Trattare la pace con Hamas non sarà possibile
I terroristi hanno si accettato i termini della prima fase del Piano, ma non hanno in alcun modo accettato il Piano Trump nella sua totalità.
Anzi
L’atteggiamento assunto da Hamas in questa fase segnala chiaramente la volontà di rompere l’unitarietà dei 20 punti del piano, negoziando di volta in volta ciò che ritiene sacrificabile.
Tradotto: va benissimo liberare gli ostaggi, ma questo non ci impegna in alcun modo ad arrenderci o a consegnare le armi.
Il punto, troppo spesso sottaciuto, è che Hamas non ha alcuna intenzione di autodistruggersi
E infatti, nella dichiarazione rilasciata il 9 ottobre Hamas ha specificato come la lotta per l’indipendenza proseguirà, facendo anche sapere che le questioni relative al disarmo saranno negoziate solo in seguito, senza offrire delucidazione né sui tempi né sui modi.
Insomma, nessuna garanzia per Israele.
Hamas, poi, ha anche preteso da Israele una dichiarazione pubblica di “fine della guerra”.
I terroristi vogliono che lo Stato ebraico si esponga, in modo da potergli addossare l’intera responsabilità, anche a livello internazionale, per un eventuale ripresa della guerra
E non è un caso che le poche dichiarazioni dei membri di Hamas abbiano avuto tutte un unico sottotesto: “Noi ci stiamo impegnando, ma Netanyahu è un manipolatore che può far saltare tutto da un momento all’altro”.
Il punto è che Hamas possiede ancora delle leve per creare enormi problemi allo Stato ebraico, esacerbandone le divisioni interne e rallentando l’applicazione dei 20 punti del piano.
Appoggiandosi sulla riluttanza delle forze israeliane a tornare a Gaza e facendola confliggere con la volontà di attori come Smotrich e Ben Gvir di non interrompere le operazioni, Hamas può lavorare sul fronte interno israeliano mentre, sul fronte di Gaza le armi tacciono.
Il paradosso è che ciò è stato reso possibile dalla vaghezza del piano presentato dal Presidente Trump
Il quale, pensato per tutelare la tenuta del governo di Netanyahu, viene ora usato da Hamas esattamente per metterlo in crisi.
Insomma, c’e’ un cessate il fuoco, certo.
Ma parlare di pace è decisamente una cazzata.
Anche perché Israele, allo stato attuale, ha di fatto rinunciato a espellere Hamas da Gaza con le buone e si è messo in una situazione estremamente complessa per farlo con le cattive, data la presenza in futuro di agenti stranieri, militari e non, nella Striscia.
Passata la sbronza per la firma di questo accordo, molte persone, fra cui Benjamin Netanyahu, si accorgeranno che Hamas continuerà a rappresentare una minaccia mortale per Israele, e che alternative al suo annientamento totale non esistono.
Solo una guerra totale, l’occupazione e l’annessione della Striscia di Gaza permettera’ allo Stato ebraico di eliminare per sempre questa minaccia
La minaccia che rappresenta Hamas non si elimina con una firma su un pezzo di carta e con tante belle strette di mano, ma con le armi, con la guerra.
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