CHE COSA SUCCEDE IN LEGA?
La debacle della Lega alle ultime elezioni regionali toscane lascia l’amaro in bocca e dà l’avvio a una revisione strategica del partito salviniano che se non è a un processo politico, ci assomiglia molto.
I risultati non arrivano e i tempi pre-Papete sembrano ormai vaghi e lontani ricordi, segno evidente che la proposta politica va rinnovata senza snaturarsi ma con un occhio particolare a un elettorato che, evidentemente, cerca qualcosa di diverso.
Dicevo, processo politico, con un imputato d’eccezione: il Generale Vannacci, cui Salvini aveva appaltato la responsabilità della campagna elettorale regionale. Il risultato è stato impietoso. Un eletto, Simoni, che proviene da listino bloccato, e l’asso su cui il vannaccismo toscano puntava, Tommaso Villa, superato dalll’Avv. Guglielmo Mossuto che, in quasi totale autonomia ha collezionato un numero di preferenza senz’altro rilevante.
Ma Vannacci alla riunione celebrata ieri, Martedi 21 Ottobre, era contumace, visto che non si è presentato
La giustificazione ufficiale per il Generale era la sua presenza alla plenaria del Parlamento Europeo, ma c’è chi maligna in proposito. D’altra parte è lecito domandarsi cosa si sia celato la decisione di Salvini di nominare Vannacci responsabile della campagna elettorale toscana: una regione impossibile e un referente alla sua prima esperienza organizzativa.
Insomma un mix fatale che ha pesato sul risultato
Forse che Salvini abbia voluto dare un segnale ai tanti vannacciani che vorrebbero prendersi il partito? O che addirittura abbia in cuor suo sperato nel fiasco per incolpare il Generale e in qualche modo delegittimare il proprio principale competitor? Non vi sono elementi per affermarlo nè, invero, per escluderlo.
Ma il tema è destinato a restare sul tavolo.
D’altra parte, già da queste colonne ammonimmo a suo tempo che il Generale non è tipo da essere secoindo a nessuno, e questo non può che impensierire la attuale leadership leghista.
Nel frattempo i team Vannacci crescono, non solo in Toscana, e fanno politica
Non cultura politica come vorrebbe Salvini, ma proprio politica! Se siano i preliminari per un nuovo soggetto politico che insidi la Lega da destra non è dato sapere. C’è chi lo teme, c’è chi lo spera!
La Lega è poi insidiata anche da spinte centrifughe che trovano nel nord i suoi luoghi d’elezione
Da tempo ormai la vannaccizzazione del partito è invisa ai vecchi dirigenti e militanti del nord, affezionati alle origini bossiane e mai troppo convinti nemmeno della svolta nazionalista di Salvini. Alcuni in questi mesi sono migrati verso altri lidi, altri sono rimasti ma ad esempio e oggi c’è chi invoca l’adozione di un modello strutturale federale sullo schema CDU-CSU tedesco.
Anche questo aspetto è tutt’altro che trascurabile vista l’importanza del nord per il partito che per tanto tempo è stato ed invero è tutt’ora il centro motore del consenso leghista
Tanti dunque i temi sul tavolo della riunione di martedi che si è tenuta in un clima tutto sommato composto ma teso. Il fatto che alla fine, dopo tre ore di discussione, il Segretario sia uscito senza alcuna dichiarazione, è segnale non proprio incoraggiante.
Se la Lega non chiarisce una volta per tutte la propria situazione interna, la sconfittta toscana rischia di diventare occasione per un regolamento di conti all’interno del partito, oggi magari solo rimandato in attesa degli esiti delle elezioni di Campania, Puglia e, soprattutto, Veneto, ma prima o poi destinato a esplodere. Forse a Dicembre ne sapremo di più, ed è anche per questo che Salvini si è ributtato a capofitto nei temi caratterizzanti la politica in camicia verde, a partire da quella economica, in vista della Finanziaria.
La tassazione degli extraprofitti delle banche e la pace fiscale sono i temi caldi di questo autunno che si preannuncia altrettanto caldo
Senza poi dimenticare la lotta all’immigrazione (soprattutto islamica) per cui la Lega sta presentato un DDL per restringere le maglie della disciplina sui permessi di soggiorno regolamentare le moschee e trasparenza sui finanziamenti.
Tutti temi caratterizzanti e complessi nella trattazione dei quali già abbiamo avuto un assaggio di tensione con Forza Italia, la quale, rafforzata dai risultati elettorali nelle recenti tornate regionali, intende far valere tutto il suo peso anche a costo di scontrarsi con l’alleato leghista.
Serve tuttavia ricordare che per la tenuta del Governo, una Lega debole è un problema, sia dal punto di vista numerico (poco consenso indebolisce il centrodestra) sia dal punto di vista strategico (a un anno e mezzo dalle elezioni, strappi o fughe in avanti, sarebbero fatali) e quindi lavorare a che la Lega riconsolidi le proprie posizioni è circostanza fondamentale per il futuro
Probabilmente attorno a Matteo Salvini oggi ancora l’unico leader che possa fare sintesi all’interno del partito.
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