Al cuore della bestia: se non ora, quando?
È guerra. Tra Israele e Iran è guerra. Una guerra terribile, ennesimo conflitto in uno scacchiere geopolitico mondiale complesso e assai pericoloso.
Eppure è una guerra necessaria
Ed è necessaria, persino doverosa, perché l’Iran degli Ayatollah in questo momento è la testa dell’ idra islamista che finanzia e arma i suoi proxy contro Israele. È accaduto con Hamas, è accaduto con Hezbollah, è accaduto con gli Houthi.
Bisogna ricordare le parole del vecchio leader iraniano Mamhood Ahmadneajad che predicava la cancellazione dello Stato di Israele dalla faccia della terra per rendersi conto del pericolo esistenziale che il regime iraniano rappresenta per Israele e non solo. Il tempo è passato ma l’obiettivo indicato da Ahmadneajad è sempre attuale per gli Ayatollah.
Da tempo ormai l’Iran sta arricchendo l’uranio, formalmente per usi civili, di fatto per confezionare la bomba atomica capace di raggiungere il proprio obiettivo.
Queste non sono illazioni, ma fatti confermati dalle dichiarazioni continue dei pasdaran
Che l’Iran sia un pericolo lo sanno tutti. Lo sa Israele, lo sanno gli USA, lo sanno i paesi europei, lo sanno persino le Nazioni Unite.
A ciò si aggiunge il recentissimo rapporto dell’AIEA, non certo una organizzazione sionista, che ha certificato la violazione di ogni accordo internazionale sin qui stipulato.
Quegli accordi fortemente voluti prima da Obama poi da Biden le cui politiche scellerate nei confronti di Theran hanno condotto a questo punto di non ritorno
Per tali motivi anche i paesi arabi, a dispetto delle dichiarazioni di facciata, sono assai felici che Israele stia facendo il lavoro sporco. Quel lavoro che avrebbe dovuto essere fatto prima e che con colpevole ritardo, tutti hanno omesso di iniziare.
Certo, c’è la pace da preservare
La pace è un valore fondamentale ma è necessario che essa sia giusta e soprattutto raggiunta con una cooperazione sincera e in buona fede di tutte le parti in gioco. E quest’ultima proprio non esiste quando si tratta di Khamenei e i suoi accoliti.
E allora una pace che consente al nemico di armarsi meglio, di armi nucleari in grado di cancellare interi paesi dell’area, non è una pace
È un regalo che non può essere concesso.
Come detto a trattare ci hanno provato tutti. Ci ha provato Obama, ci ha provato Biden, ci ha provato persino Donald Trump Senza successo.
Il Presidente USA aveva dato 60 giorni a Theran per trattare ma il termine è decorso Senza esiti apprezzabili. Lo stesso Trump ha sempre detto di prediligere la via dell’accordo ma non escludeva l’opzione militare.
Ebbene dopo il rapporto dell’AIEA, lo scadere del termine imposto da Trump, che altro avrebbe dovuto fare Israele?
Attendere forse di essere bombardato con testate nucleari ?
Comprensibile che tutto ciò determini una preoccupazione a carattere globale ma ciò non può tradursi in ambiguità o peggio in codardia.
Suvvia persino Macron ha dovuto ammettere che il pericolo iraniano è concreto e gravissimo. Addirittura Starmer e Merz critici con Netanyahu si Gaza fanno fronte Comune contro l’Iran. E, addirittura l’opposizione israeliana mai tenera con Bibi è compatta con l’operazione militare che si sta conducendo.
Certo la speranza è che Trump riesca a condurre l’Iran a più miti consigli e alle trattative, ma più passando i giorni e meno questa possibilità sembra praticabile.
E mentre Israele colpisce obiettivi mirati e strategici l’Iran risponde con missili che colpiscono il cuore residenziale delle città israeliane. Non è sufficiente questo per dare il quadro di chi sia “il cattivo” in questa storia?
Lo scenario è questo. Non è dei migliori, ma purtroppo si gioca con le carte che si hanno
E oggi quelle carte dicono chiaramente che bisogna schierarsi con Israele che avuto il coraggio di attaccare al cuore la Bestia, per rovesciare un regime sanguinario che opprime sotto il tallone un popolo fiero e vigoroso. Quei tanti iraniani che stanno dalla parte di Gerusalemme e che vedono in questa occasione la speranza di riconquistare una libertà troppo a lungo compressa sotto i veli delle donne o nelle prigioni profonde di Evin.
Bisogna sostenere in ogni modo quella fetta di popolazione stanca del regime e favorire un overthrow . Mai come oggi questa prospettiva appare seria e concreta.
Oggi più che mai, dunque, c’è bisogno di unità dell Occidente
Solo la sinistra italiana con il suo seguito di vigliacchi antisemiti non lo comprendono e sparano a zero contro il Governo. Addirittura pare che la sinistra stia organizzando una manifestazione a favore del regime di Khamenei e contro Israele. Chissà dove è andata a finire l’autodeterminazione dei popoli e la liberazione dai tiranni che era stato mantra dei progressisti? Probabilmente nell”antisemitismo galoppante che infetta le sue fila.
Non c’è dubbio che sia la peggiore sinistra mai vista, incapace di ogni analisi politica internazionale e che ammicca pericolosamente ali peggiori deliri delle piazze. Ecco perche’ oggi più che mai è il momento di stare dalla parte giusta della storia ! Dalla parte della libertà della democrazia. Insomma dalla di Israele
Ci riusciremo?
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