Coppa Italia. A Roma con merito e fortuna

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E la Fiorentina, nove anni dopo che Jenny La Carogna decise le sorti del calcio italiano, torna in finale di Coppa Italia. E lo fa dopo una partita noiosa, al limite del soporifero. Finalmente.

Finalmente perché questa Fiorentina guidata da Italiano non conosce mezze misure. Sembra di essere sulle montagne russe. Alterna partite entusiasmanti a prestazioni drammatiche. Non riesce mai a capitalizzare. Basti vedere le partite casalinghe di UECL con Braga e Poznan. Da passeggiate di salute a rincorse spasmodiche.

E invece ieri la squadra è riuscita a capitalizzare lo 0-2 dell’andata ed è scesa in campo per contenere una Cremonese tutt’altro che irresistibile. Risultato ottenuto senza sforzo, come una squadra capace dovrebbe sapere fare. E siamo in finale. Ripeto: in finale.

Poi ci sono i soliti “fiorentini” a cui non va bene nulla per partito preso. Ho letto dei commenti deliranti che recitavano: abbiamo vinto con il Torino, la Sampdoria e la Cremonese. Facile così… Ed è vero, non abbiamo trovato squadre come la Roma o come il Napoli. Ma perché erano state buttate fuori dalla Cremonese, contro cui abbiamo vinto. In finale ci arrivano due squadre dopo un percorso simile. E per arrivarci, le partite, le devi vincere.

La Fiorentina ha avuto fortuna? Sicuramente. Ma le sue partite le ha portate a casa. E poi, Come diceva Napoleone, meglio avere generali fortunati che bravi. O come diceva mio nonno: bisogna essere bravi ad avere cu…

Piccola postilla. Caro Italiano, considerando la benevolenza che gli arbitri stanno ultimamente usando contro di noi, era proprio necessario metter Amrabat a 10 minuti dalla fine, rischiando uno sciagurato giallo? Ho avuto le chiappe strette fino alla fine.

 

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