Fumo di Londra

In Inghilterra si naviga a vista. L’unica cosa certa è che la Brexit esiste solo sulla carta.


The ayes to the right, the noes to the left. Con questa formula vengono ufficializzati in numeri dei voti nel parlamento inglese. Ieri si votava la sfiducia al Primo Ministro Theresa May, richiesta dai laburisti. La May è riuscita a rimanere in sella per soli 19 voti, ma non perché i conservatori credano in lei, quanto perché la paura di un governo laburista a guida Corbyn è veramente forte. 

Del resto i numeri reali del pensiero britannico si erano visti il giorno prima, con una vittoria di caratura bulgara contro la Brexit. 

Adesso la May ha un’unica mossa da fare: lavorare di concerto a maggioranza e opposizione per trovare una soluzione di Brexit che preveda molti accordi commerciali con l’Europa. Poi proporla a sua maestà Angela Merkel e sperare che venga accettata. 

Del resto la Brexit “no deal” dura e pura che era nella mente della signora di Downing Street è stata dichiarata ufficialmente morta alla nascita non tanto dagli acerrimi nemici laburisti, quanto dal partito conservatore. 

Assisteremo quindi ad un’uscita dell’Inghilterra dall’Europa solo formalmente, ma la sostanza vera è che rimarrà quasi tutto immutato. 

Tommasi di Lampedusa scriveva: tutto cambi affinché niente cambi. 

Mi pare facile prevedere come una nazione che ormai basi la quasi totalità della propria capacità produttiva su servizi finanziari, non abbia la minima possibilità di sopravvivere ritirandosi nel suo “splendido isolamento”.

La May ha detto che la Brexit deve essere fatta per rispettare il volere del popolo espresso nel referendum. Però si può farla un po’ all’italiana: con la botte piena e la moglie ubriaca. 

Anche questa volta insegnamo al mondo a vivere. 

Exit mobile version