Firenze fra l’onda e la bandiera blu

Firenze fra l’onda e la bandiera blu

Capitan Matteo! E’ così si è fatto chiamare Salvini dai suoi colleghi europei al raduno di Firenze nella giornata di domenica scorsa.

Chiusi e protetti in un’area della Fortezza da 1!!++1Basso, i sovranisti europei hanno svolto i propri lavori, nel momento in cui in diverse aree fiorentine e in diversi orari, cinque manifestazioni 1!animavano la città al grido 1di “Europa, Europa”.

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Da un parte gli autoproclamati “Onda blu” 1del gruppo parlamentare di “Identità e democrazia”, guidati dalla Lega di Salvini; dall’altra parte i cortei capeggiati dal sindaco uscente Nardella, in odor di candidatura alle prossime elezioni del 2 giugno in Europa, che vivaci e colorati hanno tappezzato di bandiere europee e della pace le vie fiorentine.

Pochi metri di distanza divisi da cordoni di forze pubbliche, per due identità completamente diverse, valori differenti, visione politica opposta. Da una parte si proclama la minaccia dell’Unione europea per gli europei, dall’altra sponda, dopo la fermata Fortezza della tramvia, si inneggia a una Europa ancor più solidamente unita nel male o nel bene. Chi progetta un matrimonio in totale comunione dei beni e chi auspica in una semplice convivenza “forzata” ancorché necessaria.

Capitan Matteo del gruppo sovranista europeo assicura che il progetto sarà sicuramente positivo, “sorridente”, pacifico e democratico. Tuttavia le sue parole accomodanti stridono con quelle espresse da lui dal palco della convention. Dall’alto del palcoscenico ha parlato chiaramente e senza tanti preamboli che va distrutta una certa parte dell’Europa “massonica e burocratica”, che vuole distruggere e non costruire.

Con questo ha cominciato a prendersela con i capi europei e non, chiamando in causa anche Soros

Loro sovranisti piccoli e indifesi, combattivi di fronte allo strapotere di centri internazionali. Gli altri i cattivi che con le loro politiche scellerate, intendono distruggere quello che sono i valori degli europei.

Tuttavia nonostante l’alta pubblicizzazione dell’evento, deve essere registrata una debacle nella presenza alla convention dei leader di altri Stati che fanno parte del gruppo a Strasburgo. Brilla fra tutte l’assenza di Marine Le Pen apparsa solo in videomessaggio. Non pervenuto neanche il leader olandese Greet Wilders, anche lui presente solo in videomessaggio. Presenti invece i leaders di Bulgaria Kostandin Kostadinov e Romania George Simion, della Polonia Roman Fritz, della Danimarca Majbritt Birkholm. Tutti serrati contro la Von Der Leyen, e le sue politiche inefficaci nel contrastare problemi quali l’immigrazione, la crisi demografica e la famiglia.

Vengono sparse al vento parole come Dio, onore, patria, famiglia naturale, fede , verità, giustizia e libertà, con un gongolante Salvini che con questa reunion spera in risultati più convincenti alle prossime elezioni e in generale per il partito che rappresenta. Si mette in piazza anche Firenze, la sua cultura, la sua bellezza e la sua storia, per parlare di un nuovo Rinascimento dell’Europa.

Nardella, presente a piazzale Michelangelo, ricorda che Firenze è la città di Don Milani e La Pira e che niente ha a che vedere con la convention a trazione leghista. Nel pomeriggio il corteo degli antagonisti ha organizzato una rendez vous in Piazza Indipendenza, a un tiro di schioppo dall’Onda Blu della Fortezza.

Nessuno scontro comunque, nessuna violenza, nessun atto di abbrutimento (solo una imbrattatura alla sede di Fratelli d’Italia che fra l’altro non fa parte al gruppo di Identità e democrazia) .

Una contrapposizione verbale dura, ma in linea con la vocazione pacifista di Firenze, così come deve essere

Una domenica che, nonostante le parole al vento di Nardella al superbo Piazzale Michelangelo , avrebbe fatto piacere a La Pira: “la politica è un impegno di umanità e santità: è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita”. E questo da qualunque parte politica la si veda.

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