Crisi, il governo non mette soldi. Lo dice anche l’ISTAT

Però vuol rendere più semplice spendere i soldi che non mette

10/11/2011 Roma, nella foto l'edificio che ospita l'Istituto Nazionale di Statistica

L’ISTAT lo conferma nel suo Rapporto annuale 2020, il governo italiano finora non ha messo soldi per uscire dalla crisi. Né i propri né quelli dell’Europa. Però pretenderebbe di semplificare le procedure per spenderli. Tanto per citare Flaiano, la situazione è veramente grave ma altrettanto non seria.

IL RAPPORTO ISTAT

Il raffronto che l’ISTAT FA tra gli interventi  dell’UE, di USA e Giappone per fronteggiare la recessione è deprimente. Nel Capitolo 1, “Quadro economico e sociale”, l’istituto di statistica ha evidenziato gli interventi di politica monetaria e fiscale dai tre più grandi soggetti  dell’economia mondiale. Un raffronto impietoso che mostra tutti i limiti dell’elefante burocratico europeo.

MISURE MONETARIE

Mentre la BCE ha previsto un piano di acquisti per un totale di 1.350 miliardi di euro di titoli di Stato dell’area euro, la Federal Reserve ha ridotto il costo del denaro dall’1-1,5 per cento allo 0-0,5 per cento. Inoltre ha lanciato Quantitative Easing per 700 miliardi di dollari. Inoltre, la Fed ha annunciato programmi di sostegno al credito alle imprese, comprese le piccole e medie, alle istituzioni finanziarie e alle amministrazioni pubbliche. In Giappone, addirittura, La Bank of Japan (BoJ) ha previsto un incremento senza limiti degli acquisti di titoli di stato. E poi ha deciso di triplicare gli acquisti di titoli di credito e di obbligazioni aziendali, per sostenere le imprese nazionali. Insomma, USA e Giappone hanno mantenuto una vera sovranità monetaria e la stanno usando per aiutare imprese e consumatori. La BCE, invece, è sempre imbrigliata da contrastanti interessi dei membri dell’area Euro.

MISURE FISCALI

Se il paragone in politica monetaria è preoccupante quello nella politica di spesa pubblica diventa allarmante.  Bastano i numeri a dire tutto. L’UE ha messo in campo 1.115 miliardi di euro. Ma di questi 250 sono del MES che nessuno vuole, tranne il Partito Democratico. E 750 sono del Recovery Fund che per adesso è solo una creatura mitologica e non si sa se e quando inizierà a funzionare. Praticamente rimane la miseria di 115 miliardi. Gli USA nel frattempo hanno stanziato fondi per 2.984 miliardi di dollari (pari a 2.653 miliardi di euro). Il Giappone ne ha stanziati esattamente 2.000. Si consideri che il PIL del Giappone nel 2019 è stato di 4.940 miliardi di dollari, mentre quello della zona Euro è stato di 16.199 miliardi. Eppure il Giappone ha stanziato virtualmente il doppio dell’Europa e  venti volte tanto a livello pratico. Nient’altro da aggiungere.

E L’ITALIA?

Sull’Italia abbiamo già detto tanto, se non tutto, nei nostri precedenti articoli. Con la scusa dell’attesa dei fondi europei il governo ha speso poco e male delegando tutto alle banche. Che, per adesso, hanno operato con il freno a mano tirato. E così imprese, liberi professionisti e lavoratori si dibattono in una crisi senza precedenti. Ma nel frattempo il premier Conte ha già iniziato a magnificare la sua nuova creatura, il Decreto Semplificazioni. Un decreto che dovrebbe eliminare lacci e lacciuoli per consentire a imprese e pubbliche amministrazioni di spendere e investire liberamente. Ma come abbiamo visto sopra, non si  capisce con quali soldi, visto che nessuno li stanzia. Se non ci fosse da piangere sarebbe veramente una situazione da ridere.

 

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