Al Viminale arriva Luciana Lamorgese, sostenitrice della “accoglienza diffusa”

Via Salvini, al Viminale arriva Luciana Lamorgese: una donna che non ha precedenti esperienze politiche, non ha account social, non si presta alle interviste. L’opposto del segretario della Lega, purtroppo anche per altri aspetti.

È l’unico tecnico del governo della poltrona, appena insediatosi. Lamorgese opera da una vita all’interno degli uffici, con diversi incarichi tra Viminale e la prefettura di Varese. È lei, avvocato di Potenza madre di due figli, adesso a dover sedere nell’ufficio più importante del ministero dell’Interno.

L’opposto di Salvini – dicevamo – a partire dall’immigrazione, l’argomento forse più sentito tra i cittadini e di sicuro quello più importante affrontato dai suoi due predecessori, Minniti prima e Salvini dopo. Un materia che lei conosce bene, essendo stata al Viminale  al fianco sia di Alfano e di Minniti, prima di essere nominata prefetto di Milano. Ed è questa, fino al giuramento al Quirinale, la sua esperienza più importante.

Diplomazia e monitoraggio, queste le due parole d’ordine del suo operato, tanto che, come si legge su La Verità, il neo ministro dell’interno si guadagna il soprannome di “Lady Monitoraggio”. Qualche screzio con Sala, condito da qualche riavvicinamento, al tempo stesso però non mancano screzi anche con la Lega.

Questo perché quando è prefetto di Milano è lei a lanciare l’esperimento della cosiddettaaccoglienza diffusa”, un tipo di accoglienza cioè che viene svolta non in grossi centri all’interno di grandi città, ma distribuita in piccoli centri in tutta la provincia. Un esperimento però bocciato da molti primi cittadini, molti dei quali del Carroccio.

Ad essere diffusa, prima ancora dell’accoglienza, è la sensazione di malcontento. Tanto è vero che la stessa Lega ne chiede le dimissioni. A fine 2018 la Lamorgese torna a Roma al Consiglio di Stato, ultima esperienza prima di essere nominata titolare del dicastero più importante per quanto riguarda la sicurezza.

Lamorgese ha un’eredità pesante da gestire, visto che chi occupa il posto prima di lei è per 14 mesi la personalità di governo più in vista sotto il profilo mediatico. Le attenzioni sull’ex prefetto di Milano saranno massime, specie per l’appunto sull’immigrazione. Farà un cambio di rotta, come auspicato dal Pd? Farà entrare senza problemi le navi delle Ong? 

Al momento è difficile rispondere. Sicuramente tenderà a “monitorare” la situazione, il resto, vedremo. 

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