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Dalla Dottrina Monroe all’Ucraina: il doppio standard delle sfere d’influenza

di Francesco Petrone
8 Dicembre 2025
In Esteri
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L’America e’ ritornata grande
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Dalla Dottrina Monroe all’Ucraina: il doppio standard delle sfere d’influenza

Gli Stati Uniti d’America da tempo hanno rivendicato ufficialmente come propria zona di influenza la totalità dell’America Latina.

È considerata esplicitamente il loro cortile di casa. Stiamo parlando della nota Dottrina Monroe, risalente addirittura al 1823. Veniva espresso, in tale occasione, un concetto non certo irrilevante e cioè che qualsiasi intervento europeo nelle Americhe sarebbe stato visto come una minaccia per gli Stati Uniti. il famoso motto “L’ America agli americani” che in realtà poteva essere letto, in modo più realistico: “Tutta l’ America agli Stati Uniti”

Sappiamo che il mondo ha sempre riconosciuto tacitamente come legittima tale pretesa che nulla ha a che vedere col diritto internazionale o col “Nomos della terra”, l’ordine giuridico e politico sulla divisione della terra. Di conseguenza è stato semplicemente riconosciuto lo stato di fatto probabilmente in nome di una diplomatica realpolitik.  A quel tempo era ritenuto sensato e accettabile il fatto che una potenza emergente, potesse pretendere di essere garantita per la propria sicurezza con un’ ampia zona di rispetto.

La dichiarazione fu accettata, con un significativo silenzio assenso, anche perché in Europa, all’ epoca vigeva una logica imperialista e colonialista

La Dottrina Monroe, sappiamo che storicamente è stata funzionale a Washington per effettuare palesi ingerenze che si sono trasformate in autentiche politiche interventiste di ogni genere.

Inizialmente l’ingerenza di Washington nasceva con il medesimo meccanismo con cui è nato attualmente l’intervento in Ucraina

Nello Stato dell’ Europa orientale, da poco costituito, è stata trovata la motivazione per un intervento per difendere Kiev dalle pretese della Russia, in America latina, in altri tempi, il movente dell’ intervento era motivato col pretesto che si doveva proteggere l’indipendenza di quegli Stati dalle ingerenze europee.

Col passare degli anni, divennero superflui anche gli alibi e basto’ affermare che occorreva difendere semplicemente gli “interessi americani”

Le ingerenze che si sono verificate non sono state unicamente militari ma anche politiche o economiche. Le intromissioni degli USA nell’ America latina sono state dirette o indirette. Un esempio di ingerenza diretta, o meglio brutale, è stata la guerra che gli USA hanno condotto contro il Messico nel 1846 per impossessarsi del Texas, Stato che a quel tempo faceva parte integrante del Messico.

La guerra, come sappiamo, si è conclusa con l’annessione agli Stati Uniti non solo del Texas ma di vastissimi territori che costituivano il 40% del vasto territorio messicano e quasi dimezzando la superficie dello Stato. Un intervento indiretto è stato ipotizzato essere invece il modo con cui si arrivò alla fucilazione dell’ Imperatore del Messico Massimiliano d’Asburgo nel 1867, ad opera delle milizie repubblicane. Occorre dire che l’imperatore, fratello di Francesco Giuseppe e coniuge di Carlotta del Belgio, era sostenuto dalla Francia di Napoleone III, ma a causa di un intervento degli USA, i militari francesi furono costretti a ritirarsi, dando modo ai rivoltosi di catturare, anche se dopo strenua resistenza, l’imperatore e i suoi generali

L’epilogo drammatico, a taluni è apparso quasi una conferma della Dottrina Monroe. Mentre l’imperatore era ancora nelle mani dei repubblicani, numerose personalità tra cui Victor Hugo e Giuseppe Garibaldi, cercarono di impedire tale efferatezza, ma sembrava che la condanna a morte fosse stata scritta precedentemente e non dai suoi carnefici. Ebbe fine in modo tragico l’avventura dello sfortunato imperatore, personaggio molto colto e di idee riformiste che fu abbandonato da tutti, anche dai grandi proprietari a cui le radicali riforme terriere prospettate dettero fastidio.

Massimiliano era partito dal suo castello che si protende sul golfo di Trieste, pensando di risollevare culturalmente ed economicamente un Paese arretrato perché bloccato da vincoli insensati. Inoltre, durante la successiva lunga rivoluzione messicana avvenuta poco prima la Grande Guerra europea, gli statunitensi, sappiamo che appoggiarono con fondi ed armamenti le fazioni con cui trovavano accordi, quelle rivoluzionarie al fine di influenzare l’esito

Esperimenti di rivoluzioni colorate? Gli interventi statunitensi in America Latina sappiamo che si susseguirono come ad esempio l’invasione della Repubblica Dominicana, l’invasione di Cuba dopo la guerra ispano americana,  un conflitto, sembra dettato sempre dalla Dottrina Monroe. Importante l’azione politica che interessò Panama, in cui gli Stati Uniti favorirono una guerra di secessione atta a sembrare la Colombia, una vasta realtà politica che comprendeva i territori della Colombia, dell’Ecuador, di Panama, del Venezuela, porzioni del Perù e regioni del Brasile.  Ricordiamo gli interventi in Nicaragua.

Inoltre occorre pensare ai molti colpi di Stato per rovesciare governi, come in Brasile, in Argentina, in Cile

Occorre ricordare che i condizionamenti più importanti sono stati quelli economici per controllare le finanze di realtà più fragili economicamente come l’Honduras, utilizzando embarghi, oltre che contro Cuba, attualmente anche nei confronti del Venezuela. La crisi di Cuba a causa dei missili russi nasce da questa logica della zona di rispetto.

La provocazione dell’URSS voleva evidenziare il fatto della contraddizione di pretendere che non dovevano esistere basi missilistiche a Cuba, nel cortile di casa, quando gli USA le avevano messe in Turchia. Kennedy comprese e rimosse i missili dalla Turchia e la crisi si risolse. Tornando alla zona di rispetto che ogni grande potenza ritiene avere per diritto, era lo stesso diritto riconosciuto all’Unione Sovietica di essere egemone, anche ideologicamente su una fascia di Paesi dell’Europa centro orientale

Le era concesso di pretendere la neutralità della Finlandia, troppo vicina all’ antica capitale San Pietroburgo ed ex territorio dell’ impero. Caduto il comunismo, nell’ est Europa, non solo, alla Russia, non è stato riconosciuto più alcun diritto sui Paesi europei che lei stessa ha abbandonato ma si è preteso addirittura penetrare con strutture militari, nell’ area dell’ ex impero degli zar che poi altro non era che la stessa Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Le tensioni sono nate prevedibilmente quando qualcuno ha voluto incorporare anche quello che era stato l’antico principato di Kiev dove nacque la prima Russia seguendo il consiglio di un testo del politologo di origine polacche, Brzezinski, che era stato il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Clinton

Strano e inspiegabile che gli europei e i tedeschi che si sentivano relativamente sicuri e tranquilli quando la stessa Berlino est era in mano sovietica e Berlino ovest circondata dal Patto di Varsavia, in epoca in cui era reale il confronto anche militare col comunismo, e invece oggi strepitano dicendo che si sentono in pericolo, quando invece Mosca, non solo ha rinunciato al comunismo ma addirittura allo stesso impero e ha permesso anche la riunificazione tedesca, sperando in una futura collaborazione.

È curioso il fatto che alla Russia, la più importante potenza nucleare del pianeta, non si voglia più riconoscere una minima zona di sicurezza, quando invece gli USA, oltre che in America latina, fino ad oggi avevano esteso il loro cortile di casa anche nel continente europeo e addirittura nelle vaste pianure dell’ Europa orientale

Ricordiamo che hanno basi militari in tutto il mondo e accampano diritti curiosamente sulla cinese Taiwan e rivendicano la Groenlandia, Panama e il Canada.

Questo mentre i nostri media parlano del pericolo dell’ espansionismo della Russia che, anche se non un cortile, almeno di un piccolo patio dovrebbe aver diritto

Talvolta riconoscere aree neutrali o anche Stati cuscinetto è un espediente che può garantire maggiormente la pace della sfrenata corsa agli armamenti.

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Tags: Dottrina MonroeEUROPAIN EVIDENZARussiaSTATI UNITI
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