Brexit, nazionalismo o convenienza economica?

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Brexit – Prendete una moneta e giocate a testa o croce. Una faccia della moneta è fatta da una mitica Regina Elisabetta rappresentante il nazionalismo britannico, l’altra faccia invece riporta una figura della Croce di San Giorgio. Che scegliate testa o croce la vittoria è comunque certa. I britannici hanno vinto.

Si può obiettare che la Scozia, uscita dalla porta principale con la Brexit, potrebbe rientrare in futuro in UE dalla finestra. Picciol cosa direbbe la mia amata nonna imparentata Borbone. Cosa da niente.

In Scozia il contributo al Pil britannico non è poi così importante, perché Londra nel tempo ha preso cosa gli interessava di più: il petrolio dei mari del nord della Scozia. Certo i fondi delle vedove scozzesi (le Scottish Widows Investment in finanza sono importantissime per la massa dei fondi intermediati) sono impressionanti, ma sono alimentati dai soldi non solo dei britannici in generale ma da tutti i cittadini del commonwealth, e la testa sta nella City, tra Cannon Street e Paternoster Square, Londra appunto.

Forse noi Europei siamo molto più interessati al glamour ed alle notizie della Corona britannica che invece alla sostanza del paese. Analizziamo un paio di dati: la disoccupazione in Gran Bretagna che si attesta nel ottobre 2020 al 4,9%, la meta circa di molti ex partner europei. Noi italiani non ricordiamo quando abbiamo avuto un tasso di disoccupazione cosi. Io non ne ho memoria. Ed il debito pubblico in relazione al PIL che si attesta all’80% circa, ne vogliamo parlare? Noi che veleggeremo al 160% e forse più? Qualcuno ha il coraggio di dire che gli inglesi con il Leave ci rimettono? Se qualcuno lo pensa è particolarmente coraggioso.

Non ci rendiamo mai conto che loro sono la guida del Commonwealth, quindi, commercio materie prime e quanto di più positivo si possa pensare nelle relazioni economiche.

Perché non sono rimasti con noi?

Mica perché dei contadini della Cornovaglia che hanno votato erano in maggioranza rispetto ai rispettabili voti dei colletti bianchi della City. Se pensate questo pensate ad una parziale verità. Il prezzo del Remain consisteva nel rimanere legati ai vincoli della UE, alle sue leggi, alla sua rigida giurisdizione bancaria, e così via. Troppo. Neanche in termini di moneta corrente la Banca d’Inghilterra ha mai dato l’ok all’euro. Un’ingerenza monetaria troppo invadente. In fin dei conti il sistema inglese di common law mal si adatta ai sistemi codicistici dei paesi UE ed a tutti i regolamenti emananti dalla UE stessa.

Quindi questa scelta è in linea con il cittadino medio britannico, non certo con il cittadino medio tedesco e francese. Ma siamo proprio sicuri che francesi e tedeschi non siano rimasti contenti dell’uscita di un pezzo da novanta come la Gran Bretagna dalla UE? Domanda lecita. La Gran Bretagna ha vinto la seconda guerra mondiale, ha un sistema politico stabile, una capacità di solcare tutti i mari finanziari del mondo economico che nessuno in Europa ha. Vien voglia di essere invasi per certi aspetti.

Ed una storia millenaria, fatta da barbari, che evolvendosi, dall’isola, dopo aver incontrato i banchieri fiorentini sono diventati un’isola con la I maiuscola dando tanto molto alla storia contemporanea degli ultimi tre secoli. Hanno perso una sola guerra degna di nota: la guerra che degli inglesi gli hanno fatto per ottenere l’indipendenza americana. Questo fa la differenza su come potrà essere la Gran Bretagna post Leave, una terrà di opportunità. Fa male leggerlo, pensare a noi, che potevamo essere loro, fa male.

Churchill, di nuovo lui, voleva una Europa forte e coesa, che fronteggiasse da un lato l’imperialismo americano e dall’altro il comunismo dittatoriale russo. E’ stata disattesa questa scelta?  No. Le trasformazioni in atto hanno creato una Russia forte ma dialogante con i confinanti europei e soprattutto con la Gran Bretagna facendosi che gli oligarchi russi passino più ore tra Marble Arch e Regent Street, ed aprendo il mondo russo al resto d’Europa e del mondo dalla porta principale.

Con gli americani i rapporti commerciali sono migliorati solo negli ultimi anni senza mai togliere spazio al prestigio che la madre patria della bianca albione mantenesse sull’intero Commonwealth. L’imperialismo americano non ha intaccato il Commonwealth britannico.

Il Commonwealth, che ha come capo la regina Elisabetta, è il vero punto di forza britannico. Paesi come Canada ed Australia rappresentano il futuro dell’economia mondiale.

La finanza pubblica inglese quando il paese ne aveva bisogno ha avuto Margaret Tatcher come guida, una conservatrice che in più mandati ha cambiato il paese, privatizzando, cioè lasciando alla libera iniziativa servizi come le ferrovie o le poste, mettendo i cittadini al centro della vita pubblica, scelte che hanno reso moderna la Gran Bretagna. Da lacrime e sangue, ma dopo, da caviale e champagne.

Il Leave non è né nazionalismo né economia, è tutt’eddue. Un tuttuno che funziona. Quando si è determinati, e si fanno le cose in modo pragmatico tutto si risolve per il meglio.

E noi italiani? I britannici ci hanno sempre amato, come tutti gli stranieri amano il nostro territorio italico. Gli inglesi hanno inventato il Gran Tour, quello di “Camera con Vista”, un bellissimo libro di E.M. Foster ambientato tra Firenze e la campagna inglese tradotto in un film famosissimo nei quali i personaggi erano in viaggio in Italia a fine ‘800.

Il Gran Tour con le sue tappe, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Paestum, che si svolgeva più “nel viaggio in carrozza”, tra le mille campagne e sapori italiani, il Gran Tour britannico dicevo non finirà mai, perché gli inglesi, liberi, verranno comunque a visitare il paese più bello del mondo. Con un passaporto inglese valido in una nazione appartenente alla UE.

 

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