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Home Firenze

Eugenio Giani e la “quadratura del cerchio” della Giunta

di Silvia Castellani
28 Novembre 2025
In Firenze, Politica
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GIUNTA REGIONE TOSCANA
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Eugenio Giani e la “quadratura del cerchio” della Giunta

La riconferma di Giani alla guida della Regione Toscana sembrava preludere a un secondo mandato all’insegna della continuità e dell’armonia interna. Invece, la partita della nuova giunta si è rivelata il passaggio più delicato e divisivo dell’intera fase post-elettorale. Il nodo? La promessa, poi rimodulata, di una valorizzazione dei più votati, in un quadro politico che doveva comunque rispondere ad altre esigenze, quali competenza, equilibri territoriali, alleanze di coalizione e rinnovamento generazionale.
Il simbolo di questo paradosso è Biffoni, ex sindaco di Prato e “recordman” delle preferenze con oltre 22.000 voti personali, una cifra che in un’elezione locale avrebbe quasi automaticamente garantito un ruolo di governo. E invece no. Biffoni resta fuori dalla giunta. Una scelta che ha creato onde d’urto immediate nel PD toscano e nel territorio pratese, dove il voto sembrava esprimere con chiarezza la necessità di portare nel palazzo regionale una rappresentanza forte, possibilmente proprio attraverso l’ex primo cittadino.
Lo stesso Biffoni non ha nascosto sorpresa e amarezza. Secondo molti osservatori, la percezione è quella di un riconoscimento mancato, più che un criterio meritocratico.
La frattura non riguarda solo i protagonisti diretti. A Prato, il PD locale ha fatto quadrato denunciando “una scelta incomprensibile” e lamentando una rappresentanza ridotta a ruolo marginale. Se il voto non pesa, quale senso ha parlare di radicamento territoriale? Il consenso delle urne, soprattutto nelle realtà dove il PD resta competitivo grazie alla mobilitazione locale, non è solo un numero. È identità, è appartenenza, e’ la prova di un lavoro politico reale.
Ecco perché l’esclusione di chi raccoglie migliaia di preferenze può essere letta come una delegittimazione verso la base, non solo verso il singolo candidato escluso.
Sul fronte opposto, Giani aveva preparato il terreno già settimane fa. “Le preferenze saranno importanti, ma non decisive” aveva sentenziato.
Secondo i sostenitori del governatore, l’obiettivo non era premiare i più popolari, ma costruire un gruppo eterogeneo, dove l’equilibrio fosse utile a governare, non semplicemente a distribuire medaglie. Una logica da “governo prima di tutto”.
Ma proprio qui si apre il dilemma.
Cosa deve pesare di più in una giunta regionale?
Se la politica regionale smette di valorizzare le preferenze, la partecipazione dei territori tenderà a demotivarsi. È un rischio concreto, soprattutto dove la campagna elettorale è stata vinta grazie ai rapporti strutturali con la comunità. Prato, su tutti.
Ecco però che nelle ultime ore emerge un’ipotesi. Secondo alcuni media toscani, la giunta guidata da Giani starebbe valutando una modifica dello statuto regionale per superare l’attuale limite di otto assessori e aumentarne il numero complessivo.
L’obiettivo dichiarato sarebbe riportare il numero degli assessori in linea con la popolazione regionale. Con circa 3,5 milioni di abitanti, la Toscana potrebbe vedere un ampliamento della squadra di governo, portandola a nove membri, così da diluire meglio le deleghe e garantire una rappresentanza più ampia, anche territoriale e politica.
Se la manovra andasse in porto, potrebbe rappresentare per Giani la “quadratura del cerchio”. Una soluzione che, almeno sulla carta, permetterebbe di dare spazio a chi ha avuto un vasto consenso, senza sacrificare né competenze né equilibrio di coalizione.
La nuova giunta parte anche con un debito politico verso una parte del PD che vede mortificato il proprio consenso. Una ferita non solo di corrente in quanto tocca la questione più grande della rappresentanza democratica.
In una stagione dove la politica fatica a coinvolgere i cittadini, il rischio è ancor più evidente.
L’eventuale aumento del numero degli assessori, se concretizzato, potrebbe essere interpretato come una risposta pragmatica, cercata a livello istituzionale, al grido di scontento che arriva dai territori. Ma resta da vedere se sarà percepita come un gesto di riconciliazione, oppure come un tentativo di “mise en place” politica di aggiungere poltrone per rimediare a una scelta controversa.
Se la giunta funzionerà, se darà risultati concreti ai territori, allora le tensioni potrebbero assorbirsi naturalmente. Ma se così non sarà, il nodo delle preferenze, e la decisione di ampliare il numero degli assessori, potrebbe trasformarsi in un boomerang per il governatore.
Per Giani, quadrare il cerchio non significa solo comporre una squadra. SIgnifica piuttosto dimostrare che quella squadra vale più del voto che ha escluso. E sarà il tempo a giudicare se l’operazione è riuscita.

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Tags: EUGENIO GIANIGIUNTAIN EVIDENZAMeritocraziaREGIONE TOSCANA
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