Addio a Stelvio Dal Piaz, figura centrale della storia politica aretina
Con la scomparsa di Stelvio Dal Piaz, avvenuta all’età di 96 anni, Arezzo perde una figura che ha attraversato gran parte della storia politica e culturale del Novecento italiano. Ex RSI, protagonista della destra locale e nazionale, insegnante di educazione fisica, Dal Piaz è stato per decenni un punto di riferimento per un’area politica rimasta a lungo ai margini del racconto ufficiale.
Probabilmente il politicamente corretto suggerirebbe di ignorare la notizia, oppure di riempirla di giudizi sommari e apprezzamenti negativi. O, peggio ancora, di ricorrere a quella che oggi sembra essere l’arma più efficace della non-cultura: la mistificazione storica, fatta di accuse generiche, attribuzioni arbitrarie e ricostruzioni mai davvero sottoposte a un serio confronto critico, perché avallate dal pensiero dominante.
A me, del politicamente corretto, importa poco. Ritengo invece che questa figura vada ricordata. Non celebrata acriticamente, ma riconosciuta per ciò che è stata: una parte integrante di una storia nazionale estremamente complessa. Una storia che diventa sempre più difficile da comprendere proprio perché sempre meno studiata con distacco, rigore e onestà intellettuale.
Stelvio Dal Piaz è stato una figura importante nella storia politica aretina e toscana. Nel tempo, sia come studioso sia come intellettuale di riferimento, è diventato un punto di confronto per molte persone, non solo ad Arezzo ma in tutta Italia. Ignorarlo oggi, o peggio deformarne il percorso umano e politico, sarebbe una colpa grave.
Dal Piaz ha fatto parte della storia, senza mai rinnegarla né travisarla. Ha scelto consapevolmente di portare avanti e difendere il proprio punto di vista, anche quando farlo non conveniva a nessuno. Quando sarebbe stato più semplice — come hanno fatto milioni di persone — prendere le distanze, adattarsi, mimetizzarsi. Lui non lo ha fatto. Ha difeso idee che non appartengono al campo dei “vincitori”, quelle per cui non si ottengono vantaggi, né riconoscimenti, né protezione. E già solo per questo una persona merita rispetto.
Oggi siamo tutti un po’ più poveri, perché se ne va un frammento di storia. Un uomo che ha avuto il coraggio della coerenza. E in tempi migliori, neppure troppo lontani, anche il suo avversario più ostinato avrebbe avuto il coraggio intellettuale di riconoscerlo.
