, emana speranza, ottimismo, determinazione e una profonda fede che la sostiene. È più forte della tempesta.

Ti preoccupa il fatto che la Cassazione abbia rimandato gli atti a Perugia per la violenza sessuale?

Pamela è stata violentata! È una verità evidente.
La cosa che mi preoccupa di più, è che gli sia tolto l’ergastolo. Che la pena diventi più lieve. E che tra qualche anno sia fuori. Penso anche a quanto sia pericoloso rimettere in libertà una persona del genere.

Oseghale ha ammesso l’occultamento di cadavere, e si è detto pentito di quello. Ma si dichiara innocente del resto.

Nel corso degli anni ha detto una serie di cose contraddittorie. Ma non si è mai scusato e neppure si è dichiarato pentito. Ha un atteggiamento spavaldo ed arrogante. Non è dispiaciuto di quello che ha fatto a Pamela, non gli importa niente del dolore di noi familiari, del mio dolore.

Credi che lui sia l’unico responsabile?

Assolutamente no! Non è ancora stata fatta giustizia, perché non sono stati ancora puniti tutti i responsabili. Il DNA ha dato prova della presenza di altri individui. Uno di quelli rimessi in libertà è andato con Oseghale, a comprare prima dell’acido e quando non l’ha trovato la candeggina per cercare di pulire le tracce sul corpo di Pamela. Una delle valigie dove è stata ritrovata appartiene a lui. Eppure è a piede libero. Condannato precedentemente solo per spaccio. Neppure per occultamento di cadavere.

Dunque non è stata fatta ancora giustizia?

Ci sono altri mostri fuori dal carcere. Per me lo sono anche tutti coloro i quali li proteggono. Oseghale aveva il permesso di soggiorno scaduto. Non poteva stare nel nostro paese. Eppure ha continuato liberamente a spacciare.

Credi che ci siano stati degli errori nelle indagini?

Non è ancora emersa tutta la verità . Se il DNA dimostra che c’erano almeno altre due persone, perché non vengono cercate?
Il giorno del dissequestro sono entrata in quella casa ed ho trovato ancora lì una scatola per i capelli, che le avevo preparato io per la comunità, con scritto sopra addirittura il suo nome. C’era anche il biglietto da visita del tassista che l’aveva accompagnata ai giardini Diaz. Perché non li hanno raccolti come elementi di prova? Come hanno fatto la perquisizione?

Nonostante la sua tragedia lei ha sempre ribadito la sua Fede in DIO.

Ho trovato la luce quando ho partorito Pamela. A vent’anni non dai a queste cose un giusto peso. Eppure questo mi ha dato la forza per la terribile esperienza che ho dovuto affrontare.

Hai altri figli?

No. Come avrei potuto spiegargli quello che hanno fatto alla sorella?

So che è una domanda difficile. Ma se Oseghale dicesse tutta la verità, e le chiedesse perdono la farebbe stare meglio? Potrebbe perdonarlo?

Per parlare di perdono è veramente ancora troppo presto. Sicuramente vorrei che dicesse tutta la verità. Ma è stato sempre arrogante. Non appare pentito. Eppure anche lui è padre, si rende conto che mi ha tolto una figlia? Si rende conto del modo atroce nel quale me l’ha tolta?Se uscisse la cosa peggiore sarebbe avere un altro mostro a piede libero. Quante donne debbono pagare la presenza di persone del genere?

Lei ha avuto il sostegno di molte persone in questi anni. Ma alcune persone sono state anche ostili, spesso hanno criticato Pamela.

Io ringrazio di cuore tutte le persone che mi sono state vicine, che mi hanno sostenuta. Mi hanno dato e mi danno ancora tanta forza.
Alcune persone sono ignoranti, non hanno capito ancora nulla. Nulla di chi fosse Pamela. Nulla di chi sia veramente
Oseghale. Non mi interessano le loro cattiverie. Vado avanti nella ricerca di giustizia per mia figlia e per le altre vittime.

Tra le tante reazioni ci fu quella di Luca Traini, che sparò su degli extracomunitari. Crede che questo abbia diminuito la rigidità nei riguardi dei colpevoli, scioccando l’opinione pubblica?

Sicuramente non sulla situazione di Oseghale, visto che per ora è giustamente all’ergastolo. Ma quel gesto, non riduce la gravità di quanto accaduto. Quel gesto non riguarda mia figlia, la responsabilità ricade unicamente su chi lo ha commesso. Il caso di Pamela è un’altra cosa.C’è una vittima e ci sono dei carnefici, al di là del colore della pelle. Oseghale disse in un’intercettazione telefonica che aveva una bianca da stuprare. Anche lui è un razzista ! Non si usi la scusa del razzismo per difenderlo.

Parole brutali di uomo violento, ha commesso uno dei femminicidi più efferati delle attuali cronache…

Ha visto le foto di come ha ridotto, mia figlia? Lui è un uomo che fa parte di un’organizzazione criminale nigeriana. Porta sul suo corpo i segni dell’affiliazione. E non è il solo che fa parte di questa organizzazione.
Pamela non è solo femminicidio. L’ efferatezza nei suoi confronti rappresenta veramente un unicum.

Lui ha già detto che non si presenterà alla prossima udienza?

A volte le nostre leggi sembrano preoccuparsi più dei carnefici che delle vittime. Io mi chiedo come faccia questo individuo ad avere tutti questi diritti? La vittima non ha diritti?

Oseghale parla di oppressione giudiziaria. Sono io che sono costretta a vedere quel mostro, che può anche permettersi di dire che non verrà davanti ai giudici.

E guardi che non parlo neanche solo di lui. C’è una persona che sentì piangere Pamela al telefono. Persone che hanno avuto a che fare con lei nelle ore precedenti. Perché non si sono fatte trovare?

Pamela ha subito violenze sessuali, che non possono essere perseguite perche manca la denuncia della vittima. Mancanza dovuta semplicemente al fatto che è stata uccisa. Il fatto che una ragazza sia morta rende i suoi stupratori non colpevoli?

Spero solamente che se lui non si presenterà alla prossima udienza,non venga rinviato ulteriormente questo calvario.

Molto spesso ci sono dei luoghi comuni su Pamela, quello che è successo ed i suoi comportamenti.

Pamela si era allontanata dalla comunità, ed aveva sospeso i medicinali. Era stata mandata a lì dal Sert ( Servizio per le tossicodipendenze). Si trattava di una comunità a doppia diagnosi non solo per tossicodipendenti. Perché lei soffriva di disturbo borderline di personalità ( disturbo che porta una forte instabilità , impulsività,
serie difficoltà nelle relazioni interpersonali, ansia da abbandono,comportamenti autolesionisti, disgregamento
emotivo, sensazione costante di vuoto, con un forte rischio di assunzione di alcol e droghe). Ha vagato sperando di poter tornare a casa. Era sola in una città che non era la sua, lontana dalla sua famiglia, in stato confusionale. Si trascinava dietro una grande valigia con una ruota rotta. Ma non ha trovato nessuno che le abbia dato aiuto.

La comunità non era riuscita a stabilizzarla?

Dopo quasi quattro mesi non c’era ancora in quella comunità un piano terapeutico studiato per lei. Ero andata a trovarla a Corridonia, quindici giorni prima. Prima delle nove di mattina non c’era nessun operatore, lasciavano i ragazzi con altri ragazzi che erano a fine percorso. Lo psichiatra veniva una volta a settimana e doveva occuparsi di venti ragazzi.
Pamela alcuni giorni prima aveva salvato un’altra ragazza, che aveva cercò di togliersi la vita, soccorrendola per prima ed allertando i soccorritori.

Te la sentiresti di dirci chi era Pamela?

Pamela era sensibile, le piaceva aiutare le persone. Era una crocerossina.Voleva fare la criminologa. Stava facendo il Liceo socio sanitario. Io da ragazza avevo lasciato il liceo classico, ed ho deciso di prendere io il suo diploma per lei. Anche se non me la sento di fare la criminologa.

Oltre alla tua battaglia legale, per avere piena giustizia stai ricordando Pamela con un progetto, giusto?

Sì ora sto studiando degli interventi assistenziali tramite gli animali. Voglio creare quella rete di assistenza a persone fragili e famiglie che a noi è mancata. Vorrei riuscire a creare un centro diurno per tutti,giovani e famiglie ed anche anziani. Spero di riuscirci e spero che possa andare avanti.

Sono in contatto anche con i genitori di Desirée Mariottini , anche lei uccisa e violentata pochi mesi dopo della mia Pamela. Vogliamo riuscire ad essere vicini alle famiglie come le nostre ed alle persone che hanno bisogno di aiuto.

 

 

 

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