Caro Mario Monti, un’informazione democratica non c’era nemmeno ai tuoi tempi – VIDEO

Il Senatore a vita si lascia andare a dichiarazioni antidemocratiche, e dimentica quanto fu detto quando era Premier

Mario Monti, Super Mario Primo prima dell’avvento di Draghi, considera ormai scomoda la democrazia nell’informazione.

Che considerasse desueta quella delle decisioni in campo economico, lo sapevamo già.

Dopo il suo governo Salva-Italia del 2011, dove lacrime e sangue cominciarono a sgorgare copiose dalle tasche degli Italiani, ne eravamo già abbondantemente convinti.

Dopo i peana che tutte le emittenti levavano al suo passaggio presentando provvedimenti impresentabili ed inutili, il sospetto che Montanelli avesse ancora una volta ragione, nel definire la classe giornalistica italiana come la peggiore al mondo, ci aveva ben più che sfiorato.

Ora però, il senatore a vita nominato da Napolitano ha gettato la maschera. V’è da chiedersi perché, allora, non rinunci al suo scranno a Palazzo Madama, peraltro neppure meritato, vista la sua scarsa considerazione della democrazia.

Una nuova realtà

Il Covid, voluta o meno, è stata solo l’ultima, per ora, tappa di demolizione delle democrazie occidentali.

Già da anni i governi invisi al mainstream ed ai potentati finanziari, pur regolarmente eletti, sono sistematicamente irrisi, messi alla berlina e destituiti, sostituiti da esecutivi tecnici e più malleabili.

Così per Trump, per Johnson, per Orban, attaccati dai media ogni giorno.

Così era per Berlusconi, abbattuto a colpi di spread.

Ma non è ancora abbastanza, evidentemente.

Monti all’attacco della informazione 

Churchill diceva che, in guerra, “la verità è così preziosa che va protetta con una cortina di bugie”.

Lo ha preso alla lettera Monti che a In onda, su La 7, ha dichiarato che si deve “dosare dall’alto l’informazione”, perché siamo “in guerra”.

E, per la “comunicazione di guerra”, è opportuno trovare “delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione”.

Persino Concita De Gregorio, visibilmente perplessa, ha dovuto domandare: chi decide come dosare l’informazione?

Secca la risposta di Monti: “Il governo, ispirato dalle autorità sanitarie”.

Ma è ovvio. Suvvia Concita, non sarai mica di destra, ché ancora credi alla libertà di stampa!

Questa è la cultura democratica di questi personaggi, all’epoca presentati come messia e salvatori della patria.

Nel 2011 pomposi servizi televisivi incensavano il Professore bocconiano che avrebbe messo “i conti in sicurezza“; interviste genuflesse ai suoi ministri. Lacrime taumaturgiche della Fornero,  presentate come atti di umanità.

La realtà fu che si crearono disparità e masse di ‘esodati‘, che i conti sono ancora impietosi e che il gettito fiscale non aumentò.

In effetti, a pensarci bene, l’informazione libera e democratica non lo era nemmeno nel 2011.

Ma non è abbastanza.

Evidentemente è ancora troppo democratica e non controllata: urge porvi rimedio. Magari dopo le elezioni del 2023, quando si dovrà abbattere presumibilmente un altro governo eletto e trovare un Super Mario. Il Terzo.

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