Draghi, Recovery Plan e la possibilità McKinsey

mckinsey

Da qualche giorno è trapelata la notizia che Mario Draghi potrebbe affidare la gestione dei miliardi del Recovery Plan alla società di advisor McKinsey. Ovviamente è scoppiato un putiferio e non si sono fatti attendere i commenti disfattivi di chi vede l’ex governatore della Banca d’Italia come il nemico giurato della politica tradizionale italiana.

Come se la politica tradizionale italiana, negli ultimi anni, si fosse distinta per un’amministrazione attenta e profittevole dei fondi a disposizione. Basti pensare che, nonostante un aumento continuo e pernicioso dell’imposizione fiscale, è aumentato anche il debito pubblico. Con governi di sinistra e di destra allo stesso modo.

Mario Draghi è una persona pragmatica e concreta. E questa super disponibilità di quattrini non vuole certo buttarla nel water o, peggio, farla sparire nei meandri intrallazzisti di persone poco “avvezze” a maneggiare soldi pubblici. Ma bravissime con quelli che diventano privati.

A mio avviso l’idea di coinvolgere una multinazionale di altissimo livello, che di mestiere fa proprio quello dell’ottimizzazione delle risorse economiche, non è sbagliata. Almeno come concetto.

Il Governo decide, McKinsey aiuta

Naturalmente il nodo della questione è come poi verranno allocate queste risorse europee. E, da quello che trapela da Palazzo Chigi, mi pare che le cose siano state pensate in maniera giusta.

Non sarà la McKinsey a decidere come spendere i miliardi di euro. Sarà il Governo a dare le linee guida. Poi McKinsey darà direttive su come evitare inutili sprechi per conseguire gli obiettivi posti da Draghi e dai suoi ministri.

Del resto chi protesta oggi, sono gli stessi che protestarono per la presenza di ministri tecnici e non politici in posti chiave come il MEF.

Ma voi, da persone dotate di raziocinio e buon senso, preferireste far gestire questo volume di denaro a chi lo fa per professione e quindi ha una preparazione specifica, o a Gigetto il bibitaro e quel signore (sicuramente onestissimo) la cui unica preparazione in materia era la gestione della propria cartoleria?

Io non avrei nessun dubbio al riguardo.

 

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