Funaro dice no alla cittadinanza onoraria per Francesca Albanese
La decisione della sindaca di Firenze, Sara Funaro, di non concedere la cittadinanza onoraria di Firenze a Francesca Albanese, arriva come un segnale politico forte, che va oltre il perimetro comunale e tocca uno dei temi più divisivi del dibattito internazionale.l
E lo fa scegliendo una linea di cautela che, pur presentata come difesa dei “valori di Firenze”, apre interrogativi su neutralità, coerenza istituzionale e gestione dei simboli pubblici.
Funaro ha motivato il suo “no” sostenendo che le posizioni di Albanese sarebbero “divisive” e in più occasioni non in linea con la visione di una città che vuole “unire e non alimentare tensioni”. Una posizione che arriva dopo le recenti dichiarazioni della relatrice ONU sull’assalto alla sede del quotidiano “La Stampa”, dove Albanese, pur condannando il gesto, aveva definito l’episodio “anche un monito” per il mondo dell’informazione.
Parole che hanno provocato polemiche trasversali e che la sindaca ha ritenuto incompatibili con la tradizione fiorentina di difesa della libertà di stampa
Se da un lato la scelta di Funaro è stata accolta con favore dai gruppi più moderati e dal centrodestra cittadino, dall’altro ha suscitato reazioni indignate da parte delle forze della sinistra radicale, che da settimane spingevano per concedere la cittadinanza ad Albanese come gesto “politico e simbolico” sul conflitto mediorientale. È proprio questa impostazione, più identitaria che istituzionale, a essere stata respinta dalla sindaca. Una scelta che, almeno nelle intenzioni dichiarate, vuole depoliticizzare un riconoscimento che dovrebbe rappresentare l’intera comunità fiorentina.
Il caso però non finisce qui
Nel tentativo di mantenere un equilibrio tra le pressioni interne alla sua maggioranza e il contesto nazionale, Funaro ha aperto alla possibilità di un “riconoscimento generico” del lavoro svolto da Albanese all’ONU. Una mossa che sa di compromesso e che evidenzia un imbarazzo tutto politico. Si evita il gesto divisivo della cittadinanza onoraria, ma allo stesso tempo anche quello di non scontentare chi nell’amministrazione vede Albanese come una figura da valorizzare.
Una strategia che ha il difetto di creare comunque disarmonie interne, senza chiarire fino in fondo quali siano i criteri per conferire un’onorificenza comunale
Al centro della vicenda resta la questione principale, ovvero delineare quale sia il ruolo delle istituzioni locali. La cittadinanza onoraria, infatti, non è un premio personale, ma un atto simbolico che lega l’immagine di un’intera città a quella di una persona. E in questo caso, anche alla sua visione politica. Nella scelta della sindaca emerge quindi la consapevolezza che la politica estera e le controversie internazionali non possono essere affrontate a colpi di atti simbolici utilizzati come bandiere ideologiche. Soprattutto quando esiste il rischio che tali gesti polarizzino ulteriormente l’opinione pubblica.
La decisione di Funaro si inserisce inoltre in un quadro nazionale in cui altri Comuni stanno rivalutando onorificenze già concesse ad Albanese, segno di una sensibilità crescente sull’importanza di mantenere le istituzioni locali al riparo dal conflitto mediorientale, almeno sul piano simbolico
Una prudenza che il centrodestra, sia a livello cittadino che nazionale, rivendica da tempo, chiedendo una gestione più responsabile e meno militante delle onorificenze pubbliche.
Per Firenze, città che ha fatto della cultura del dialogo una sua bandiera internazionale, il caso Albanese diventa così lo spartiacque fra chi intende seguire la strada di chi vuole trasformare le onorificenze in strumenti di propaganda o ribadire il principio che i riconoscimenti istituzionali devono essere patrimonio di tutti i cittadini, non la bandiera di una parte politica.
Questa volta, almeno sulla carta, la sindaca ha scelto la seconda via
Resta però una domanda. La scelta di Funaro rappresenta davvero un ritorno alla sobrietà istituzionale, o è soltanto un equilibrio precario dettato dalla convenienza politica del momento?
Leggi anche:
