Firenze, lo stadio e la politica. Una storia brutta

Stadio

Lo stadio nuovo a Firenze. È dai tempi della vecchia proprietà che ne sento parlare. Ma Della Valle vaffanculo! Potremo dire che inizia così la cacciata dei non brillanti gestori di una bella Fiorentina salvata dalla C e riportata fino al calcio che conta. Una proprietà che però mai ha avuto il coraggio e la voglia di pensare ad uno stadio! Quello che veniva detto erano solo, appunto, parole.

Della Valle fuori dalle pa…e, si cantava allo stadio. Arriva chi i soldi li ha (Commisso) e afferma di volerli spendere davvero. Fin qui tutto bello. E a pensarci bene li spende anche: non per un attaccante o un portiere ma per il centro sportivo. E di questo tutti i fiorentini dovrebbero essere grati e felici. Grati non solo a Commisso, ma anche a Casini. Sì, perché come vedremo c’entra anche la politica. E il Sindaco di Bagno a Ripoli è stato bravo nell’apparecchiare una bella tavola per l’investitore statunitense.

L’ingerenza della politica locale

Ma veniamo allo stadio perché una squadra che oggi vuole primeggiare in serie A deve avere un suo stadio (vedi le milanesi, le romane o anche l’Atalanta dei Percassi). E oggi giorno se non hai soluzioni che ti piacciono (qui si potrebbe parlare di alienazione del Franchi e del famoso progetto ‘catino’) la cosa migliore è farlo da zero. E anche la meno onerosa, da punto di vista economico e temporale.

È qui che arriva la politica e la sua disastrosa onda lunga. Non siamo a Bagno a Ripoli, ma a Campi Bisenzio e il sindaco (allora) di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, un giorno sì e un giorno sì chiama Commisso per offrire terreni. Chiede a Barone di andare a trovarlo e come il suo collega di Bagno a Ripoli apparecchia una bella tavola imbandita…

Nardella come Scalfaro: Io non ci sto!

Tutto questo fa innervosire non poco la Città di Firenze. Che prima dichiara guerra al buon Fossi e poi quando capisce che siamo sull’orlo del baratro lo convince a farsi da parte. E come si alluzza un sindaco a farsi da parte? Ma con un posto in parlamento!

Tant’è che Fossi addirittura si dimette in anticipo. Manda il commissario nel suo comune (comune che, grazie a queste manfrine, forse cambierà anche guida) e smette di parlare di stadio a Campi. Viene premiato con il suo scaranno e qualche mese dopo diventa anche segretario regionale del PD in pancia alla Schlein. Lui ha fatto carriera. Chi ci ha rimesso, al solito, sono i cittadini.

Per il Sindaco di Firenze arrivano i soldi del PNRR. Viene indetto un concorso e scelto il nuovo Franchi. Nardella tira un bel sospirone di sollievo: ha salvato capra e cavoli. Lo stadio rimarrà nel Comune di Firenze (fondamentale per la bontà politica del suo operato) e il vecchio Stadio Comunale Giovanni Berta (oggia Artemio Franchi), non andrà in disuso. Un successo!

Le mosse della ACF Fiorentina

E la Fiorentina? Già la Fiorentina. Peccato che la dirigenza viola, prima continui a dire che vuole solo ‘roba sua’ con i soldi suoi (ma allora non si capisce perché abbia stoppato Campi o altre soluzioni) e poi lascia andare avanti il sindaco Nardella che spenderà soldi di tutti i cittadini italiani, non dei fiorentini e basta, per dotare la città di un nuovissimo e carissimo impianto. Che però potrebbe non interessare alla squadra viola.

Ma perché direte voi? Perché la dirigenza, che non si è mai seduta al tavolo con l’amministrazione, scopre oggi che per 2/3 stagioni dovrà stare lontano dalle mura amiche (si parla di circa 25 milioni di spesa). E poi magicamente si accorge che il canone non potrà più essere quel milioncino che oggi versa nelle case comunali. Ma si parla di un canone ritoccato verso i 6 milioni. Del resto: stadio vecchio, canone vecchio. Stadio rinnovato (non nuovo), botte da orbi.

E allora perché non tornare al proprio stadio fatto da zero magari a Campi o Bagno a Ripoli? Tanto i soldi sono miei dirà il Presidente Commisso, ok? E noi cittadini avremo speso 190 milioni per crescere le margherite…

E non finisce qui.

(in collaborazione con “Goriziana”)

 

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