• Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
oAdHoc News Quotidian
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
AdHoc News Quotidiano
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Cultura

LA SINISTRA CENSURA. IL CASO EMBLEMATICO A “PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI”

di Roberto Lobosco
4 Dicembre 2025
In Cultura
0
LA SINISTRA CENSURA. IL CASO EMBLEMATICO A “PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI”
17
VISITE
CondividiTwitta

LA SINISTRA CENSURA. IL CASO EMBLEMATICO A “PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI”.

Dopo le dichiarazioni di Emanuele Fiano e Christian Raimo arriva anche una lettera di 80 scrittori a chiedere l’estromissione della casa editrice Passaggio al Bosco dalla Fiera del Libro “Più Libri Più Liberi”.

Paolo Berizzi, in un articolo su La Repubblica coinvolge nella polemica anche la casa editrice Idrovolante. Era già successo, qualche anno fa, con Altaforte Edizioni al Salone di Torino

Era il 2019 e l’editore in questione fu escluso dalla manifestazione. L’accusa? La solita di sempre: il fascismo. D’altra parte il termine è ormai da tempo utilizzato in qualsiasi caso e situazione per delegittimare l’avversario politico e intellettuale e giustificare la censura. Anche l’assalto al giornale La Stampa dei giorni scorsi è stato definito un atto “squadrista” e “fascista” quando in realtà i colpevoli erano appartenenti alla sinistra radicale, antagonista e propal su cui spicca la presenza di elementi legati al centro sociale Askatasuna.

Inoltre, è ormai prassi diffusa confondere il fascismo con qualsiasi forma di autoritarismo o violenza. Il risultato è l’incapacità di comprendere e inquadrare correttamente quel fenomeno storico e politico che si caratterizzò per la presenza di elementi del tutto originali come la mobilitazione di massa, il corporativismo, l’estetizzazione della politica, il nazionalismo, il sindacalismo rivoluzionario, il mito dell’uomo nuovo, una visione eroica della vita e un conservatorismo legato però ad una certa idea di progresso e di modernismo antimoderno

Alle origini del fascismo c’è la piccola e media borghesia italiana che si sentì minacciata dall’ascesa della classe operaia, la paura del comunismo, il Biennio rosso, la crisi sociale, economica e politica derivata dalla prima guerra mondiale, la nascita di una nuova aristocrazia guerriera forgiata nelle trincee che volle imporre i valori militari alla vita civile e soprattutto l’avvento delle masse. Problemi a cui lo stato liberale non seppe dare risposte. Il fascismo fu dunque un tentativo di dare una soluzione ai problemi del suo tempo. Ridurre qualsiasi forma di violenza al fascismo è illogico, antistorico e porta ad una evidente deresponsabilizzazione

Come se la violenza e la prepotenza sia nata nel 1919 e prima non esisteva, come se gli avversari del fascismo non abbiano anch’essi utilizzato forme di coercizione. Definire fascismo tutto ciò che non è progressismo o che è limitazione dei diritti è una facile scorciatoia ma rischia di inflazionare il termine, confondere le categorie politiche, non comprendere il contesto storico del tutto particolare su cui si sviluppò e l’eterogeneità di vedute e posizioni ideologiche che riempirono quel contenitore ideologico.

Non comprendere il fascismo e utilizzarlo ancora oggi per fini del tutto strumentali porta ai tentativi di censura che abbiamo visto in questi giorni e all’incapacità di interpretare non solo il passato ma anche il presente

Un presente in cui i pericoli per le nostre libertà e i nostri diritti non derivano dal fascismo, categoria politica esaurita e da consegnare alla storia, ma da una mentalità fatta propria da una parte della sinistra tesa a demonizzare l’avversario politico che determina una nuova forma di totalitarismo il quale pretende di imporre una sola e unica Verità politica e che produce l’appiattimento collettivo e l’eliminazione del pluralismo per ridurre il mondo ad un unico paradigma.

Uno degli strumenti utilizzati è quell’industria della disinformazione in mano a chi in questi ultimi decenni e ancora oggi esercita una egemonia culturale a cui non intende rinunciare e da cui vuole ottenere tutti i vantaggi politici ed economici

Con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione la questione della censura e del controllo delle informazioni e della Verità si fa ancora più complesso.  Una grande novità è stata la nascita e lo sviluppo dei social network. In tali contesti, il controllo delle informazioni è sempre più stringente: gli algoritmi penalizzano i contenuti ritenuti “non conformi” al pensiero unico e post, articoli e opinioni alternative rispetto alla narrazione dominante vengono oscurati o rimossi determinando una moderna forma di Inquisizione digitale che limita gli spazi di confronto generando conformismo.

I grandi colossi dell’informazione sono i nuovi gendarmi al servizio del potere. La manipolazione, per essere efficace, non ha più bisogno di parate o folle oceaniche ma arriva direttamente nelle case grazie ai mass media, ai prodotti di consumo, ai social media, alla tecnica e alla tecnologia. Basta un click, un post, l’illusione della scelta e della libertà

La cosiddetta società del benessere nella quale il totalitarismo della tecnica si manifesta appare tollerante e democratica ma essa stessa necessita di strumenti informativi e culturali che preconfezionano opinioni. Apparentemente pluralisti, gli apparati politici, culturali e propagandistici assumono una dimensione unitaria. Non esiste formalmente un “Ministero della propaganda”, ma un sistema di controllo molto più raffinato. In tal modo si raggiunge l’obiettivo di ottenere l’uniformità di pensiero.

Il sistema della disinformazione è un meccanismo che puoi denunciare ma non puoi combattere o che puoi combattere soltanto marginalmente. Siamo inondati di dati ma il problema è capire dove sta la verità e dove la menzogna ed essere in grado di elaborare le notizie per fare i giusti collegamenti

I maggiori interessi sociali riguardano le frivolezze, gli amori dei vip, l’esaltazione del potere, della modernità e della tecnologia. Colori, slogan, donne nude e uomini affascinanti ci raccontano la società, ci spiegano la felicità e l’amore. Tramite la pubblicità viene veicolato il mondo e le sue sfumature. L’immagine assume il ruolo fondamentale di rappresentare la realtà che si vuole proporre al grande pubblico e ne include i valori o, più precisamente, i disvalori, che poi la società assorbe. Il mondo esiste attraverso l’immagine e la pubblicità. Ed è in un tale contesto che si inserisce la logica della sinistra culturale, politica ed economica la quale combina ideali progressisti, come l’espansione dei diritti civili, con pratiche che limitano le libertà individuali e pluralistiche. Una sinistra che promuove l’uguaglianza e il progresso sociale anche attraverso metodi liberticidi, ignorando o sopprimendo il dissenso, le opposizioni politiche e la libertà di parola.

Ed ecco che non è certo un caso se proprio coloro che si fanno paladini della libertà democratica impediscono o vorrebbero impedire agli altri la libera manifestazione del pensiero e la partecipazione ad una rassegna culturale

Una nuova generazione di progressisti sta seguendo le orme già tracciate nel passato ripristinando metodi illiberali. L’imposizione del linguaggio rappresenta uno degli strumenti più potenti di condizionamento in quanto comporta riduzione creativa, impoverimento del ragionamento libero e conformismo.

L’altro importante sistema di condizionamento è la prefigurazione di un pericolo esterno

La paura spinge verso soluzioni estreme. E quale miglior pericolo del fascismo. In nome dei diritti si negano i diritti e in nome della libertà si nega la possibilità ad alcune case editrici di partecipare alla vita culturale del Paese

Quello che sta accadendo in questi giorni intorno a “Più Libri Più Liberi” è emblematico del clima che stiamo vivendo e a dove arriva la sinistra censura. Tra l’altro sarà il caso di ricordare che Passaggio al Bosco ha aspettato che si liberasse un posto a “Più Libri Più Liberi”, paga lo spazio e rispetta tutte le regole e i protocolli.

Passaggio al Bosco da diversi anni era in lista di attesa e ha pazientemente aspettato il suo turno

Per accedere si procede per prelazione e se un editore non fallisce o rinuncia, subentrare è complesso. Passaggio al Bosco è potuto entrare quest’anno sottoscrivendo un regolare contratto perchè a seguito di una lotta intestina nella sinistra editoriale e culturale emersa lo scorso anno a causa dell’invito esteso da Chiara Valerio allo scrittore Leonardo Caffo, imputato per un caso di violenza domestica, diversi editori di sinistra, che avevano già pagato lo stand, disertarono e altri annunciarono già di non confermare la loro partecipazione per il 2025.

A prescindere da questo non esiste comunque nessun motivo costituzionale per escluderla dalla rassegna

Così come le altre case editrici. La sinistra censura, in nome di una presunta superiorità morale, vorrebbe definire i limiti della cultura e della libertà, ammaestrare le opinioni, imporre la sua visione del mondo, elargire patenti e dogmi. E dopo aver zittito ed escluso gli avversari dal dibattito pubblico fa del vittimismo.

Poi capita nell’ambito di questo strano mondo che è la sinistra che i censurati diventino censori

Come il caso proprio di Fiano, insultato e impossibilitato a parlare dagli antagonisti dell’estrema sinistra antifa e antisionista chiama poi in causa proprio le istituzioni per impedire la circolazione dei libri e delle idee. Senza alcun rispetto per il lavoro degli autori e degli editori, senza riconoscere l’importanza di un pensiero non conforme.

Eppure oggi si parla tanto di inclusività e proliferazione dei diritti ma poi a non essere rispettate sono proprie le idee (articolo 21 della Costituzione).

La democrazia si nutre del pluralismo e di un sano conflitto politico

Limitarli per creare fronti politici e culturali progressisti e antifascisti (in assenza di fascismo) rischia di soffocare la democrazia con l’intento di salvarla. La sinistra censura sta portando alla creazione di nuove realtà politiche volte a stravolgere le basi della democrazia.
Ovviamente poi i popoli sono pieni di virtù solo quando votano “correttamente”. Altrimenti sono stati impauriti, plagiati o altro. È sempre più difficile contrastare la logica manichea del “bene” e del “male”.

Leggi anche:

https://www.adhocnews.it/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE

Tags: CENSURAIN EVIDENZALIBERTA' DI ESPRESSIONELIBRISINISTRA
Articolo precedente

MEGLIO TARDI CHE MAI LA FUNARO CI RIPE SA E PRENDE LE DISTANZE DA FRANCESCA ALBANESE.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Contatti e informazioni AdHoc News
  • Partners & Advertising
  • Privacy policy
  • Cookie policy

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.