Dal libro ” Cose da strega”

Dal libro ” Cose da strega”

“il grembiule”

Il grembiule, più che un semplice indumento, si è rivelato un emblema cruciale nel tessuto della vita femminile, tessendo storie di cura, creazione e connessione. Il suo nome evoca immediatamente il legame profondo con il grembo materno, simbolo di vita e centro di gravità emotiva e creativa.

Con l’alba, il rituale di annodarlo dietro la schiena non era meno che l’inaugurazione di un nuovo giorno; mentre al crepuscolo, scioglierne i legami segnava il compimento e la chiusura delle sue ore

Questo gesto surclassava ogni convenzionale segnale di inizio o fine giornata lavorativa, simbolizzando il vero fulcro dell’energia vitale, posizionato strategicamente dietro la schiena, a volte finendo in un nodo creativo ancorato al ventre, al plesso solare, o più in giù, al centro della creatività.

Le donne, custodi di antica saggezza, comprendevano che con il calare della sera, i nodi intessuti nel corso della giornata – sia quelli dei loro grembiuli, sia quelli più intimi dei loro cuori – avrebbero dovuto essere sciolti, rivelando una profonda comprensione del ritmo ciclico della vita.

Il grembiule diventava un’estensione della loro persona, un abbraccio di stoffa che offriva protezione e sicurezza, un luogo dove le mani potevano trovare rifugio, asciugarsi o cercare con fiducia

Era la tasca del grembiule a custodire i tesori più segreti e potenti, come la bambolina magica di Vassilissa, simbolo della coscienza e dell’istinto.

Le nostre nonne lo utilizzavano come un deposito per una miriade di piccoli tesori quotidiani: bottoni, biglietti, pane secco per le galline, o un dolce frammento per il cuore di un nipote. Le macchie che lo decoravano raccontavano la cronaca culinaria della settimana, rivelando segreti di cucina e stagioni di marmellate, sughi o minestroni.

Il grembiule fungeva da ponte comunicativo tra le donne, uno strumento di espressione, di ribellione, di visibilità o di riservatezza, un prolungamento del loro essere psichico. Era, però, nella raccolta delle erbe selvatiche che il grembiule assurgeva a simbolo di sacralità, trasformandosi nel sacco ancestrale per la raccolta di erbe officinali e aromatiche.

Raccogliere erbe con le mani, accompagnare il gesto con canti e parole di rito, significava unirsi in un’intima alchimia con la natura, in un abbraccio che fondesse insieme l’energia della donna e quella del mondo vegetale in un rito di fecondità e creazione. Questo spazio sacro, simile a un grembo, era il luogo dove iniziava la vera trasformazione alchemica, che potesse culminare nella preparazione di un rimedio, di un unguento, o di una semplice, ma ineguagliabile, frittata.

Così, attraverso le generazioni, il grembiule è divenuto molto più di un accessorio: un simbolo di forza, creatività e connessione con il ciclo vitale, celebrando la profonda intimità e la saggezza femminile che anima il quotidiano.

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