Condannata a morte la “regina” del Vietnam

20091101 - ROMA - CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un'immagine d'archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e' impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si e' appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si e' inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficolta' i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e' impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero' riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL

Condannata a morte la “regina” del Vietnam

Vivere per accumulare sempre di più. Era questo lo scopo di una donna di 67 anni in Vietnam.

Soldi stipati in cantina, una montagna di centomila miliardi di dong (ovvero quasi 4 miliardi di euro), alla stregua di un moderno Paperon de’ Paperoni. Cartamoneta accatastata frodando e truffando.

Alla signora Truong My Lan non bastava essere a capo di un impero immobiliare

E’ riuscita, diventando di fatto proprietaria della Saigon Commercial Bank, a farsi accordare finanziamenti per 25 miliardi di euro, senza mai negli anni restituire neanche un centesimo. Non si parla di truffe durate pochi mesi, ma perpetuate in un arco complessivo di 11 anni. Un periodo lungo in cui la donna ha avuto completo campo libero per lasciare “buchi” tali da sfiorare il 3% del Pil del Vietnam.

Una donna partita da niente, la signora My Lan, creatasi giorno dopo giorno da sola

I biografi affermano che, giovanissima, aiutava a sbarcare il lunario, assieme alla madre, in una bancarella di cosmetici. Con caparbietà, ha cominciato ad acquistare proprietà terriere e immobiliari. Già verso gli inizi del 2000 risultava proprietaria di hotels e ristoranti nella capitale. Ma è nel 2010 che si sente pronta per il grande salto nelle stanze della finanza vietnamita.

Non esponendosi mai in prima persona, ma per il tramite di società “vuote” e persone amiche “prestanome”, arriva a controllare la Saigon Commercial Bank con oltre il 90% delle azioni. In barba alla normativa stringente del regime comunista che imponeva una proprietà al massimo del 5%.

Un potere enorme con il quale riusciva a far nominare dipendenti apicali dell’istituto di credito, avendo così la certezza di ottenere erogazioni di mutui e prestiti per lei e le innumerevoli società da lei gestite.

Non solo

Era riuscita anche a far emettere all’istituto di credito l’emissione di prestiti obbligazionari e ad appropriarsi di parte degli introiti. Più di 42.000 risparmiatori sono stati frodati in questa maniera. Chi si opponeva al suo potere veniva fatto tacere con generose mazzette e/o con altre modalità assai meno gentili.

Le sue illegali modalità l’hanno portata ad essere non solo la donna più ricca del Paese asiatico, ma anche quella con maggiore autorità e controllo di parte degli apparati statali. Inizialmente protetta dal Partito Comunista vietnamita, Truong My Lan celava in realtà il più spregiudicato animo capitalista.

Truong My Lan è stata a inizio mese condannata ad esser uccisa tramite iniezione letale

Le accuse sono corruzione, appropriazione indebita e violazione della legge bancaria. Possibile una conversione della condanna da pena capitale ad ergastolo. Un giudizio comunque severo, non collegato solo alla sua avidità e scaltrezza, non derivato dalla sua immensa ricchezza e dall’illimitato potere illegalmente ottenuto, ma scaturito soprattutto dalla necessità di arginare la totale mancanza di fiducia dei cittadini verso le istituzioni statali e il Partito Comunista al comando.

L’arresto della “Regina” avvenne nell’ottobre del 2022

Il processo, aperto immediatamente dopo l’arresto, è stato lungo e complesso. 85 imputati oltre alla My, 2770 testimoni, 10 pubblici ministeri e più di 200 avvocati. Questi sono i numeri del processo. Il Paese si è chiesto come sia stato possibile un periodo così lungo di impunità della signora My. E come sia stata capace, tramite prestanomi, corrotti e corruttori, di smuovere il mondo economico e politico vietnamita.

Una situazione che fa comprendere quanto sia fragile il sistema economico di stampo comunista dei Paesi come il Vietnam e che impone la necessità di avviare, come è successo in Cina, il processo di riforme per normare un’economia gestita con le regole di mercato.

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