Flavio Briatore è il nuovo Berlusconi: odiato perché di successo

Quando si un uomo di successo, in Italia, sei odiato. Almeno da una parte della popolazione

Flavio briatore

Flavio Briatore – Un tempo Silvio Berlusconi era l’uomo più odiato di Italia. E al tempo stesso il più invidiato. Chi non avrebbe voluto essere Berlusconi? Ricco da non saperne che fare; presidente di una squadra di calcio che vinceva tutto; pieno di donne bellissime e sempre più giovani; poi anche Presidente del Consiglio; amico intimo di Putin. Insomma era il sogno italiano del maschio medio.

Oggi il Cav. è, per questioni anagrafiche, fuori dai giochi. L’età avanza inesorabilmente e gli acciacchi ancora di più. Ma c’è un nuovo Berlusconi, anche se non proprio più di primo pelo. Si chiama Flavio Briatore.

Un tizio che nella sua vita ha fatto vari lavori, e tutti con grossi successi: team manager della Benetton (alla quale fa vincere anche un paio di titoli mondiali. Poi passa alla Renault e anche lì vince. Il suo mantra era: la Formula 1 non è uno sport, ma un business.

Compra una squadra di calcio inglese e la riporta in Premier League. Poi si butta nel campo del divertimento notturno con il Twiga a Marina di Pietrasanta e il Billionaire in Sardegna. Per non parlare degli show televisivi.

Politicamente non si è mai schierato apertamente. Anche se è amico di lunga data di Donald Trump.

Parola d’ordine: odiamo Briatore

A me Flavio Briatore non sta simpatico. Non sta nemmeno antipatico. È uno che ce l’ha fatta. È nato in una famiglia tradizionale italiana e ha scalato la vetta. Tanto di cappello.

Come Berlusconi: ha un monte di quattrini, una grande vita imprenditoriale, ha vinto tutto e ha le donne. Belle e giovani.

Alzi la mano quale maschio italiano non vorrebbe, almeno per un giorno, ma anche una settimana, vivere la sua vita?

Tranne, ovviamente gli odiatori di professione. Di cui l’Italia è piena. Specialmente a sinistra. L’invidia è veramente una brutta malattia, dalla quale è impossibile guarire.

Briatore ha il coronavirus. Ci sta. La sua è una vita “a rischio” e la fascia di età è quella più sensibile. Ma la morte non si augura a nessuno. E il sig. Claudio Mazzanti, assessore bolognese in forza (guarda strano) al PD, dovrebbe scavare una buca e mettercisi dentro. “C’è una giustizia divina […] adesso farà meno lo sbruffone”. Tipico di certa gente, inutile sottolinearlo.

Tutti buoni a sparare contro Briatore, ben nascosti dietro le proprie tastiere. Le donne poi, che lo tacciano di essere praticamente un pappone. Possiamo parlare del fatto che un uomo di 70 anni non dovrebbe fare da “sponsor” a ragazzine ventenni per tr…anquillizzarle.

Ma nessuna femminista moderna biasima le ragazzine che si fanno tr…anqullizzare per avere una sponsorizzazione. E magari quelle che urlano allo scandalo sono proprio quelle che avrebbero voluto farsi sponsorizzare, facendosi tr…anquillizzare. E non ce l’hanno fatta per vari motivi che non sto a elencare.

La stessa Elisabetta Gregoraci, 30 anni meno di lui (TRENTA), ha parole di biasimo. Probabilmente perché ormai quarantenne è stata soppiantata da una schiera di più giovani che non fanno altro quello cha fece lei alla loro età. Ripeto: l’invidia è una malattia terribile.

Il fatto è che un uomo è all’ospedale e c’è chi gioisce per questo. Che schifo di mondo.

 

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