Essere pifferai intelligenti

Essere pifferai intelligenti.Per volontà e non per dimenticanza non parleremo di Draghi persona, illustre tecnico e figura di prestigio nel panorama internazionale. Al riguardo , il nostro non è un semplice grazie liquidatorio, ma un più che convinto riconoscimento a chi ha guidato l’Italia in tempi difficili.

La veste del politico

Due parole in più ci premono sul Draghi “politico” o, meglio, sul Draghi che non è proprio riuscito ad indossare il migliore abito della politica. Ha tentato di indossarlo in extremis, ma è scivolato su una colossale buccia di banana. Com’è possibile che un uomo della sua esperienza si sia fatto accompagnare alla porta di palazzo Chigi da una mozione di fiducia ad unica firma di Casini?

Non poteva non sapere che Casini da molti anni non è più l’arbitro del centro. Ormai è un giocatore che indossa una maglia precisa, quella del PD (che lo ha eletto) e, più in generale del centro-sinistra.

Così parlò Marx

Questo ragionamento ci porta verso Letta (Enrico), definito da alcuni il più democristiano tra i Democratici di Sinistra. Ma costoro, a quanto pare, conoscono poco la filosofia di Marx, che, evidentemente, fa breccia anche tra chi è cresciuto sotto le insegne dello scudo crociato.

Per Marx verità e realtà sono decidibili solo nella prassi, poiché ogni teoria deve essere corroborata dalle pratiche. E’ palese che anche chi è ora sotto la bandiera del PD, sebbene nato democristiano, ha sposato in pieno questa suggestione: non contano i principi, neppure le ideologie, vale soltanto l’adattamento vincente alla storia. E’ così che il PD a trazione Letta si è adattato come un camaleonte a Draghi perchè l’unico verbo è governare. Pragmatismo puro.
Ma non possiamo ignorare l’altra metà del campo: il centrodestra. Qui dobbiamo esser chiari. Non è più possibile usare questa sigla in mancanza di un profondo chiarimento, che passa soprattutto da Forza Italia ed in parte dall’ UDC, partiti affiliati al PPE.

Il PPE

Qualche mese fa i Popolari Toscani Europei organizzarono un partecipatissimo forum a distanza dal titolo: “Tutti nel PPE?”. Era una provocazione, accolta da molti nel centrodestra in modo intelligente, che aveva una profonda ragione politica: far capire che in Italia il principale perno di un’alleanza alternativa al centro-sinistra passa da un centro non solo che si riferisce al PPE, ma, superando la frammentazione esistente, crei anche nel nostro Paese un forte partito omologo.

Se non lo promuoveranno Forza Italia ed UDC, altri e rapidamente copriranno questo spazio vacante, che non è più un’opzione ma una necessità.

Chi in Italia si ispira al PPE deve tenere la barra dritta e non scivolare verso altri “punti cardinali”. Altrimenti chi potrà parlare ancora di centrodestra?

E, per essere chiari, non ci sono a rischio gli equilibri e le poltrone dentro lo schieramento, ma la vittoria alle prossime ed imminenti elezioni. Allo scopo di non addormentarci, ricordiamo la fine che fecero i pifferai di montagna, partiti per suonare e che tornarono suonati.

 

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