Alvaro Vitali: dal Pop all’Eden
Quando viene a mancare un personaggio che in un modo o nell’altro è stato famoso, l’opinione pubblica si divide in pro e contro, molto spesso lasciandosi andare a giudizi dettati più dall’aspetto emotivo che dalla ragione.
Oggi a 75 anni è venuto a mancare Alvaro Vitali, l’attore romano meglio noto come “Pierino”, icona della commedia sexy italiana che tanto era in voga verso la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80
Una carriera cinematografica iniziata per caso, lui che di mestiere faceva l’elettricista e che durante un provino venne notato dal grande regista Federico Fellini che lo volle come comparsa nel suo film Satyricon.
Con Fellini nacque un bel sodalizio che lo portò a girare anche altri film, tra cui il celebre Amarcord, sempre con ruoli secondari.
Nella seconda metà degli anni ’70, come accennavo prima, divenne icona delle commedie sexy che tanto erano amate nel nostro BelPaese
Forti di una censura che ancora imperversava sui costumi questi film rappresentavano una valvola di sfogo erotica per gli spettatori che tra gambe e seni nudi, ridevano a battute sconce e dal significato ambiguo.
E non fu un male
Nell’Italia degli anni di piombo dove morte, aggressioni, rapimenti e delinquenza erano all’ordine del giorno non era male potersi svagare due ore a non pensare al dramma che la Nazione stava vivendo.
Al tempo stesso questi film sono stati necessari anche per far uscire l’Italia da quel bigottismo prettamente cattolico dovuto alla forte influenza della Chiesa e della Democrazia Cristiana come principale forza politica del Paese.
Detto ciò, se da un lato la spensieratezza di certi film può averci fatto ridere e passare qualche ora lieta, dall’altra non possiamo certo ergere certi film o certi attori ad icone del cinema nazionale.
Leggendo le odi sperticate ad Alvaro Vitali emergono tutte le contraddizioni di questo strano Paese che ignora in vita e santifica dopo la morte
Perché finito il successo delle commedie sexy Alvaro Vitali non ha più preso parte a nessuna produzione significativa (ammesso che lo fossero anche quelle) ed ha passato 35 anni della sua vita ad elemosinare lavoro proponendosi come showman in spettacoli di paese o feste private e lanciando accorati appelli contro l’industria cinematografica rea di averlo aveva abbandonato.
E non è stata solo colpa di un sistema che, sicuramente ha le sue colpe, ma anche l’incapacità di Alvaro Vitali di reinventarsi
Non basta dire che fu scoperto da Fellini per rendere merito al personaggio o dargli una patente di professionalità. Alvaro Vitali è stato per tutti Pierino e ancora negli ultimi anni della vita si proponeva come tale nei suoi show, non ponendosi come attore a tutto tondo.
È lui stesso che si è chiuso nel personaggio rimanendo tale anche fuori tempo massimo proponendo un repertorio che ci ha fatto anche ridere 40 anni fa ma che ora risulta vecchio
Sicuramente peggio di un uomo che in fondo non ha saputo rinnovarsi sono coloro che magari avrebbero potuto fare di più ma non lo hanno fatto, ossia quei produttori cinematografici, registi e colleghi che quando la ruota gira la vogliono solo per loro stessi.
Ed oggi te li ritrovi sui social e sui giornali ad elevare Pierino nel Pantheon degli Attori con la A maiuscola
A costoro dico: lasciateci le giarrettiere, i seni nudi e le battute scurrili, lasciateci il pop di Alvaro Vitali ma non vendeteci l’Eden.
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