C’era una volta il PCI, partito tetragono pesante legato a filo doppio alla ex Urss,marxista ,un marxismo secondo la lettura gramsciana però ,quindi per alcuni aspetti eterodosso,i cui militanti duri e puri sognavano l’utopica rivoluzione proletaria e l’ancora più utopica dittatura proletaria e che nel secondo dopoguerra attrasse molti fascisti di sinistra tanto da sognare una palingenesi contro la nascente democrazia borghese.
Tentativi che poi finirono in nella
Tuttavia quel partito aveva dei valori non modificabili la famiglia,un’adesione per quanto discutibili a degli ideali,un progetto di cambiamento,un partito per quanto duro a il limite dell’ottusità poteva avere un confronto anche aspro con gli avversari e che seppe svincolarsi dall’egida sovietica essere cioè un partito che ad un certo punto seppe accettare il gioco della democrazia e liberarsi,seppure in modo contraddittorio dal pesante fardello della teoria della lotta di classe e che pure aveva cari i diritti delle classi lavoratrici, quantomeno era un orizzonte a cui tendeva.
Si poteva non essere d’accordo,combattere duramente e giustamente ma poteva essere un interlocutore
Come dimenticare la commossa partecipazione di Almirante al funerale di Berlinguer? E viceversa di Pajetta a quello di Almirante? Nemici ma il rispetto non poteva mancare,un’etica ed un riconoscimento a posizioni diversissime.
Poi… È nato il PD un partito nato da una fusione a freddo tra ciò che era rimasto del passato comunista dopo il cataclisma della caduta dell’URSS e l’anima cattolica della sinistra DC. Un partito che seppur svincolato da teorie millenaristiche utopiche non ha mai voluto mettere la sordina alle ideologie massimaliste.
Confuso e velleitario che rappresenta le istanze del pensiero unico globalista che non piuttosto istanze di democrazia e libertà,che spesso usa nella battaglia politica più l’insulto che non il rispetto
Abbracciando il potere per se stesso ,il PD ha perso quel poco di idealità politica e sociale per abbracciare ipotetici diritti in modo acritico e confuso, dimenticandosi che un diritto è tale se dietro ci sono doveri e regole. Non si parla più di classi lavoratrici ma di gruppi sociali privilegiati.
Una politica elitaria ed arrogante incapace di rappresentare i cambiamenti avvenuti nella società
Travestiti dalla figlia di fico , l’ultimo travestimento marca Schlein,di un giovanilismo che sa più di vecchio sessantottismo,cercano di adeguarsi ad istanze estremistiche perdenti ma estremamente pericolose.
Se il vecchio PCI puntava al cambiamento loro puntano alla conservazione. Il vero cambiamento oggi è rappresentato dalla destra che nel ri proporre la tradizione opera una vera e propria rivoluzione epocale.
Dobbiamo rimpiangere i vecchi comunisti?
Per certi versi si,avevano quantomeno un senso dello stato e della politica che i loro nipotini non hanno mai avuto.
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