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COLOMBO COME SIMBOLO DI UN INSCINDIBILE LEGAME TRA ITALIA E USA. W IL COLUMBUS DAY

di Kishore Bombaci
21 Ottobre 2025
In Cultura
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occidente
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COLOMBO COME SIMBOLO DI UN INSCINDIBILE LEGAME TRA ITALIA E USA. W IL COLUMBUS DAY

Il 12 OIttobre 1492 Cristoforo Colombo, genovese, con le sue tre caravelle – Nina, Pinta e Santa Maria – partì dall’Italia alla ricerca delle Indie, ma approdò erroneamente su territori del tutto sconosciuti; quei territori che sarebbero diventati, meno di tre secoli dopo, gli Stati Uniti d’America.

La vicenda di Colombo è una questione che da storica si è fatta simbolica di un legame inscindibile tra Italia e Stati Uniti, o per estensione, tra le due sponde dell’Atlantico, la cui attualità si consuma anche in queste settimane. Un’Italia che si fa mediatrice tra le istanze europee e quelle americane in temi essenziali come quelli economici o di politica internazionale

Un’Italia che si fa sempre più centrale nello scacchiere geopolitico mondiale proprio grazie a questo legame forte con gli USA che, peraltro, sussisteva anche quando POTUS era Joe Biden (con buona pace dei deliri di Landini).

Simbolo del suddetto legame, il Columbus Day la cui tradizionale celebrazione, in USA, risale al 1937, quando il Presidente Frank Delano Roosvelt lo volle ergere a celebrazione nazionale.

Da allora, questa ricorrenza costituire motivo di gioia e orgoglio per gli italo-americani che tanto hanno contributo e contribuiscono alla fortuna degli USA

La storia della migrazione dall’Italia agli Stati Uniti ,con tutte le sue contraddizioni e anche i suoi lati negativi, è comunque una storia affascinante persino mitologica. Una relazione proficuo che, soprattutto, nel dopoguerra, ha reso fortuna a tante persone e famiglia ma, come detto anche agli stessi USA che ancor oggi possono vantare medici, scienziati, professori, sportivi ecc. Italiani o italoamericani.

Cristoforo Colombo è un po’ il simbolo unificante di questa tradizione che va difesa assolutamente contro ogni spinta iconoclasta

Infatti, a partire dai primi anni 90, ed esattamente proprio nel 1992, in occasione dei festeggiamenti per i cinquecento anni dalla scoperta dell’America, si sono andate evidenziando posizioni assai critiche riguardo questa festività che si sono fatte via via sempre più radicali, le quali sostenevano che Colombo lungi dall’essere lo scopritore delle Americhe e colui grazie al quale la civiltà europea si impianto nel Nuovo Mondo, era solo la massima espressione dello sfruttamento e dello sterminio dei nativi d’America.

Il mito dell’indiano d’america prese piede in larghe fasce della popolazione che a John Wayne preferiva Toro Seduto. Non vi è dubbio che un certo “mondo” ha sempre avuto un’affezione particolare per gli sfruttati (o presuti tali), inclinando però verso prospettive semplicistiche di lettura della Storia, rinunciando alla complessità per rifugiarsi nella polatizzazione

Per tanto tempo queste tesi sono circolate in diversi ambienti progressisti (e non solo), ma rimanendo tutto sommato abbastanza marginali.
Ma il seme era stato gettato.

La mitologia dell’indiano buono contro il perfido bianco era destinata a ad avere una eco sempre più marcata fino a trovare la usa massima espressione nello scoppio del movimento Woke sotto la particolare declinazione di “Cancel Culture” che è tema degli ultimi decenni

Un leitmotiv inquietante, alimentato e veicolato da una “cultura” che mirava e mira direttamente a distruggere le radici dell’Occidente intero.

Nel 2017 dalla teoria si passa ai fatti, a Baltimora, poi a Yonkers, Detroit, Los Angeles, Lancaster, Columbus, San Josè, Miami, Richmond, St Paul, Boston si cessa di festeggiare il Columbus Day e i nuovi sacerdoti della religione profana iniziano ad abbattere, decapitare o imbrattare le statue di Colombo. Con la morte di George Flyoid e l’impervesare del movimento Black Lives Matters, l’ondata anti-Colombo diventa inarrestabile

In 51 città americane e in 5 stati iil Columbus Day viene abolito e sostituito con la celebrazione delle poipolazioni indigene. La stessa celebrazione nazionale viene sostanzialmente abolita.

A cercare di controbattere a questa spinta nichilista ila National Italian American Foundation (NIAF) prova a riportare la questione su un piano storico sottraendola alla furia idologica woke, purtroppo senza troppo sucesso

Ogni richiamo al buonsenso è completamente annichilito, persino l’idea di scegliere un’altra data per la celebrazione dell’ Indigenous People viene respinta.

Le Erinni della nuova morale non lasciano spazio a compromesso. Colombo assurge a icona fascista (sic!) simbolo di tutto ciò che è andato storto nel Novo mondo. Dal colonialismo al razzismo, al prevalere dell’uomo bianco rispetto a tutto ciò che bianco non è.

C’è voluto Donald Trump con la sua seconda presidenza e la sua feroce lotta al Woke a ridare linfa al Columbus Day restaurato finalmente come festa federale e ripristino dell’ inscindibile legale tra l’Italia e l’America

Quest’anno al tradizionale incontro della NIAF, la stessa Giorgia Meloni, in collegamento, ha tenuto a ribadire l’importanza simbolica di questo giorno e la necessità di disfarsi di un movimentismo estremista che intende riscrivere la Storia con gli occhi distopici dell’ideologia.

“Il Columbus Day è qui per restare” tuona la premier italiana che ammonisce che nulla potrà mai cancellare le tradizioni condivise tra Italia e USA e un legame saldo che va oltre le differenze.

Un nodo che si fonda sulla comune difesa dei valori democratici e sul culto della libertà, quale fondamento della società occidentale, ahimé mai in discussione come oggi (almeno nel secondo dopoguerra).

L’Occidente è in crisi e l’imperativo categorico – che già Meloni ebbe a sintetizzare qualche tempo fa – è Make West Great Again!

In questo processo di recupero dell’identità occidentale, seppur con tutte le sue contraddizioni, la “cultura” woke non trova posto nè deve trovarlo.

L’imposizione totalitaria che, seppur ammantandosi di parole nobili, ha come obiettivo quello di riscrivere il Presente e il Passato sulla base di categorie ideologiche artefatte non passerà! I primi effetti di questa nuova Resistenza si vedoino già, grazie alle iniziative del Presidente Trump , ma il wokismo è tutt’altro che battuto o sconfitto.

Esso rappresenta il riaffiorare carsico di un marxismo che, fallito il tenetativo egemonico sul piano dell’economia, ha spostato il focus direzionandolo verso l’ambito culturale in un evidente tentativo di manipolare le opinioni pubbliche

Ed è proprio lì, sul piano culturale del recupero dell’identità occiddentale, che si deve continuare la battaglia per quanti ritengono che la Storia e le Tradizioni siano da studiare, eccessi ed errori compresi, senza tuttavia pensare di poter cancellare o riscrivere il passato.

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Tags: CANCEL CULTURECOLOMBOGIORGIA MELONIIN EVIDENZAWOKE
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