ELEZIONI MARCHE
Le elezioni nelle Marche confermano il dato storico di cui la “linea” Schlein non tiene conto: il radicalismo di destra o di sinistra in Italia non vince.
L’unica volta in cui l’allora PCI ottenne la maggioranza relativa nelle urne fu nel 1988: Enrico Berlinguer aveva spostato il Partitone verso il centro politico e programmatica.
La sua morte “in trincea” contribuì a gonfiare il risultato
Ai lontani tempi della mia giovinezza si diceva “piazze piene, urne vuote” e così continua ad essere: ci sono sempre alcune decine di migliaia di “militanti” violenti o fancazzisti che di mestiere occupano quel che capita: scuole, università, ferrovie, strade, aeroporti, porti, (però sempre meno fabbriche:
Landini dovrebbe chiedersi il perché), ma le urne dicono che si tratta di minoranze.
I numeri danno informazioni certe anche per le Marche:
la prima grande sconfitta é la Lega (per Salvini premier) che cade dal 22,4 % al 7,4% (- 67%): il tonfo è pesantissimo e conferma un declino che pare difficilmente arrestabile, pur valendosi dell’armata Vannacci, senza cui forse non arrivava al 5%.
Il secondo tonfo riserva una buona notizia: il M5S cade dall’8,6 al 5.1% (- 42%): gli imbroglioni della politica convincono sempre meno e in aree sempre più ristrette. Resistono dove c’è ancora la speranza del “voto di scambio”: reddito di cittadinanza/ voto a favore.
Perde anche il PD dal 25 al 22% (- 9%) e non è più, dopo decenni, il primo partito della regione.
Bibì e Bobò (la comica accoppiata di estrema sinistra) porta a casa un modesto 4,2%
Vince FDI dal 18 al 27% (+ 50%) e diventa il primo partito della regione.
Esce bene FI dal 6.9 all’8,6% (+ 24%).
Hanno inciso poco le liste “del presidente” e le “liste civiche”: forse gli elettori si sono accorti che spesso non sono liste civiche ma liste “civetta” che hanno poco di civico e molto del partito che le promuove.
Infine una indicazione riassuntiva: la coalizione di centrodestra prevale nettamente sul Campo Largo, evidentemente non abbastanza largo.
Ma la leader del PD vuole “ostinatamente” proseguire la alleanza organica con il M5S: contenta lei, contento anche il Centrodestra.
Visti i risultati viene da dire che la vera leader del Centrodestra non sia Giorgia Meloni ma Elly Schlein
Al momento l’annunciato 6 a 0 della “spallata” al governo di centrodestra registra uno 0 a 1. Il candidato Ricci ha riposto la bandiera della Palestina di Hamas, le barricate smobilitano: tutti a casa.
È certo che in Puglia e in Campania vincerà il Campo Largo.
I concittadini campani hanno l’occasione di ricominciare a percepire il reddito di cittadinanza, questa volta “regionale” ma senza che cambi la sua fisionomia di reddito ai fancazzisti da piazza o da divano o da lavoro in nero. In compenso dovranno votare per Roberto Fico, l’uomo dell’autobus, il gioiello di famiglia di Giuseppe Conte. Tanti auguri.
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