Boris Johnson ricoverato per il coronavirus

Era nella seconda settimana di quarantena

ricoverato

Boris Johnson è stato ricoverato in ospedale per test a dieci giorni dall’avere annunciato di essere risultato positivo al coronavirus.

Lo notizia arriva dal numero 10 di Downing Street da dove spiegano perchè il PM sia stato ricoverato: “Questo è un passo precauzionale, poiché il primo ministro continua ad avere sintomi persistenti di coronavirus dieci giorni dopo essere risultato positivo”.
Il premier, dopo la prima settimana di quarantena, giorno in cui avrebbe già potuto uscire, ha annunciato che avrebbe osservato altri 7 giorni di isolamento.

I sintomi non sono ancora passati.

Anche la sua compagna in stato interessante, Carrie Symonds ha dichiarato su Twitter di aver avuto sintomi da coronavirus:

“Non ho bisogno di fare il test. Adesso sto bene”.

L a notizia del ricovero di Boris Johnson ha in parte oscurato il discorso che la Regina Elisabetta ha tenuto stasera a reti unificate nel Regno Unito. La Sovrana ha tenuto un discorso storico, il quarto “fuoriprogramma” televisivo reale in 68 anni. Era successo soltanto in occasione di avvenimenti come la della morte di Lady Diana e della “Queen Mother” Elisabeth.


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Le misure di contenimento adottate del Governo per contrastare il COVID-19.

Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge  il 23 febbraio 2020 con misure per il divieto di accesso e allontanamento nei comuni dove sono presenti focolai e la sospensione di manifestazioni ed eventi.

Successivamente sono stati emanati i seguenti decreti attuativi: il Dpcm 25 febbraio 2020, il Dpcm 1° marzo 2020, il Dpcm 4 marzo 2020, il Dpcm 8 marzo 2020, il Dpcm 9 marzo 2020 #Iorestoacasa, il Dpcm 11 marzo 2020 che chiude le attività commerciali non di prima necessità.
Infine iI Governo ha emanato con il Dpcm 22 marzo 2020 nuove ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Applicabili sull’intero territorio nazionale. Il provvedimento prevede la chiusura delle attività produttive non essenziali o strategiche.

Restano aperti alimentari, farmacie, negozi di generi di prima necessità e i servizi essenziali. 

Le disposizioni producono effetto dal 23 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.

Le stesse disposizioni si applicano, cumulativamente al Dpcm 11 marzo 2020 nonché a quelle previste dall’ordinanza del Ministro della salute del 20 marzo 2020 i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020.

Per effetto del DPCM 1 aprile 2020, tutte le misure per contrastare il diffondersi del contagio da coronavirus sono prorogate fino al 13 aprile 2020.

Il nuovo decreto è entrato in vigore il 4 aprile e sospende anche le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo.

Restano in vigore tutte le precedenti disposizioni stabilite per contrastare l’emergenza coronavirus. Comprese quelle che vietano a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano. Le ulteriori misure stringenti per chi fa ingresso in Italia, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

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