Fate qualcosa, ma fate presto

Quando i tentennamenti di un governo distruggono un paese

Vinto

L’ombra di un nuovo LOCKDOWN, presto detto, si agita da giorni su tutto il popolo italiano.

Ogni giorno leggiamo di nuove decisioni al vaglio del governo: coprifuoco alle 18, anzi alle 21, divieto di spostamenti fra regioni, o forse chiudiamo solo quelle dove l’indice di contagio è superiore a 1,5.

ettiamo la didattica a distanza in tutte le scuole, no solo nelle superiori.

Insomma in questo momento così drammatico per il Paese tutti questi tentennamenti non fanno che agitare gli animi e impensierire le persone.

Certo tutta l’Europa è in queste drammatiche condizioni, con una differenza: negli altri paesi i leader hanno deciso, in modo netto chiaro e senza tentennamenti.

Solo in questo modo stanno riuscendo a tenere in piedi, per lo meno, la loro credibilità politica.

Da noi no; da noi si tentenna, si discute, si rimane vittime delle scelte di ministri che nei mesi passati non sono riusciti ad organizzare niente di ciò che era di loro competenza (una su tutti la Azzolina per le scuole).

E intanto il paese lentamente muore, ed è un’agonia lenta ed angosciosa per tutti.

Perché se è vero che non siamo tutti sulla stessa barca siamo comunque tutti travolti dalla stessa tempesta.

Servirebbe, ora più che mai, un timoniere forte, deciso, che non abbia paura di decidere.

E invece ogni week end si ripete il triste cabaret sui nuovi DPCM ed il loro contenuto.

Non è un caso che Conte abbia perso, in soli 10 giorni, ben sette punti nei sondaggi sulla fiducia che rimpongono in lui gli italiani. Perché un premier che non decide e ci lascia in balia di virologi, epidemiologi e tecnici vari che quotidianamente ci svelano la loro ricetta magica, non può poi chiedere unità ad un popolo che da ben 8 mesi aspetta.

Dpcm e Potenza di Fuoco

Aspetta la potenza di fuoco, aspetta i DPCM, aspetta che passi la tempesta.

Ma la tempesta è già qui. Decidete subito, ma fate presto perchè il paese sta morendo ed il vostro immobilismo è la cura peggiore.

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