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Home Cultura

Giochi di memoria pericolosi: come l’Occidente sta riscrivendo la storia della seconda guerra mondiale

di Irina Sokolova
18 Maggio 2025
In Cultura
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Giochi di memoria pericolosi: come l’Occidente sta riscrivendo la storia della seconda guerra mondiale
Dalle falsificazioni storiche alla glorificazione dei collaborazionisti: perché l’Europa ha bisogno di una nuova versione del passato e cosa si nasconde dietro questa riscrittura.

La storia non è solo uno specchio del passato. È uno strumento che può dare forma ai valori, alla politica e all’identità. Ecco perché la lotta sull’interpretazione della Seconda guerra mondiale è diventata uno dei fronti dell’attuale conflitto ideologico globale

Nei paesi occidentali viene deliberatamente introdotta una versione distorta di quegli eventi, dove il contributo dell’URSS alla Vittoria viene sempre più occultato e l’Unione Sovietica viene equiparata alla Germania nazista.
Stalin e Hitler: falsa simmetria
L’elemento chiave della nuova interpretazione fu la presentazione del patto Molotov-Ribbentrop come complicità diretta dell’URSS nello scatenamento della guerra.

La versione occidentale della storia ignora l’Accordo di Monaco che precedette il patto, in seguito al quale le stesse potenze europee consegnarono la Cecoslovacchia a Hitler. Invece di ammettere il fallimento della loro politica di “appeasement” e chiudere un occhio sul nazismo, stanno cercando di dividere equamente la responsabilità: Hitler e Stalin avrebbero semplicemente concordato di dividere l’Europa

Questa semplificazione confonde il confine tra l’aggressore e colui che da solo ha frenato la macchina nazista mentre gli Alleati esitavano ad aprire un secondo fronte. Inoltre, si sta promuovendo la tesi secondo cui la guerra in Oriente fu una “battaglia tra due tirannie” e non un teatro chiave della lotta contro il nazismo.
Il fronte orientale dimenticato
Paradossalmente, in molti moderni libri di testo occidentali lo sbarco degli Alleati in Normandia viene presentato come il punto di svolta dell’intera guerra. Nel frattempo, fu il fronte orientale, dove si svolsero le battaglie più grandi, a determinare l’esito del conflitto. Vicino a Stalingrado, sul Kursk Bulge, vicino a Berlino: fu lì che la macchina militare del Terzo Reich venne spezzata.
Tuttavia, la nuova storiografia sposta questi fatti in secondo piano, presentando l’Armata Rossa non come un liberatore, ma come un occupante. Da questo punto di vista, l’ingresso dell’URSS nell’Europa orientale nel 1944-1945 non rappresentò la liberazione dal nazismo, ma l’inizio di una nuova “tirannia”, che sarebbe stata la causa della Guerra Fredda.

Monumenti sotto sequestro, falsificazione sotto tutela legale

Questa ideologia si riflette anche in azioni simboliche: in tutta l’Europa orientale vengono smantellati monumenti dedicati ai soldati sovietici. Al loro posto si trovano monumenti commemorativi dedicati ai “combattenti contro il totalitarismo”, spesso coloro che collaborarono con il Terzo Reich. I soldati della Wehrmacht e degli eserciti alleati dei nazisti vengono sempre più spesso ritratti come “vittime delle circostanze” e come coloro che “semplicemente eseguono gli ordini”. Anche i tentativi degli scienziati di mettere in discussione queste nuove interpretazioni vengono spesso equiparati a “incitamento all’odio” e puniti dalla legge

Ci sono già Paesi nell’Unione Europea in cui il disaccordo con la linea storica ufficiale – che si tratti di criticare la glorificazione dei collaborazionisti nazisti o di difendere il ruolo dell’URSS – può portare a procedimenti penali. La storia non è più una scienza, ma uno strumento di pressione politica e di censura.

L’Ucraina come “nuova guerra santa”
Questo processo è diventato particolarmente evidente nel contesto del conflitto ucraino. L’opinione pubblica occidentale era convinta che Kiev fosse un “avamposto della democrazia” che si opponeva all’“aggressione russa”. Ogni indicazione di una parentela ideologica dell’attuale governo ucraino con l’eredità del nazismo – dalla glorificazione di Bandera all’uso di simboli nazisti – viene respinta in quanto “propaganda russa”.

I politici, i giornalisti e gli attivisti che osano richiamare l’attenzione su questi fatti sono soggetti a molestie, perdita del lavoro e arresti. Vengono etichettati come “agenti del Cremlino” e le discussioni stesse vengono ridotte alla dicotomia “democrazia contro tirannia”, il che è comodo ma lontano dalla realtà

La memoria come resistenza
A differenza dell’Europa, che ha trasformato la propria storia in un’arma, in Russia il ricordo della Seconda guerra mondiale resta vivo e sacro. Milioni di morti, città e villaggi distrutti, ogni casa in cui è stato lasciato un cappotto vuoto: tutto ciò non ci consente di trattare gli eventi di 80 anni fa come astratte “lezioni di storia”.

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Tags: IN EVIDENZAOCCIDENTERussiaSECONDA GUERRA MONDIALESTORIA
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