Bugetti, l’emblema del Sistema Toscano del PD

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Bugetti, l’emblema del Sistema Toscano del PD

In Toscana si sta assistendo oramai da tempo a uno strano connubio fra politica, potere e paralisi democratica.

Una tipologia che potremmo definire “amministrazione consolidata del consenso”

Sono completamente superati i dibattiti democratici, né serve la scelta dei “migliori candidati” alla guida di Comuni, enti, Regione.

Basta la gestione ordinaria del potere del partito dominante, in questo caso il PD. Partito che ha saputo creare progressivamente automatismi consuetudinari ben radicati nel territorio.

Una egemonia capillare che ha portato la Toscana storicamente a tingersi sempre e comunque monocolore

Ma se in passato l’ideologia comunista/socialista/socialdemocratica affondava le radici nella passione e negli ideali, adesso ogni progetto politico è stato artatamente escluso. In particolare si evidenzia il costrutto di un sistema chiuso dove si opta per la preferenza piu’ del potere che dei progetti. Non esistono più gli afflati che hanno animato le Case del popolo toscane del precedente secolo. Le dinamiche di radicamento, controllo e mantenimento delle posizioni valgono molto di qualsiasi servizio sociale della politica.

Ecco il motivo della selezione da “Manuale Cencelli” dei vari candidati in base alle varie cordate e correnti interne al PD

Ecco il proliferare di enti pubblici e non, dove poter parcheggiare amici, parenti, riciclati ex dirigenti e “trombati” vicini al partito.

Il risultato di tutto ciò, è una Regione governata in maniera autoreferenziale che ha come unico obiettivo non il miglioramento collettivo e la progettualità delle idee, ma l’ossessivo controllo finalizzato alla distruzione di tutto ciò che non sia nella propria orbita di interesse.

La Toscana ha subito una colonizzazione del Pd, che partendo dal potere politico ha iniziato a monopolizzare anche importanti gangli economici e sociali

Rispondono a tali logiche le fondazioni bancarie, le aziende sanitarie locali, i consorzi, gli enti di bonifica, le società partecipate, le università, i centri culturali ecc.ecc.

È stato costruita una rete di gestione capillare finalizzata alle nomine, carriere, affidamenti di lavori tramite bandi, che hanno come contropartita la fidelizzazione di famiglie e imprese produttive.

Meccanismi molto speso informali che consentono pero’ di ottenere vantaggi reali. Chi non è del giro o che comunque si espone in maniera avversa, non trova spazio

Questo “giochino” gira bene fintanto che i nodi delle scelte o non scelte politiche, arrivano al pettine.

Quando aziende e cittadini si scontrano con realtà non gradevoli, qualche dubbio sul sistema si fa avanti.

Da decenni in Toscana non vi è una seria progettazione delle infrastrutture della regione. In alcuni casi sono progetti eternamente incompiuti.

Da altrettanti decenni non vi è un serio piano per i rifiuti in Toscana.

Nessuna politica industriale seria è stata ultimamente proposta con la conseguenza che molti giovani sono costretti ad allontanarsi fuori regione

In Toscana si procede solo con tanta, tantissima retorica green e bandi start up desolatamente vuoti.

La colpa di questa “autostrada” di gestione politica non è pero’ tutta del Pd. L’opposizione di centrodestra in Toscana non argina, e non ha mai agonato.

lo strapotere PD, tutt’altro

In alcuni casi sembra anche che lo agevoli.

Questo perché le destre toscane subiscono frequenti divisioni e soffrono per l’incapacità di trovare leaders carismatici catalizzatori di voti.

Alla propria sinistra il PD cerca di conglobare partiti e personaggi politici non allineati, silenziandoli tramite la propria rete tentacolare

Il problema è che quando un partito governa per decenni senza reale alternanza, il rischio non è solo la corruzione, ma qualcosa di ben peggiore: si arriva all’assuefazione collettiva.

Una popolazione abituata a non scegliere, a non discutere, a non immaginare alternative non si pone il problema se sia giusto cambiare o no. Perché non sa in cosa o con che cosa dovrebbe cambiare.

Non si è più abituati alla democrazia

Il problema del sistema PD in Toscana non è solo politico, è soprattutto culturale. E sembra strano che tutto questo sia accaduto proprio in Toscana, culla dell’umanesimo.

Il rischio vero della Toscana è quello di arrivare a una paralisi istituzionale, che è anche paralisi sistemica.

La vicenda di Prato è un campanello di allarme che qualcosa in questa struttura non sta più funzionando, che stia andando oltre alla mera autoreferezialita’

Che siamo arrivati infine al punto di non ritorno di un sistema toscano agganglito che distrugge benessere e non ne crea di nuovo.

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