Trinariciuto allerta…allerta sto

Il maccartismo “De noantri” cerca di colpire l’Arma dei Carabinieri istituzione protagonista della  Resistenza e della difesa delle popolazioni civili durante la guerra.

Carabinieri – Per capire il senso di questo articolo bisogna tornare indietro nel tempo. Agli anni venti del secolo scorso. In quel periodo infatti il feeling tra il regime fascista e i Carabinieri era tale che Mussolini per il suo governo, creò la Pubblica Sicurezza. I Carabinieri non volevano avere nulla a che spartire con il regime. Il regime contraccambiava. Perfino il taglio dei capelli doveva essere tale da non creare confusione. Capelli troppo corti, considerati di stile fascista venivano sanzionati con la consegna. Il militare restava ai domiciliari in Caserma fino alla ricrescita. 

L’Arma nella guerra di Liberazione

Dall’8 settembre 1943 all’aprile 1945 l’Arma dei Carabinieri seppure duramente provata dalla Guerra, attivò tutte le proprie strutture, con l’impiego di formazioni clandestine, e l’instancabile azione di migliaia di uomini. I Carabinieri con la loro rete clandestina dettero un impulso rilevante alla Resistenza. Fornirono un altissimo, generoso, contributo anche di sangue. L’Arma contò 2.735 militari Caduti, 6.500 feriti ed oltre 5.000 deportati. Lo Stato riconobbe il sacrificio con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera. Ai singoli sono stati conferiti 2 Ordini Militari d’Italia, 32 Medaglie d’Oro al V. M., 122 d’Argento, 208 di Bronzo, 354 Croci di Guerra. La Bandiera ottenne anche una Medaglia d’Argento al V.M. per la resistenza operata dai Carabinieri della Divisione Italiana Partigiani “Garibaldi” nell’ex Jugoslavia. Diversi furono gli esempi di militari che dopo azioni di sabotaggio si consegnarono ai nazifascisti, e alla morte sicura per scongiurare rappresaglie sui civili. Anche quando erano già in salvo oltre le linee nemiche.

La festa di fine corso

Vi debbo questo preambolo perché  qualche giorno fa un gruppo di allievi marescialli Carabinieri ha festeggiato il traguardo agognato di fine corso con una cena ed una torta tricolore. Al fine cena hanno intonato il fascitissimo inno di Mameli. Ricordiamo come fa…

Noi siam da sempre calpesti e derisi. Perché non siam popolo, perché siam divisi. Uniamoci, amiamoci, l’Unione, e l’amore Rivelano ai Popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? “ 

Sulle note è anche scattato il “su le mani” come in ogni festa che si rispetti. Con riprese e sbracciamenti di rito. Il gestore ha postato innocentemente il video sul profilo social del locale. 

Tutto questo non è sfuggito all’acume di trinariciuti pennivendoli. Fossili viventi di un ideologia sconfitta dalla storia. In quelle braccia alzate di giovani festanti si annidava il saluto romano. Peggio. Qualcuno le ha messe in relazione al tristemente famoso e mai troppo esecrato stupro delle due ragazze statunitensi.   Noi pensavamo che tutti i nostri giornalisti fossero asserviti al potere. Invece anche da noi ci sono due giornalisti d’inchiesta come Bernstein e Woodword nello scandalo Water Gate. Li propongo per il premio Pulitzer.

La reazione dell’Arma

La reazione dell’arma non si è fatta attendere. Il video originale della cena è stato recuperato e inviato prontamente alla Procura della Repubblica. Per una migliore e diretta valutazione dei fatti. L’Arma, esponendosi direttamente come istituzione,  ha anche emesso un comunicato stampa che definiva come “Cori da stadio” quanto avvenuto nel locale. Secondo i due giornali la prova del vituperio sarebbe stata nella pronta cancellazione del video dal profilo del locale. 

Io credo che il gestore non volesse rischiare le vetrine frantumate da qualche “maccartista progressista de noantri”. 

Il pensiero del sindacato

In merito ai fatti e intervenuto il Sindacato SIM Carabinieri. con un  benvenuto alle future generazioni che avranno l’arduo compito, di partecipare all’organizzazione della sicurezza del paese. Rattrista come una giornata speciale si trasformi in un attacco ingiustificato agli allievi marescialli. La loro colpa è nella torta tricolore della cena di fine corso e in un coro per l’inno nazionale con le braccia alzate. Rattrista come sono state interpretate. Quale richiamo a gesti e simboli che non appartengono ai ragazzi e ragazze della scuola Allievi Marescialli di Firenze. Ma neanche alle tradizioni secolari dell’Arma. Non si capisce quale sia il fine nello screditare una scuola che per disciplina e severità potrebbe dar lezioni a chiunque. 

Il canto degli italiani

In tempi in cui questi giovani avrebbero potuto cantare qualsiasi canzone, hanno intonato il canto degli italiani, che li avvicina e gli ricorda tutto il percorso formativo fatto insieme. Gli allievi hanno semplicemente voluto esprimere la loro felicità per la fine di un percorso fatto insieme e che vede nell’inno l’espressione della loro unità come italiani e come Carabinieri.
Analoghi attacchi ingiustificati si sono già verificati a Firenze in passato, dove era stato oggetto di gogna mediatica un carabiniere, che deteneva all’interno della propria camera, al quarto piano della Caserma Baldissera, una semplice bandiera asburgica, accostando lo sfortunato collega ad un nostalgico di epoche ormai passate. Fu scomodato addirittura l’allora Ministro della Difesa On. Roberta Pinotti, per avere la testa del poveretto. Concludiamo. Diamo un caloroso benvenuto agli allievi con i nostri più sinceri auguri per una brillante e proficua carriera.

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