“Non mi interesso di poesia: il mio tema è la guerra, la pietà della guerra. La poesia è nella pietà. (…) Tutto ciò che il poeta può fare oggi è ammonire. “ Sono versi di Wilfred Owen ( 1893-1918) poeta soldato inglese caduto proprio alla fine del primo conflitto mondiale: i suoi Poems apparvero postumi nel 1920, il loro autore era infatti caduto in Francia il 4 novembre 1918, appena una settimana prima della fine della guerra.
Il War Requiem di Benjamin Britten però nacque dalle ceneri del secondo conflitto mondiale: nel 1962 si procedette infatti alla consacrazione della ricostruita cattedrale di Saint Michael a Coventry, cittadina inglese che era stata totalmente distrutta dai bombardamenti tedeschi del novembre 1940. In quella circostanza fu richiesta a Britten una nuova composizione che ricordasse le vittime della guerra e il musicista pensò a un Requiem che mescolasse, al testo latino tradizionale, alcuni versi del poeta soldato Owen, che della guerra aveva descritto il volto più crudele e spietato.
Un fine settimana, quello del Maggio Musicale Fiorentino, con due interessantissimi appuntamenti nel segno di due musicisti molto lontani nel tempo e nel contesto storico – culturale: Sabato 3 maggio, alle ore 20, il maestro Diego Ceretta sale sul podio della Sala Grande del Maggio – alla guida dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Orchestra della Toscana, della quale è direttore principale, e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio – per il terzo appuntamento sinfonico del Festival con in programma il War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera di Britten.
Il giorno successivo, Domenica 4 maggio alle ore 20, in Sala Zubin Mehta, il maestro Federico Maria Sardelli e il maestro Samuele Lastrucci saranno sul podio per una serata dedicata alle composizioni di Giovanni Battista Lulli e Marin Marais; protagonisti l’Orchestra Barocca Modo Antiquo e il Coro de’ I Musici del Gran Principe. In programma tre composizioni di Giovanni Battista Lulli: Salve Regina LWV 77/13, petit motet; Thésée LWV 51, entrée des combattants e Exaudiat te Dominus LWV 77/15, grand motet. Seguono due brani composti da Marin Marais: la Suite II en sol mineur e Pièces en trio M 387. Chiudono il concerto altre quattro composizioni di Lulli: alcuni estratti da Le bourgeois gentilhomme LWV 43; Psyché LWV 45, plainte italienne; Thésée LWV 51, marche e, infine, la passacaille Armide LWV 71.
Tornando a Britten, la serata nasce in collaborazione con l’Orchestra della Toscana, un binomio prezioso e così descritto da Daniele Spini, direttore artistico dell’ORT: “La collaborazione fra Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra della Toscana trova in questa produzione un momento specialmente intenso. A guidare i complessi del Maggio è Diego Ceretta, direttore principale dell’ORT, e dall’ORT è espresso il gruppo di musicisti che interagisce con i solisti di canto come orchestra da camera. Due istituzioni si incontrano per fare musica insieme, in una composizione di grande valore artistico e di non meno alto significato morale”.
La commissione del Requiem rappresentò infatti per Britten non solo l’occasione per ricordare i caduti ma anche per denunciare l’orrore e la follia che caratterizzano ogni evento bellico in qualunque luogo o tempo si svolga. Da qui la scelta di congiungere piani poetici e musicali differenti, che sono il tratto distintivo di quest’opera. Il compositore scelse infatti di mettere in musica le sezioni della missa pro defunctis della liturgia latina (Introitus; Sequentia; Offertorium, Sanctus; Agnus Dei; Libera me) inframezzandole con alcune liriche di Owen: al soprano e al coro accompagnati dalla grande orchestra sono affidate le preghiere della messa in latino; al tenore e al baritono, sostenuti dall’orchestra da camera, spetta il compito di dar voce a due soldati immaginari che nei versi poetici di Owen si interrogano sul significato della morte e sull’orrore della guerra; mentre al coro dei ragazzi, simbolo di purezza e innocenza, è affidato il messaggio di speranza in un mondo pacificato. Sui rintocchi delle campane, fil rouge della composizione, il coro sussurra la secolare preghiera (Requiem aeternam) ma i versi di Owen seguenti suonano angoscianti come un grido di protesta che si leva tra le pieghe di una musica dolente. Da prospettive diverse, il Requiem di Britten ci parla del terrore della catastrofe e del mistero della morte. Emblematico e suggestivo è poi il finale in cui le voci dei due soldati un tempo nemici sul campo di battaglia si trovano a invocare insieme il sonno eterno, una melodia dolcissima che ha il sapore di una ninna nanna chiosata dalle voci angeliche dei fanciulli.
Solisti della serata fiorentina il soprano russo Elizaveta Shuvalova, talento dell’Accademia del Maggio; il tenore inglese Ian Bostridge, che giunge con questa alla sua 98esima esecuzione del War Requiem nel corso della sua carriera e che sarà protagonista della Matthäus-Passion di J.S.Bach del prossimo dicembre, e il baritono tedesco Dietrich Henschel, fra i protagonisti del Doktor Faust andato in scena nell’inverno del 2023.
Dal XX secolo al Barocco, nel segno di Lully e Marais: il primo in realtà fiorentino (Giovan Battista Lulli) anche se poi la sua carriera artistica si svolse tutta alla corte del Re Sole. “L’occasione di domenica è perfetta per ascoltare quanto di meglio di Giovanni Battista Lulli che, assieme a Monteverdi, è uno dei fari del barocco e del ‘600 italiano. In questo concerto potremo godere di alcune delle pagine più belle e particolari della sua produzione, possiamo dire il meglio di ogni suo genere: dalla musica sacra (un grande mottetto e un piccolo mottetto) alla musica teatrale con due grandi plainte e passacaille. Insomma, andremo a sfiorare quasi tutti i registri della produzione di Lulli che ci porteranno a esplorare quasi tutti i volti dell’animo umano”. Così il maestro Sardelli, indiscusso esperto di questo repertorio.