Il centrodestra Toscano ha il suo paladino. Governa da due mandati e non usa slogan
Le Marche e la Calabria hanno detto no al reddito di cittadinanza regionale. Due regioni che hanno scelto di abbandonare l’assistenzialismo, preferendo il lavoro e la responsabilità alla politica del sussidio.
Adesso tocca alla Toscana, la regione che da oltre cinquant’anni non cambia mai davvero. Qui, dove il voto è spesso una tradizione tramandata di padre in figlio, il 12 e 13 ottobre si giocherà una partita che va oltre i simboli di partito: capire se esiste ancora la volontà di cambiare
La Toscana è una terra meravigliosa, ma ferma.
Ci si lamenta ogni giorno di tutto — della sicurezza, del costo della vita, delle strade piene di buche, dei trasporti che non funzionano, dei tempi infiniti nella sanità, delle tasse regionali tra le più alte d’Italia, degli affitti impossibili — eppure non cambia mai nulla, quasi si pensi che disagi e disservizi non derivino dalla malaamministrazione ma da una entità eterea malevola contro la quale il cittadino nulla puòfare.
E invece ora anche in Toscana è il momento di Fare!
Da sempre in Toscana chi amministra resta, chi critica si rassegna.
Eppure ci sono anche scandali che in altre regioni avrebbero fatto tremare i polsi. Ma qui gli scandali si dimenticano, le difficoltà si normalizzano. È come se questa regione, pur piena di energia, fosse prigioniera della sua stessa abitudine.
E mentre tutto resta immobile, la Toscana perde il suo futuro.
Ogni anno oltre 9.000 persone lasciano la regione, e più di 4.000 sono giovani.
Tra il 2011 e il 2023, 16.300 ragazzi tra i 18 e i 34 anni hanno fatto le valigie per cercare altrove ciò che qui non trovavano: un’occasione.
È una fuga silenziosa ma drammatica, che svuota le città e invecchia la popolazione.
In questo contesto arriva una figura diversa, anomala per il panorama politico toscano
Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, non viene da Roma né da apparati di partito. È un amministratore che ha costruito consenso con i fatti, non con le parole.
È in carica da due mandati e secondo il Governance Poll 2025 de Il Sole 24 Ore è il sindaco più amato della Toscana, con un gradimento del 57%, tra i più alti in Italia. Un risultato che cresce rispetto al giorno della sua rielezione, segno di un’amministrazione percepita come seria, concreta e vicina alle persone.
A Pistoia, Tomasi ha trasformato i progetti in realtà:
ha rigenerato quartieri popolari come San Lorenzo, rilanciato l’area ex Ricciarelli con nuovi alloggi ERP, investito oltre 20 milioni di euro in edilizia pubblica e rigenerazione urbana, ottenuto 15 milioni per un nuovo palazzetto polifunzionale, avviato progetti PNRR su impianti sportivi e spazi pubblici.
Non proclami, ma risultati. Non promesse, ma cantieri aperti.
È per questo che molti elettori moderati, delusi da anni di populismi e parole vuote, oggi guardano a lui.
Perché rappresenta una politica sobria, concreta, fondata su competenza e credibilità
Una politica toscana nel senso migliore del termine: fatta di lavoro, serietà e misura.
Il centrodestra, in Toscana, ha finalmente un volto credibile, e non arriva da lontano.
Arriva da Pistoia, da un sindaco che ha saputo farsi stimare anche fuori dal proprio schieramento.
Non è un uomo di slogan, ma di numeri e scelte. E per questo, paradossalmente, rappresenta la novità più autentica
La Toscana, che ha insegnato al Paese cosa significa pensare, creare, innovare, può ora insegnargli anche cosa significa cambiare.
E questa volta, più che mai, non scegliere significherebbe arrendersi.
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