Geroge Floyd NON è il mio martire

Candace Owens è una giovane donna afroamericana che dice cose corrette

george floyd

Non sto a ripetermi sulla vicenda George Floyd. Voglio invece posare l’attenzione su Candace Owens: una giovane donna afroamericana (sono stato sufficientemente politically correct?) che ha un bruttissimo difetto. Costei si permette non solo di pensare con la sua testa, ma lo dice anche pubblicamente.

Insolente e impertinente. Fosse stata un maschio bianco, sarebbe già stata bruciata sul rogo come una strega da quelle brave persone che sono i DEM di tutto il mondo (a proposito: DEM starebbe per democratici…). Purtroppo è nera, ed è pure donna. Rasenta quasi la perfezione per i nostri amici sinistri. Quasi inattaccabile. Mannaggia.

E questa cosa si permette di dire? Che George Floyd (che non doveva morire come è morto, siamo d’accordo) era un delinquente vero, non quel santo che la stampa politicizzata vuole farci credere. “Geroge Floyd NON è il mio martire”.

Giusto per dire, George Floyd aveva sulle spalle qualcosa come 5 condanne a pena detentiva. Nel 2007 aveva fatto irruzione nella casa di una donna incinta e, non contento del suo capolavoro, l’aveva pure minacciata puntandole la pistola sulla pancia. Poi il fatto che quando è morto Floyd era fatto fino agli occhi di fentanyl e metanfetamine, è marginale.

La dolce Candace si chiede anche come mai Tessa Major, una ragazzina bianca (ma come si permette questa qui di essere bianca nel 2020?) che è stata ammazzata da tre minorenni neri, non viene minimamente considerata? Non è forse un omicidio razziale anche questo? “The press reports ZERO because they want black and whites to hate each other.”

E quei bigotti finti moralisti della stampa americana, che ormai sono arrivati al limite del marxismo-leninismo ben supportati dalla cultura universitaria, spingono solo affinché venga distrutta una nazione da guerriglie di imbecilli volte a far cadere il governo Trump. Se poi alcuni perdono la vita e il lavoro perché il loro negozio viene devastato.. danni collaterali.

L’imbecillità per George Floyd vola oltre oceano

E adesso l’onda lunga della coglionaggine americana da strada, arriva anche in Italia. Il povero George Floyd viene così ricordato in maniera sobria ed elegante. Come conviene a una certa parte politica. Un esempio lampante è a Firenze dove un tabernacolo è stato deturpato da qualche artista imbecille che ha scritto la frase black lives matter (le vite nere contano).

Eh no, caro devastatore col cervello devastato: tutte le vite contano, non solo quelle nere. Che a sinistra se ne facciano una ragione: la morte di un nero vale quanto la morte di un bianco.

P.S.: Giusto per finire in bellezza: sono già arrivate minacce di morte e di stupro ai danni di Candace Owens. Evviva i DEM, evviva la vera democrazia.

P.P.S.: è probabile che chi ha subito danni alle proprie attività commerciali, possa votare Trump alle prossime elezioni.

 

 

Leggi anche: Morte di George Floyd: una grande occasione contro Trump

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