Covid, le 2 balle che ci rifilano sfruttando Shanghai

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Shangahi, oltre che un massacro, è un lavacro: nel Gange della virtù pelosa s’immergono le coscienze lebbrose di chi non conosce vergogna. Cosa stia succedendo nella metropoli cinese, polo avanzato di tecnologia e glamour, ventisei milioni, praticamente la metà dell’Italia tutta, è noto (anche se i media di regime cercano di ovattare).

La dittatura cinese si è scatenata, l’obiettivo del Covid zero viene applicato alla lettera fino a coincidere con la popolazione zero: se li fai fuori tutti, il virus sparisce. Così ragionano le tirannie, e non c’è globalizzazione, non c’è modernizzazione che tenga. Alla prima occasione, la voglia di tabula rasa torna fuori, tra il balzo culturale di Mao e il Covid zero di Xi non c’è soluzione di continuità. Neanche da noi c’è soluzione di continuità nell’ipocrisia e nella stupidità.

Covid, gli orrori del regime comunista

Inorridiscono, ma per pura posa, davanti ai macelli di Shangahi, ai bambini sequestrati. Alla gente presa e fatta sparire, o impacchettata, o imprigionata nelle case o nei laogai. Alla strage di animali domestici, alla carestia di ritorno, alla polizia che spara e picchia, alla follia di una ideologia inestirpabile e inetta.

Ostentano brividi umanitari e dicono, i paraculi sbiancati, che così non si fa, che il Covid zero è un obiettivo feroce e irraggiungibile, che loro mai, per carità, mai si sono sognati di inseguirlo. E invece non hanno fatto altro. Ministri allucinati, consigliori di Seta, viroclown, scienziati della mutua, puttane di regime, propagandisti a tariffa, succhiatori d’involtini riconvertiti: eccoli tutti lì, a sposare il delirio italiano di ispirazione pechinese, anche noi, anche noi, avete visto la Cina, così si fa, così si procede.

Immunità di gregge, un fallimento

“La libertà non è più un dogma”, dicevano. “Prima la salute pubblica”, scandivano. “Un altro lockdown totale, di qualche settimana, sul modello cinese, e tutto sparisce”: questo lo diceva Ricciardi, lo diceva la cosca del Cts, lo ripetevano gli influencer del vaccino.

Basta una ricerca lampo su Google. Il 60 percento di vaccinati? Meglio il 70, col 70 avremo l’immunità totale. No, meglio l’80, così avremo l’immunità di massa. No, arriviamo a 90, così raggiungiamo il Covid zero. Sono tutti lì, le loro ricette miserabili, le loro profezie portasfiga, i loro auspici di nuove stragi restano, aleggiano.

E a 90 ci siamo arrivati, nel senso dei gradi, ma non è bastato e non è servito: “Ci vuole il 100%” e poi ricominciare con la quarta, la quinta dose, con la dose annuale, con la dose a vita. Effetti collaterali? Efficacia ridotta? Oh, quante storie, volete i condizionatori o il contagio zero?

Scienziati da operetta

Sono tutti lì e ancora continuano, basta scorrere un giornale, sintonizzarsi su un canale. Non vogliono tornare nei ranghi questi scienziati da operetta, che fuori dai confini davvero nessuno sospetta, e che prima di due anni fa neanche qui sapevamo esistessero: adesso sono drogati duri di vanità e se passa l’ondata benefica della pandemia mediatica, restano completamente privi di sovvenzioni. Invece vogliono fare i ministri, i parlamentari, i capiparanza dei partiti, gli influencer da prima serata. E il Covid zero deve essere perennemente inseguito, dietro garanzia che non si acchiapperà mai.

L’altra cialtronata dura, invereconda, sta nel minimizzare gli effetti devastanti qui da noi: ah, avete visto cosa è davvero il regime sanitario, provate un po’ a stare a Shanghai. Come a dire: qui nessuno ha toccato niente, qui il governo ha salvaguardato la salute e la libertà di tutti per quanto possibile.

Allora perché si scavalcavano, come scarafaggi immondi, nel predicare che la libertà non era più necessaria? A Shanghai una dittatura comunista usa i cani robot, ringhiosi e spietati, deporta e distrugge – e lo stesso i cittadini insorgono, si ribellano, perché non ne possono più, non hanno più niente da perdere e lo sanno; e dunque? Per quale logica dovremmo concludere che qui tutto ha funzionato e sta funzionando nel più legittimo dei modi? È forse il bilancino quantitativo quello che si usa per testare la democrazia?

Economia a pezzi

Davvero non rilevano due anni di coprifuoco a intermittenza, l’ossessione mediatica, il terrorismo sanitario, le feste deserte, le estati uccise, i Natali deportati, l’alienazione, la divisione nel segno dell’odio, la depressione che ha portato milioni al tabagismo e alla bottiglia, la violenza di ritorno dei giovani, l’insanità condivisa nelle scuole, un green pass che è stato la miseria del mondo, il più pervasivo, il più carogna, il più prolungato sotto gli occhi di una opinione pubblica internazionale che non ci crede?

Non contano le seicentomila attività chiuse, il degrado dei centri storici, la resa dei borghi e dei villaggi, la scomparsa di intere filiere produttive? Come nel distretto calzaturiero Fermano, tremila microaziende, ventimila addetti, che significa altrettante famiglie, all’incirca ottantamila persone che bene o male di manifattura vivono, uno su due considerato che il Fermano conta centocinquantamila abitanti.

E adesso le sanzioni rischiano di distruggerlo, dopo sei anni dal terremoto e due di pandemia, perché il mercato russo-ucraino, che fattura 100 milioni l’anno, era il più redditizio, un polmone per una economia monosettoriale in crisi endemica.

Accanimento continuo

Ma Draghi non se ne cura, lui punta alla presidenza della Nato, così scappa dai disastri fatti in casa. Intanto già infuria la propaganda per una quarta dose che gli italiani non vogliono e per questo si ritrovano demonizzati dai telegiornali come nella migliore tradizione delle dittature orientali; le mascherine “forse” restano e il green pass “forse” viene sospeso ma mantenuto, “così se succede ancora siamo pronti” sibila il nostro presidente del Consiglio per dire: non vedo l’ora che arrivi un’altra pandemia per rifare tutto da capo, però questa volta duro sul serio.

Molti fingono di provare orrore per Shanghai, ma, sotto sotto, godono oscenamente e vorrebbero lo stesso anche qui. Per questo dicono che in Italia il regime sanitario non c’è. Perché non gli pare mai abbastanza, perché la libertà li offende come sempre offende i malati di un virus chiamato ideologia. Shanghai è un massacro, un lavacro, un simulacro.

 

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fonte: nicolaporro.it

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