Federfarma denuncia: “Le mascherine da 50 centesimi non arrivano”

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Federfarma denuncia: “finite a Roma, ancora attese a Milano e Torino”

“Nella quasi totalità delle farmacie dove sono state consegnate a prezzo calmierato, per esempio a Roma, le mascherine chirurgiche sono già finite. Non sono state ancora consegnate in altre grandi città come Milano e Torino e c’è ancora stallo sulla carenza di mascherine. I farmacisti sono disponibili alla vendita, ma le ingenti quantità promesse, affinché queste ultime fossero nella disponibiltà delle farmacie, purtroppo non sono arrivate. Su questo siamo punto e a capo”. Lo ha detto Marco Cossolo, presidente di Federfarma.

“Oltre alle mascherine, c’è una fortissima carenza di guanti e di alcol per disinfettare. Sono introvabili nelle farmacie italiane”. A dar voce a un problema “riscontrato da Nord a Sud della penisola” è Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma. “Il prezzo dei guanti, in lattice o nitrile, si è triplicato o quadruplicato negli ultimi mesi dopo l’emergenza Covid-19”. Questo, prosegue, “deriva dall’altissimo costo di acquisto pagato dalla farmacia ai fornitori, per il fatto che le materie prime sono aumentate, la richiesta si è moltiplicata per mille e le giacenze di magazzino sono ormai finite”.

“Le uniche che stiamo distribuendo sono quei tre milioni provenienti dalla Protezione Civile ed entro domani saranno già finite a fronte di un fabbisogno di 10 milioni al giorno. Siamo subissati di richieste e purtroppo ci sono diversi milioni di mascherine bloccate e sequestrate durante i controlli, spesso per intoppi burocratici: bisognerebbe eliminare questo corto circuito”ha detto Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, l’Associazione Nazionale dei Distributori di farmaci e dpi.

ENNESIMO FALLIMENTO DEL GOVERNO

Anche in questo caso la sparata del Governo non ha poi trovato reale applicazione. Siamo di fronte all’ennesimo annuncio meramente propagandistico di Giuseppe Conte, gettato in faccia agli italiani a casaccio nonostante la consapevolezza di non avere strumenti per poterlo rispettare. D’altronde si torna sempre al punto di partenza: di solo turismo non si può vivere, nemmeno in Italia. Occorre tornare a sviluppare una produzione industriale nazionale in ogni settore, a cominciare magari proprio da quello sanitario.

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