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3 – Il Processo Produttivo: birra o whisky?

di Niccolò Nesi
12 Marzo 2020
In Relax
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3 – Il Processo Produttivo: birra o whisky?

Il fuoco della torba per tostare il malto (foto dell'autore)

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Le prime parti della nascita di un whisky

Leggendo l’articolo sugli ingredienti, verrebbe da pensare che produrre whisky sia un processo mediamente facile che dà sempre lo stesso prodotto: del resto, come abbiamo visto, gli ingredienti sono solo tre. Acqua, orzo e lievito.

Per dare un’immagine abbastanza esplicativa si potrebbe pensare ad un bel parco macchine sportive, magari tutte rosse. Se lo vediamo da lontano ci possono sembrare tutte uguali, però avvicinandoci cominciamo ad accorgerci delle differenze distintive di ogni vettura.

Stessa cosa per il whisky: la combinazione dei tre ingredienti, il processo produttivo, l’invecchiamento, danno un prodotto che può sembrare tutto uguale ma, vi assicuro, che ha mille sfaccettature tutte diverse tra loro.

Il primo, fondamentale passo per fare un whisky è trasformare il nostro cereale di riferimento, in questo caso l’orzo, in malto. La maltazione deriva dalla germinazione dei grani: si mette l’orzo a bagno in acqua attendendo che il germoglio interno fori la pellicola superficiale dell’orzo rendendo così accessibili gli amidi e gli enzimi contenuti nel chicco.

Questa germinazione va però fermata. Il modo per farlo è fare seccare il malto su una fonte di calore. È qui che si apre un mondo enorme e variegato di aromi.

A seconda delle zone della Scozia, la tostatura del malto avviene con fuoco alimentato da torba o da legna. Adesso, nelle distillerie più giovani, il processo invece viene fatto elettricamente. Ogni tipo di tostatura esercita un carattere distintivo su quello che sarà il prodotto finale.

Una volta che l’orzo maltato è ben asciutto, viene macinato in maniera grossolana creando una specie di farina chiamata grist. Questa viene miscelata in acqua calda nei mash tun, dove gli enzimi e gli amidi passano all’acqua. Praticamente lo stesso procedimento delle bustine di Té nella teiera. Il “té” che ne deriva non è ancora alcolico, ma molto zuccherino e di colore scuro, si chiama wort. Vi si aggiunge il lievito per dare inizio alla fermentazione che porta alla creazione di alcol. Il prodotto che viene fuori è birra a tutti gli effetti, con una gradazione tra il 7 e il 9%. Una birra decisamente cattiva.

Questa settimana assaggiamo: Jameson 18 anni Limited Reserve

Tags: WHISKY
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