Anna Costanza Baldry: il coraggio di dare voce agli invisibili
Ci sono persone che avresti voluto incontrare almeno una volta nella vita.
Per me, Anna Costanza Baldry è una di queste. Il destino non me ne ha dato occasione, ma so che quell’incontro, anche solo per pochi minuti, avrebbe lasciato un segno indelebile.
Siamo entrambe nate a Maggio e in lei rivedo i miei tratti di coraggio, ostinazione, sfida e un grande cuore
Ma Anna era molto di piu di questo, non era solo una studiosa, era un faro. Psicologa sociale, criminologa, docente, ma soprattutto donna capace di guardare negli occhi il dolore che molti preferivano, e preferiscono tuttora, non vedere.
Ha saputo raccontare e difendere gli “orfani speciali”, i figli delle donne uccise, spesso privati in un solo istante anche del padre, portandoli alla luce quando per il mondo intero erano invisibili.
Con il suo libro, “Orfani speciali”, lei che figli non aveva, é diventata Madre, e non una madre qualunque
Chi sono, dove sono, con chi sono, con queste domande Anna ha scosso coscienze e abbattuto muri di silenzio. Dai suoi dati, dalle sue proposte, dalle sue parole è nata la legge n. 4 dell’11 gennaio 2018, che oggi garantisce a questi bambini tutela legale, sostegno psicologico, aiuti concreti e la possibilità di un nuovo inizio.
Il suo impegno non conosceva confini, dalle aule universitarie italiane ai tavoli delle Nazioni Unite, fino ai centri antiviolenza, Anna ha portato ovunque la convinzione che la civiltà di un Paese si misura dalla protezione che offre ai suoi figli più fragili
Oggi, una nuova Commissione parlamentare sta lavorando per rafforzare la tutela degli orfani di femminicidio, ed è impossibile non vedere la sua impronta in tutto questo, in ogni passo avanti.
E accanto al ricordo della sua opera, che rimane viva nella presenza della sorella Francesca e del fratello, l’avvocato Lorenzo Baldry, resta un legame familiare con tutti noi che lavoriamo in questo settore, tutti custodi della sua memoria del suo lavoro del suo instancabile, impegno che ci ha donato Anna, e che oggi appartiene a tutti noi.
Non l’ho mai conosciuta, eppure le devo gratitudine
Le dobbiamo gratitudine. Perché ha dato a questo mondo molto più di quanto abbia ricevuto, lasciandoci un’eredità che è insieme un dono e una responsabilità, non dimenticare mai i bambini invisibili, e continuare a lottare per loro.
Grazie, Anna.
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